UNICREDIT: BUCO 14 MILIARDI NEL 2013, ANALOGO CRACK PARMALAT, SARA’ PAGATO DAI CITTADINI? COME E’ APPOSTATA PERDITA 1,7 MLD ATF BANK?

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COMUNICATO STAMPA

UNICREDIT: BUCO 14 MILIARDI DI EURO NEL 2013, ANALOGO CRACK PARMALAT, SARA’ PAGATO ANCORA UNA VOLTA DA LAVORATORI E CONSUMATORI ? COME E’ STATA APPOSTATA PERDITA 1,7 MLD ATF BANK ? 

      Nella ‘pulizia contabile’ di crediti e avviamenti di Unicredit a chiusura del bilancio 2013,  che ha prodotto un buco di 14 miliardi di euro, pari al crack della Parmalat ed un esubero di 8.500 lavoratori (5.700 in Italia)  contro gli utili stimati a 400 milioni, sono comprese le avventure kazake dell’ex A.D. Alessandro Profumo, liquidato con un maxi assegno di 40 milioni di euro, il doppio di quanto gli sarebbe stato dovuto secondo una perizia richiesta e depositata nel procedimento giudiziario a suo carico della Procura di Roma  ?

    Sarebbe importante conoscere come sono state appostate le perdite della Atf Bank, pagata nel giugno 2007 ben 2 miliardi e 275 milioni di dollari (con una perdita di 1,7 miliardi di dollari), per soccorrere l’Eni, che aveva sforato il budget ed i tempi di consegna dei lavori per realizzare i pozzi nel giacimento di Kashagan, tanto che il presidente del Kazakistan Nazarbayev, decise di far pagare a Eni 10 miliardi di dollari di penali.

    Nel giugno 2007 infatti, Unicredit annunciò l'acquisto di ATF Bank, la quinta banca kazaka dal proprietario che era il capo dello Staff di Nazarbayev, il presidente del Kazakistan, ad un prezzo di 2 miliardi e 275 milioni di dollari, quando il secondo offerente  aveva proposto 850 milioni di dollari, generando sospetti che dentro quei 2,2 miliardi di dollari ci sarebbe stata una tangente per lo stesso presidente, che da quel giorno tagliò le penali all’ Eni.  Il presidente del consiglio Prodi, vola in Kazakistan con una delegazione composta da Paolo Scaroni dell’ Eni  ed Alessandro Profumo di Unicredit, che compra Atf bank strapagandola.

     Unicredit ha provato a venderla già un anno dopo averla comprata, ma nessuno la voleva. Nel marzo 2013, uno sconosciuto uomo d'affari di 31 anni, Galimzan Yesenov, se la compra a un prezzo stracciato, 464 milioni di dollari con una perdita di 1,7 miliardi di dollari. Eni ha terminato i lavori nel giacimento di Kashagan nel settembre scorso con ben cinque anni di ritardo, con l’estrazione ancora ferma, al costo di 48 miliardi di dollari, più del doppio delle prime stime.

    Chissà se le Procure della Repubblica di Milano e Roma, che hanno ricevuto gli esposti denunce dell’Adusbef, chiariranno il misterioso acquisto di una banca kazaka, che deve aver contributo al buco di 14 miliardi di euro nel bilancio Unicredit 2013, da parte del presidente del Monte dei Paschi di Siena ed affezionato consigliere di amministratore dell’Eni Alessandro Profumo, che sarà certamente addossato agli 8.500 lavoratori in esubero che perderanno il posto di lavoro ed ai consumatori-utenti, con rincari certi dei costi dei conti correnti e dei servizi bancari, già oggi  i più cari d’Europa.

                                                                                                                                      Elio Lannutti (Adusbef)

Roma, 12.3.2014

 

12/03/2014

Documento n.9657

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