USI ED ABUSI BANCARI: PER L’ABI E LE BANCHE, LE SENTENZE BUONE SONO QUELLE CHE DANNO LORO RAGIONE,

in Comunicati stampa
USI ED ABUSI BANCARI: PER L’ABI E LE BANCHE, LE SENTENZE BUONE SONO QUELLE CHE DANNO LORO RAGIONE,LE ALTRE CONSOLIDATE DI CASSAZIONE,CHE HANNO INIBITO PRATICHE ILLEGALI DI ANATOCISMO PRATICATE PER OLTRE MEZZO SECOLO A DANNO DEI CONSUMATORI,DELLE IMPRESE E DEL SISTEMA PAESE, SONO DI “DUBBIA COMPATIBILITA’ CON I PRINCIPI COSTITUZIONALI”. MA NON ERANO GLI “USI BANCARI”, DISINVOLTAMENTE PRATICATI DAL 1952 SOTTO LE DIRETTIVE DELL’ABI,CHE HANNO GENERATO FALLIMENTI DI IMPRESE SANE AD E S S E R E VIETATI DAL CODICE CIVILE E DALLA COSTITUZIONE ? DOPO LA SCONFITTA IN ITALIA, IL SIGNOR SELLA,ABI E BANCHE CERCANO LA REPLICA IN EUROPEA,ED ADUSBEF NON DUBITA CHE SARANNO ACCONTENTATI ! “E’ intenzione del sistema bancario - ha affermato il signor Sella presidente Abi- esperire ogni tutela dei propri diritti anche attraverso il ricorso alla Corte costituzionale e alla Corte di giustizia europea. Siamo convinti - ha aggiunto - di avere ragione e che le banche nulla debbono". Secondo il presidente dell’Abi la sentenza solleva "dubbi di compatibilità con i principi costituzionali per l’irragionevolezza del venir meno di un istituto per decenni legittimamente applicato" e c’è anche "un contrasto con i principi di affidamento e di libera prestazione dei servizi sui quali si fonda l’ordinamento comunitario". Il danno è all’immagine dell’economia italiana", secondo il quale la pronuncia della Corte "desta sorpresa e incertezza e pone fondati dubbi di compatibilità con l’ordinamento nazionale e comunitario". Dopo aver sperato che le Sezioni Unite di Cassazione ribaltassero precedenti sentenze ed un orientamento consolidato di giurisprudenza che ha dichiarato illegittima la prassi bancaria di usura legalizzata,dopo aver bussato,probabilmente invano alle porte della politica, sperando nell’ennesimo decreto “salvabanche”,che –lo ricordiamo- è già stato bocciato una volta,su ricorso dell’Adusbef dalla Corte Costituzioanle con la sentenza 425/2000,il signor Sella non sapendo più che pesci prendere, dopo la limpida sentenza a Sezioni Unite n.21095 del 4.11.2004,minaccia di ricorrere in Europa portando le banche all’ennesimo suicidio politico,di immagine e di fiducia. Dopo 15 anni di cocenti sconfitte giudiziarie sull’illegale prassi anatocistica praticata dalle banche italiane di ricapitalizzare gli interessi ogni 3 mesi sugli impieghi annulaizzando quella sui depositi, dando luogo ad una fiorente,quanto illegale prassi di illecita ricapitalizzazione culminata in sentenze consolidate di cassazione e di Corte Costituzionale,il signor Sella e l’Abi,annunciano ricorsi forse dettati dalla disperazione (che non serviranno neppure a far guadagnare tempo alle banche perché non potranno riuscire a bloccare le sentenze di restituzione degli interessi illegali dei Tribunali), cercano di suggellare la sconfitta in Europa,dove in nessun paese esistono pratiche così chiaramente vessatorie derivanti da usi ed abusi bancari illegalmente perpetrati,con il consenso-assenzo della Banca d’Italia,grande madre protettrice di un sistema bancario che continua anche dopo le batoste giudiziarie inappellabili a dimostrare la loro arroganza. Sappiano l’Abi e le banche, che non sarà questo annuncio di ricorso a bloccare le legittime richieste di risarcimento,pari a 63 miliardi di euro dal 1991 al 2000 (come l’elaborazione Adusbef sui bollettini di Bankitalia ha stimato),di milioni di correntisti (oltre 500.000 i moduli scaricati) i quali,grazie alle battaglie di Adusbef nei Tribunali,si stanno ribellando a mezzo secolo di vessazioni, abusi,sopraffazioni bancarie allegramente perpetrate sulla pelle dei consumatori e del sistema Paese. Il Presidente Elio Lannutti Roma,17.11.2004

17/11/2004

Documento n.4262

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