Da Dagospia. “BANCHE PULITE” – S’ODE UN TINTINNAR DI MANETTE

in Rassegna Stampa
“BANCHE PULITE” – S’ODE UN TINTINNAR DI MANETTE (LE ELEZIONI SI AVVICINANO) - A MILANO CIRCOLA CON INSISTENZA LA VOCE CHE SAREBBERO PRONTI QUATTRO PROVVEDIMENTI RESTRITTIVI PER I PRINCIPALI PROTAGONISTI DELLE SCALATE ESTIVE… Da “Il Riformista” E adesso, si sente addirittura un tintinnar di manette. A Milano circola con insistenza la voce che sarebbero pronti quattro provvedimenti restrittivi per i principali protagonisti delle scalate estive. Il rumour non trova conferma. Se fosse vero, getterebbe un’ombra sinistra non solo sulle vicende bancarie ancora aperte, ma persino sulla battaglia elettorale. Un’ombra che oscurerebbe i partiti che più si sono esposti a favore di Gianpiero Fiorani (Forza Italia e la Lega) e quello più vicino a Unipol e a Giovanni Consorte, cioè i Ds. A destra, ne trarrebbero vantaggio An e Udc che si sono tenuti fuori dalle scalate Antonveneta, Rcs e Bnl. A sinistra, la Margherita che si è esplicitamente opposta all’operazione Unipol non soltanto per difendere gli azionisti attuali di Bnl (come Della Valle) e il presidente Luigi Abete, ma anche per lanciare un avvertimento ai diessini considerati se non artefici quanto meno beneficiari della trasformazione del mondo cooperativo in una potenza economico-finanziaria. Anche se gli scenari al limite del complotto politico-giudiziario fossero solo un prodotto di questo tempestoso ponte di Sant’Ambrogio, certo non creano il clima migliore per gli sviluppi delle partite bancarie in corso. Lunedì prossimo dovrebbe presentarsi dimissionario l’intero consiglio della Bpi (la ex Popolare di Lodi), la quale a questo punto diventa una preda ambita. Sono in stand by alcune banche popolari che potrebbero essere interessate a intervenire, a cominciare dalla Popolare di Milano. Stanno considerando il da farsi anche la Popolare di Vicenza e quella di Reggio Emilia, impegnate a loro volta a fianco di Unipol nell’opa Bnl. Su quest’ultima, è atteso il parere di Bankitalia che potrebbe arrivare la prossima settimana. Può darsi che il governatore prenda ancora tempo. Si sa che ha chiesto a Unipol modifiche dell’offerta in modo da garantire il profilo patrimoniale. La sostenibilità dell’acquisto è uno dei maggiori problemi aperti. E Unipol si è mossa per alleggerire l’onere attraverso operazioni che hanno suscitato anch’esse perplessità, come la vendita del 35% della controllata Aurora per 750 milioni a quattro società cooperative che sono tra gli azionisti di controllo del gruppo, la put nei confronti di Carige (Cassa di risparmio di Genova) che alleggerisce Unipol di un miliardo, e le due put acquistate da Deutsche bank e Cfsb per vendere azioni Bnl a 1,5 euro (mentre l’opa è al prezzo di 2,7). Proprio su queste opzioni la Consob ha chiesto nuovi chiarimenti. La cordata guidata da Unipol ha oggi il 50,9% di Bnl, ma i titoli sono distribuiti in una pluralità di soggetti. La compagnia della Lega guida un patto di sindacato (con Gnutti, Carige, Nomura, Coop Adriatica, Coop estense, Talea e Nuova coop) che detiene il 30,86% della banca: Bpi, Gavio, Popolare di Vicenza e Pancotto hanno il 6,6%. La Popolare dell’Emilia Romagna e azionisti amici il 3,96%. Crédit Suisse il 4,50%e Deutsche Bank il 4,99%. Sul mercato non c’è più nulla (appena il 18.9%) il resto è del Bilbao (14,7%), Generali (8,7%) e Della Valle (4,9%) i tre azionisti che controllavano la banca. L’opa è stata annunciata ormai da cinque mesi e non è ancora partita. Se dovesse passare capodanno, Unipol dovrebbe riscrivere il prospetto e rinegoziare con le banche la linea di credito di 4 miliardi. E allora i dubbi che affiorano nel mondo coop prenderebbero una ben diversa consistenza.

12/12/2005

Documento n.5382

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