TRATTATI UE: GLI INTERESSI TEDESCHI NON COINCIDONO CON QUELLI DELL’ITALIA,COSTRETTA A PAGARE UN PESANTISSIMO TRIBUTO ALLE TECNOCRAZIE EUROPEE

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 COMUNICATO STAMPA

 TRATTATI UE: GLI INTERESSI TEDESCHI NON COINCIDONO CON QUELLI DELL’ITALIA,COSTRETTA A

PAGARE UN PESANTISSIMO TRIBUTO ALLE TECNOCRAZIE EUROPEE AD ESCLUSIVA  TRAZIONE GERMANICA .

      Le modifiche ancora più restrittive che la Cancelliera tedesca Angela Merkel chiede di apportare ai Trattati europei, avranno un impatto negativo sullo stato sociale dei cittadini, già costretti a subire politiche economiche restrittive per finanziare l’economia tedesca.

 Gli effetti dei diktat europei e della troika, del “Fiscal Compact” (recepito dall’Italia ma bocciato dal parlamento tedesco), del “Six-Pack”  e del "Two-pack", cioè i due regolamenti approvati dal Consiglio europeo il 13 maggio 2013 con l'obiettivo di introdurre, per i paesi dell'eurozona, più coordinamento e vigilanza nel processo di formazione delle politiche fiscali nazionali, rinunciando alla sovranità nazionale, impone  che ogni paese dell’eurozona debba presentare entro il 15 ottobre di ogni anno la bozza di bilancio per l’anno successivo alla Commissione e all'Eurogruppo (il coordinamento europeo che riunisce i ministri dell'Economia e delle Finanze dei paesi euro).

   Mentre in Italia milioni di famiglie sono scivolate nelle fasce di povertà, l’idrovora Europea ha preteso i versamenti di decine di miliardi di euro all’Esm (Meccanismo Europeo di Stabilità) che acquista i bond tedeschi ed all’EFSF (Fondo Salva Stati),per salvare alcuni Stati indebitati principalmente con le banche tedesche, come le banche greche e spagnole che possono così finanziare Telefonica per acquisire Telecom Italia, con i risparmi e le tasse degli italiani.

   Il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), che costa all'Italia 125,4 miliardi di euro in 5 anni, e la camicia di forza del Fiscal Compact, entrambi imposti dalle tecnocrazie europee e dalla Germania, rappresentano in una fase di recessione e di grave e prolungata crisi economica, il suicidio politico delle nazioni per le forti restrizioni a spesa pubblica, austerità e rigore di bilancio col conseguente blocco al volano dello sviluppo. Il parlamento italiano, come richiesto dalle cancellerie europee e prontamente eseguito dal Governo di Mario Monti, ha approvato nell’estate 2012 con voto quasi unanime, il diktat europeo imposto dalla Germania, una ossessiva politica al rigore di bilancio, incompatibile con la recessione economica e con la prolungata crisi sistemica, che impedisce la ripresa ed uccide i consumi.

     Anche il governo di Enrico Letta, in perfetta sintonia con i diktat della troika e della Germania, prosegue le politiche economiche suicide imposte dall’Europa, per bocca dell’ex calciatore finlandese Olli Rehn, commissario europeo in una recente visita al parlamento italiano, che ha chiesto ed ottenuto dal ministro dell’Economia Saccomanni, l’aumento dell’Iva, la tassa sui poveri.

   Adusbef e Federconsumatori auspicano che il Governo Letta possa portare in Europa una proposta di revisione dei Trattati nella direzione opposta a quanto richiesto dalla Germania, in grado di rompere politiche e ricette economiche basate sull’austerità, che hanno massacrato il potere di acquisto dei consumatori ed impoverito anche i ceti medi, per impedire  la definitiva demolizione di un modello sociale costituito sul “valore del risparmio”, sostituendolo con società fondate sul “debito”, per rafforzare il dominio dei banchieri e della finanza di carta, degli algoritmi che strutturano i derivati killer e della troika, innescando un circolo vizioso per alimentare i profitti delle banche sulla pelle di intere generazioni intossicati dalle carte di debito.

    

                                                           Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma,21.10.2013

21/10/2013

Documento n.9516

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