da Dagospia (26-10-07). SALVATE IL SOLDATO SIRCANA ..........

in Rassegna Stampa
SALVATE IL SOLDATO SIRCANA - TOTO VOLA SEMPRE PIÙ IN ALTO ROSSI PIROETTA AL CAPEZZALE DI TRONCHETTI - CAVALIER MARPIONNE PALENZONA PIANGE E NON SI RITIRA – COLANINNO E SABELLI, FINE DI UNA STORIA 1 - SALVATE IL SOLDATO SIRCANA… Nella clinica di Palazzo Chigi i collaboratori di Romano Prodi si chiedono se il paziente è arrivato allo stadio terminale oppure ha possibilità di salvarsi. Ieri i fedelissimi del Professore di Scandiano sono rimasti spiazzati dalla reazione violenta con cui il premier ha reagito alle critiche dei Ds e della Margherita. Quando Romano si incazza dalla fessurina che sta sotto il naso le parole lasciano il posto a un sibilo velenoso e anche se il lessico usato ricorda altre stagioni, l'incazzatura si rovescia senza riguardi nei confronti di chiunque. E' probabile che come è accaduto molte volte oggi le polemiche si stemperino e tutti i protagonisti del "mercoledì nero" rilascino ai giornalisti dichiarazioni di pace. La politica è fatta così, con un'alternanza di nuvole e di cieli azzurri che hanno l'unico risultato di sconcertare ancora di più quello che Luigi Spaventa definisce il "popolo dei perplessi". E' anche probabile che il vertice previsto per fine settimana tenterà una ricomposizione di opinioni per inaugurare una nuova fase politica. Al centro del tavolo ci sarà, oltre al tema della Finanziaria e delle riforme, il problema della disastrosa comunicazione con cui fino ad oggi la maggioranza ha portato avanti le sue intenzioni riformatrici. Dal 18 settembre quando il Professore di Bologna si è recato in Cina con 700 imprenditori, il portavoce Silvio Sircana ha perso il controllo della situazione. Le corde della sua chitarra con la quale intrattiene la moglie e gli amici di Bologna si sono spezzate di fronte all'impossibilità di affermare una strategia capace di salvare l'immagine del Governo. E' lui stesso ad ammetterlo oggi in un'intervista a "Repubblica" dove intervengono alcuni guru come Nando Pagnoncelli, Luigi Crespi, Gavino Sanna e Anna Maria Testa. Per Sircana le colpe vanno cercate nella politica che ha fatto un'agenda di contenuti "che si sono comunicati da soli e in qualche caso erano di difficile digestione". Il riferimento è soprattutto all'indulto, uno dei provvedimenti più contestati dall'opinione pubblica, ma Sircana forse ignora che "i contenuti della politica" non si comunicano da soli e quando dice che la comunicazione non è una scienza esatta dovrebbe onestamente ammettere la buona dose di dilettantismo che ha accompagnato le interviste di Prodi ("Die Zeit", "El Pais"), le penose polemiche sul caso Rovati, e la maldestra gestione della Finanziaria che appare un capolavoro di retromarce e di contraddizioni. Sarebbe comunque ingiusto caricare sulle spalle del povero Sircana la responsabilità di una comunicazione sbagliata. I veri colpevoli restano i ministri troppo loquaci e il Professore di Bologna che attacca i giornali, parla di complotto e già mette sul piatto le sue dimissioni. 2 - LE PIROETTE DI GUIDO ROSSI AL CAPEZZALE DI TRONCHETTI… Dal Tronchetti dimezzato al Tronchetto sconfessato. Sono passati 40 giorni da quando il marito di Afef, sicuro e baldanzoso, si è presentato al Consiglio di amministrazione per imporre una conversione a 360 gradi della strategia di Telecom. E c'è voluto un "pezzo da 90 intellettuale", come Guido Rossi, per riportare la barra al centro e tappare la bocca ai consiglieri indipendenti come Marco Onado e Francesco Denozza che nel Consiglio dell'11 settembre avevano contestato la societarizzazione della telefonia mobile e della rete d'accesso all'ultimo miglio. Il giurista 74enne ha calato sul tavolo il peso della sua autorevolezza e invece di parlare di un fantasma chiamato "media company" ha riproposto il modello della "one single company". Lo ha fatto con voce ferma alternando battute un po' narcisistiche come quando ha raccontato ai consiglieri che durante le audizioni in Senato, ha chiesto ai parlamentari: "perchè non mi fate senatore a vita?". Mentre Tronchetti riceveva nel suo ufficio di via Negri Alberto Nagel di Mediobanca e il notaio PierGaetano Marchetti (artefici del suo commissariamento) superGuido ha parlato della nuova strategia di Telecom che riprende a puntare sulla convergenza tra telefonia fissa - mobile - internet e media. La piroetta del superavvocato è clamorosa e tutta la stampa oggi ne prende atto senza rilevare la stupefacente contraddizione del primo Gruppo industriale italiano. Come se non bastasse l'ufficio stampa di Telecom si è dato ieri sera un gran daffare per dire che la Borsa ha festeggiato con un +2,25 il titolo Telecom. (E poi dicono che i poteri forti non esistono). 3 - E MARPIONNE DIVENTERÀ CAVALIERE DEL LAVORO… Sergio Marchionne, il manager che ha riportato il sorriso tra gli operai della Fiat e nella Sacra Famiglia degli Agnelli, è felice. La sua gioia è scoppiata ieri quando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Torino gli ha fatto capire che presto lo nominerà Cavaliere del Lavoro. Per il Marpionne 54enne che è nato a Chieti ed è emigrato in Canada da bambino per poi fare le sue esperienze a Toronto e in Svizzera, l'onorificenza è qualcosa che fa venire le lacrime agli occhi più dei risultati delle vendite Fiat. Nella sua visita torinese Napolitano è riuscito a far sorridere perfino l'austero Giulio Anselmi che gli ha messo sotto gli occhi la prima copia a colori del quotidiano "La Stampa", ultimo lascito prima di andare a dirigere il "Corriere della Sera" al posto di Paolino Mieli. Rideva anche Luchino di Montezemolo, il pluripresidente che ieri ha rinunciato per la prima volta nella vita a un incarico lasciando a Jean Todt la carica di amministratore delegato della Ferrari. Facendo appello al suo retroterra culturale Luchino ha parlato di Schumacher e ha detto al Capo dello Stato "avremmo voluto festeggiarla con una vittoria della Ferrari in Coppa del Mondo". Con garbo anglo-napoletano il Presidente non ha osato chiedergli chi è Schumacher, ma ha domandato per quanto tempo il pilota tedesco è stato in Ferrari, e Luchino ha riposto prontamente: "11 anni". Un dialogo storico. 4 - TOTO VOLA SEMPRE PIÙ IN ALTO… Mentre Giancarlo Cimoli è barricato nel suo ufficio della Magliana per scrivere l'ennesimo Piano industriale e stendere il conto della sua liquidazione, Carlo Toto padrone di AirOne lecca la scrivania con grande gioia. Le difficoltà di Alitalia hanno fatto dimenticare all'imprenditore di Chieti, gli incidenti estivi che hanno messo a dura prova l'immagine di AirOne, e aprono ogni giorno prospettive sempre più soddisfacenti per la compagnia fondata nel 1995. Quello che era un semplice interesse per il settore aeronautico si è trasformato in un business rafforzato dalla partnership con Lufthansa. Due giorni fa sulla pista di Linate è arrivato il primo dei 40 Airbus A320 che il Gruppo controllato da Toto ha ordinato per puntare sui voli a lungo raggio. AirOne ha fatturato nel 2005 600 milioni di euro (+20%) e ha debiti per 200 milioni, ma le ambizioni sono grandi. Toto non ha dimenticato la sua attività di imprenditore nelle costruzioni e nelle opere pubbliche, però gli piace sempre di più l'idea di sfidare Alitalia e di mettere le mani su Volare Group. Se poi l'ex-pilota Niki Lauda abbandonerà il timone della sua piccola compagnia, il Carletto di Chieti è pronto a portarsela a casa. 5 - PALENZONA PIANGE E NON SI RITIRA… Hanno fatto molta impressione le lacrime con cui il massiccio Fabrizio Palenzona ha accolto l'invito dei 23 soci dell'Aiscat a ritirare le dimissioni dalla presidenza che aveva buttato sul piatto una settimana fa in polemica con Tonino Di Pietro di Montenero di Bisaccia. I 190 chili di Palenzona erano scossi da un fremito di commozione e da grande maestro della politica democristiana ha accettato di rimanere al suo posto per difendere gli interessi dei costruttori privati che operano nella gestione delle Autostrade. A convincere il "camionista" di Novi Ligure che non era il caso di andarsene è stato il suo amico e socio di tante avventure, Marcellino Gavio. I due camminano insieme da molti anni e insieme hanno difeso Antonio Fazio fino al punto di far saltar fuori dalla "cassa nera" di Giampiero Fiorani un conto di Palenzona dentro una banca estera. Dopo essere diventato vicepresidente di Unicredit, nel marzo del 2001 Palenzona è entrato in pompa magna nel Consiglio di Mediobanca appoggiato da Alessandro Profumo. La sua biografia è una collezione di incarichi che fino all'anno scorso erano arrivati a quota 18. Lasciando l'Aiscat il numero sarebbe sceso a 17, che non porta certo fortuna.

26/10/2006

Documento n.6390

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK