dA cORRIERE.IT (13-12-05) Cirio: chiesto rinvio a giudizio per Cragnotti

in Rassegna Stampa
I pm confermano l’impianto accusatorio: 22 i capi di imputazione Cirio: chiesto rinvio a giudizio per Cragnotti Stessa richiesta anche per la moglie e i figli dell’ex patron della Lazio e per diversi manager della Banca di Roma, tra cui Geronzi ROMA - E’ stato deciso il rinvio a giudizio di Sergio Cragnotti della moglie Flora Pizzichemi, dei figli Andrea, Massimo, Elisabetta e il marito di quest’ultima, Filippo Fucile, oltre a diversi manager della Banca di Roma (tra i quali l’attuale presidente di Capitalia Cesare Geronzi), del San Paolo-Imi e della ex Banca Popolare di Lodi, e venticinque tra consiglieri e sindaci del Gruppo Cirio sono stati chiesti dalla procura di Roma. A sette mesi dal deposito degli atti, la magistratura della capitale ha infatti firmato la richiesta di rinvio a giudizio sul crac della Cirio con oltre diecimila parti lese. CONFERMATO L’IMPIANTO ACCUSATORIO - I pm Rodolfo Sabelli, Gustavo De Marinis e Tiziana Cugini, coordinati dal procuratore aggiunto Achille Toro e dal procuratore Giovanni Ferrara, hanno sostanzialmente confermato l’originario impianto accusatorio che attribuisce a 44 indagati 22 capi di imputazione che vanno, a seconda delle posizioni, dalla bancarotta fraudolenta alle false comunicazioni sociali e alla truffa per episodi avvenuti fra il 1998 e il 2003. I magistrati si sono convinti di dover chiedere al gip di processare i componenti della famiglia Cragnotti. Episodi di truffa sono stati cancellati dai pm alla luce dei nuovi interrogatori resi da alcuni indagati dopo l’avviso di fine inchiesta. La procura della capitale, inoltre, ha stralciato le posizioni della società di revisione, Deloitte Touche e di un suo funzionario, per un problema formale, posizioni che dovrebbero essere poi riunite al resto del procedimento in sede di udienza preliminare. Gli ultimi indagati che in ordine di tempo avevano ribadito ai magistrati la propria estraneità ai fatti contestati sono stati Rainer Masera e Luigi Maranzana, rispettivamente ex presidente e ex amministratore delegato di San Paolo Imi. Non è andato in porto, invece, l’interrogatorio di Gianpiero Fiorani, ex amministratore delegato della Lodi, che in un primo tempo si era reso disponibile, attraverso il proprio difensore, ad essere sentito ma successivamente aveva rinunciato all’atto istruttorio. 13 dicembre 2005

13/12/2005

Documento n.5401

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