Da Corriere.it (6-9-05). Bankitalia, siamo all’ultima spiaggia

in Rassegna Stampa
Bankitalia, siamo all’ultima spiaggia L’Ok Corral fra il governo e Fazio sale di tono. Davanti allo spettacolo di un simile sbrego istituzionale, mancano le parole. Teniamoci stretti, si può solo dire, forse il peggio deve ancora venire. Fazio andrà a Manchester,ma ancora non sappiamo se insieme al ministro competente. Come ha detto efficacemente quest’ultimo, nel tempio della moral suasion la moral suasion non funziona. Lo schiaffo in faccia, che la relazione di Fazio al Cicr del 26 agosto scorso aveva rifilato al governo, ha causato un soprassalto di fermezza: la reazione da Cernobbio del ministro dell’Economia, Siniscalco, sembra mossa da una comprensibile ansia. Salviamo la Banca d’Italia, evitandole il trauma di essere trascinata incolpevole, dopo oltre cento anni di servizio al Paese, nelle macerie che il sempre più penoso prolungarsi del caso Fazio comporterà. Ci si vuol far credere che siamo solo davanti ad un attacco a uno dei pochi(!) cattolici che abbiano posizioni di responsabilità nel Paese, ma si finge di non vedere che il Governatore, sotto esame alla Bce e sfiduciato dagli operatori, è già dimidiato. Agli italiani non interessa se il Governatore va a messa e accede ai sacramenti, ma solo come esercita il proprio compito istituzionale. Abbiamo visto, purtroppo, molto più che abbastanza. Non si capisce come egli possa esercitare la propria autorità in mezzo alle distruzioni ambientali che la sua condotta ha causato in un’istituzione gloriosa. Come si rapporterà ai tecnici della Vigilanza in futuro, responsabili di entità chiave, a coloro cioè che lo hanno contrastato, coraggiosamente ma inutilmente? Ecome si condurrà in un’Opa bancaria che partisse domattina? Il Governatore è più che un’anatra zoppa. Pensiamo a cosa potrebbe fare Abn se non riuscisse ad aggiudicarsi Antonveneta alle condizioni desiderate. Con la realtà di familismo arcaico che esce dalle intercettazioni, potremmo trovarci a mal partito davanti ad una richiesta di danni miliardari, in euro. La condotta della banca centrale negli sviluppi successivi della vicenda dovrà essere volta ad evitarlo: non è detto che ciò sia necessariamente in linea con l’interesse del Paese. Il Governatore ora è più solo. Bossi ha preso le distanze da lui rimettendosi al giudizio (negativo) della gente e, in ultima istanza, a quello di Berlusconi. Il presidente del Consiglio ieri si è avvicinato a Siniscalco definendo la posizione del ministro «fondata». Mail grande decisionista ha aggiunto che è una posizione «personale», cioè non collegiale. Perché? Forse per «comprar tempo», acquisendo il sì della Lega al siluramento (come Bossi sembra far capire), magari in cambio di un sostegno alla fantomatica «banca padana». Forse la chiave è un’altra: se il presidente del Consiglio dicesse senza esitazioni a Fazio che il suo comportamento danneggia il Paese, potrebbe sentirsi rispondere: «Medice, cura te ipsum». Meglio allora che la posizione sia quella «personale» di Siniscalco? Chissà, il ministro magari fa anche sul serio. Certo è che le decisioni fulminanti del governo sono venute solo quando il suo capo era direttamente implicato. In questo caso, invece, «di quel securo il fulmine» non tiene «dietro al baleno». Egli deve anzi essere grato al Governatore che lo accolse all’arrivo a Palazzo Chigi con l’auspicio del famoso miracolo, e che ancora a fine maggio lo ha promosso, sia pure a stento. Il malcelato desiderio di approfittare di un Governatore debole non fa i conti con il carattere dell’uomo. Soprattutto, se il governo non avrà la forza di mettere in sicurezza un’istituzione meritoria, separando i suoi destini dagli imprevedibili sviluppi del caso del giorno, ha il dovere di presentarsi agli elettori per il rendiconto finale. È l’ultima spiaggia. Salvatore Bragantini 06 settembre 2005Bankitalia, siamo all’ultima spiaggia STRUMENTI VERSIONE STAMPABILE I PIU’ LETTI INVIA QUESTO ARTICOLO L’Ok Corral fra il governo e Fazio sale di tono. Davanti allo spettacolo di un simile sbrego istituzionale, mancano le parole. Teniamoci stretti, si può solo dire, forse il peggio deve ancora venire. Fazio andrà a Manchester,ma ancora non sappiamo se insieme al ministro competente. Come ha detto efficacemente quest’ultimo, nel tempio della moral suasion la moral suasion non funziona. Lo schiaffo in faccia, che la relazione di Fazio al Cicr del 26 agosto scorso aveva rifilato al governo, ha causato un soprassalto di fermezza: la reazione da Cernobbio del ministro dell’Economia, Siniscalco, sembra mossa da una comprensibile ansia. Salviamo la Banca d’Italia, evitandole il trauma di essere trascinata incolpevole, dopo oltre cento anni di servizio al Paese, nelle macerie che il sempre più penoso prolungarsi del caso Fazio comporterà. Ci si vuol far credere che siamo solo davanti ad un attacco a uno dei pochi(!) cattolici che abbiano posizioni di responsabilità nel Paese, ma si finge di non vedere che il Governatore, sotto esame alla Bce e sfiduciato dagli operatori, è già dimidiato. Agli italiani non interessa se il Governatore va a messa e accede ai sacramenti, ma solo come esercita il proprio compito istituzionale. Abbiamo visto, purtroppo, molto più che abbastanza. Non si capisce come egli possa esercitare la propria autorità in mezzo alle distruzioni ambientali che la sua condotta ha causato in un’istituzione gloriosa. Come si rapporterà ai tecnici della Vigilanza in futuro, responsabili di entità chiave, a coloro cioè che lo hanno contrastato, coraggiosamente ma inutilmente? Ecome si condurrà in un’Opa bancaria che partisse domattina? Il Governatore è più che un’anatra zoppa. Pensiamo a cosa potrebbe fare Abn se non riuscisse ad aggiudicarsi Antonveneta alle condizioni desiderate. Con la realtà di familismo arcaico che esce dalle intercettazioni, potremmo trovarci a mal partito davanti ad una richiesta di danni miliardari, in euro. La condotta della banca centrale negli sviluppi successivi della vicenda dovrà essere volta ad evitarlo: non è detto che ciò sia necessariamente in linea con l’interesse del Paese. Il Governatore ora è più solo. Bossi ha preso le distanze da lui rimettendosi al giudizio (negativo) della gente e, in ultima istanza, a quello di Berlusconi. Il presidente del Consiglio ieri si è avvicinato a Siniscalco definendo la posizione del ministro «fondata». Mail grande decisionista ha aggiunto che è una posizione «personale», cioè non collegiale. Perché? Forse per «comprar tempo», acquisendo il sì della Lega al siluramento (come Bossi sembra far capire), magari in cambio di un sostegno alla fantomatica «banca padana». Forse la chiave è un’altra: se il presidente del Consiglio dicesse senza esitazioni a Fazio che il suo comportamento danneggia il Paese, potrebbe sentirsi rispondere: «Medice, cura te ipsum». Meglio allora che la posizione sia quella «personale» di Siniscalco? Chissà, il ministro magari fa anche sul serio. Certo è che le decisioni fulminanti del governo sono venute solo quando il suo capo era direttamente implicato. In questo caso, invece, «di quel securo il fulmine» non tiene «dietro al baleno». Egli deve anzi essere grato al Governatore che lo accolse all’arrivo a Palazzo Chigi con l’auspicio del famoso miracolo, e che ancora a fine maggio lo ha promosso, sia pure a stento. Il malcelato desiderio di approfittare di un Governatore debole non fa i conti con il carattere dell’uomo. Soprattutto, se il governo non avrà la forza di mettere in sicurezza un’istituzione meritoria, separando i suoi destini dagli imprevedibili sviluppi del caso del giorno, ha il dovere di presentarsi agli elettori per il rendiconto finale. È l’ultima spiaggia. Salvatore Bragantini 06 settembre 2005Bankitalia, siamo all’ultima spiaggia STRUMENTI VERSIONE STAMPABILE I PIU’ LETTI INVIA QUESTO ARTICOLO L’Ok Corral fra il governo e Fazio sale di tono. Davanti allo spettacolo di un simile sbrego istituzionale, mancano le parole. Teniamoci stretti, si può solo dire, forse il peggio deve ancora venire. Fazio andrà a Manchester,ma ancora non sappiamo se insieme al ministro competente. Come ha detto efficacemente quest’ultimo, nel tempio della moral suasion la moral suasion non funziona. Lo schiaffo in faccia, che la relazione di Fazio al Cicr del 26 agosto scorso aveva rifilato al governo, ha causato un soprassalto di fermezza: la reazione da Cernobbio del ministro dell’Economia, Siniscalco, sembra mossa da una comprensibile ansia. Salviamo la Banca d’Italia, evitandole il trauma di essere trascinata incolpevole, dopo oltre cento anni di servizio al Paese, nelle macerie che il sempre più penoso prolungarsi del caso Fazio comporterà. Ci si vuol far credere che siamo solo davanti ad un attacco a uno dei pochi(!) cattolici che abbiano posizioni di responsabilità nel Paese, ma si finge di non vedere che il Governatore, sotto esame alla Bce e sfiduciato dagli operatori, è già dimidiato. Agli italiani non interessa se il Governatore va a messa e accede ai sacramenti, ma solo come esercita il proprio compito istituzionale. Abbiamo visto, purtroppo, molto più che abbastanza. Non si capisce come egli possa esercitare la propria autorità in mezzo alle distruzioni ambientali che la sua condotta ha causato in un’istituzione gloriosa. Come si rapporterà ai tecnici della Vigilanza in futuro, responsabili di entità chiave, a coloro cioè che lo hanno contrastato, coraggiosamente ma inutilmente? Ecome si condurrà in un’Opa bancaria che partisse domattina? Il Governatore è più che un’anatra zoppa. Pensiamo a cosa potrebbe fare Abn se non riuscisse ad aggiudicarsi Antonveneta alle condizioni desiderate. Con la realtà di familismo arcaico che esce dalle intercettazioni, potremmo trovarci a mal partito davanti ad una richiesta di danni miliardari, in euro. La condotta della banca centrale negli sviluppi successivi della vicenda dovrà essere volta ad evitarlo: non è detto che ciò sia necessariamente in linea con l’interesse del Paese. Il Governatore ora è più solo. Bossi ha preso le distanze da lui rimettendosi al giudizio (negativo) della gente e, in ultima istanza, a quello di Berlusconi. Il presidente del Consiglio ieri si è avvicinato a Siniscalco definendo la posizione del ministro «fondata». Mail grande decisionista ha aggiunto che è una posizione «personale», cioè non collegiale. Perché? Forse per «comprar tempo», acquisendo il sì della Lega al siluramento (come Bossi sembra far capire), magari in cambio di un sostegno alla fantomatica «banca padana». Forse la chiave è un’altra: se il presidente del Consiglio dicesse senza esitazioni a Fazio che il suo comportamento danneggia il Paese, potrebbe sentirsi rispondere: «Medice, cura te ipsum». Meglio allora che la posizione sia quella «personale» di Siniscalco? Chissà, il ministro magari fa anche sul serio. Certo è che le decisioni fulminanti del governo sono venute solo quando il suo capo era direttamente implicato. In questo caso, invece, «di quel securo il fulmine» non tiene «dietro al baleno». Egli deve anzi essere grato al Governatore che lo accolse all’arrivo a Palazzo Chigi con l’auspicio del famoso miracolo, e che ancora a fine maggio lo ha promosso, sia pure a stento. Il malcelato desiderio di approfittare di un Governatore debole non fa i conti con il carattere dell’uomo. Soprattutto, se il governo non avrà la forza di mettere in sicurezza un’istituzione meritoria, separando i suoi destini dagli imprevedibili sviluppi del caso del giorno, ha il dovere di presentarsi agli elettori per il rendiconto finale. È l’ultima spiaggia. Salvatore Bragantini 06 settembre 2005

06/09/2005

Documento n.5008

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