Da Corriere.it (13-1-06). Via libero definitivo dal Senato alle nuove norme

in Rassegna Stampa
Via libero definitivo dal Senato alle nuove norme Sì alla riforma dell’appello tra le proteste L’Unione: «Ennesima legge ad personam». Il primo presidente della Cassazione: «Sono sbigottito». Polo: «In linea con l’Ue» ROMA - Con il via libera definitivo del Senato, diventa legge il provvedimento che prevede l’inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, per le quali l’accusa potrà ora soltanto ricorrere in Cassazione. Il ddl ha ottenuto il sostegno della sola maggioranza, giudizio nettamente contrario dell’opposizione. Decisamente inusuale l’intervento del senatore Dl Nando Dalla Chiesa che per spiegare il suo «no» ha pronunciato un discorso in metrica. MARVULLI ATTACCA - «Sono sbigottito per una simile iniziativa legislativa che distrugge la funzione assegnata alla Suprema Corte di Cassazione». Usa parole forti il primo presidente della Cassazione, Nicola Marvulli, alla notizia del disco verde del Senato alle nuove norme che ampliano i motivi di ricorso a Piazza Cavour. «È stata approvata - sottolinea l’alto magistrato- una legge contraria a quanto disposto dallo stesso Parlamento il 14 maggio del 2005», quella sul processo civile in Cassazione. Nel settore civile ci si comporterà in un modo, nel settore penale in un altro. LEGGE PECORELLA - Proposto su iniziativa del deputato Gaetano Pecorella, deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Giustizia della Camera e difensore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il provvedimento (numero 3.600) modifica il codice di procedura penale. NUOVE NORME - Il codice viene cambiato in maniera che la pubblica accusa di un processo concluso col proscioglimento dell’imputato non possa più ricorrere in appello ma soltanto rivolgersi alla Cassazione, che non rientra nel merito del giudizio ma deve solo verificare la legittimità della procedura con le quali è stato formulato. SCONTRO TRA I POLI - L’opposizione ha contestato il provvedimento definendolo l’ennesima norma «ad personam» che favorirebbe il premier coinvolto in diversi procedimenti giudiziari. Anche l’Associazione Nazionale magistrati ha criticato il provvedimento, ritenendo che avrà come conseguenza un abnorme incremento di ricorsi alla Cassazione. La maggioranza ha respinto le accuse sostenendo che la norma risponde invece alle indicazioni dell’Unione Europea. 13 gennaio 2006

13/01/2006

Documento n.5539

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