TELECOM: CONDANNATO FINALMENTE A 20 MESI L’INTOCCABILE TRONCHETTI PROVERA. PRESTO GIUDIZIO PER BONDI,RISANATORE PROPRIE TASCHE E COMMISSARIO ILVA

in Comunicati stampa

                                                      COMUNICATO STAMPA

 TELECOM: CONDANNATO FINALMENTE A 20 MESI L’INTOCCABILE TRONCHETTI PROVERA. PRESTO IL GIUDIZIO PER ENRICO BONDI,RISANATORE PROPRIE TASCHE E COMMISSARIO ILVA.

    Finalmente è stato condannato per ricettazione a un anno e 8 mesi l’intoccabile Tronchetti Provera, anche se il giudice della settima sezione penale di Milano, Anna Calabi, ha concesso al presidente di Pirelli le attenuanti generiche e la sospensione condizionale della pena, interamente coperta dall’indulto, per fatti accaduti nel 2004. Le indagini del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo, che aveva chiesto una condanna a 2 anni di reclusione, hanno accertato operazioni illecite per aver ricevuto consapevolmente da Giuliano Tavaroli, ex capo della security di Telecom, file con dati frutto di hackeraggio.    Al centro del processo un cd con una serie di dati raccolti dall'agenzia di investigazioni Kroll che nel 2004 stava portando avanti un'attività di spionaggio ai danni di Telecom, di Tronchetti e della sua famiglia. Questi dati, secondo l'accusa, vennero recuperati dagli uomini di Giuliano Tavaroli con un'operazione di hackeraggio e, secondo il pm, Tronchetti avrebbe ricevuto quei file, consapevole della natura illecita, da questo l'accusa di ricettazione.   Nei prossimi mesi atteso il giudizio per Enrico Bondi, commissario dell'Ilva di Taranto, che per scagionare i Riva suoi padroni, ha affermato che le malattie ed i tumori della popolazione tarantina, accanita fumatrice, dipendano dal contrabbando di sigarette, destinatario di un «avviso di conclusione indagini» nel quale il pm Antonio D'Alessio e l'aggiunto Alfredo Robledo ipotizzano che, al pari dell'allora capo del personale di Telecom Roberto Maglione, abbia detto il falso nel collegare l'allontanamento di Vittorio Nola nel 2001 non alla «cimice» ma a una autonoma e precedente scelta aziendale legata all'eliminazione della struttura di Nola ritenuta ridondante rispetto alle esigenze organizzative.    Assolutamente convinto che la storia della "cimice" non abbia avuto nessuna incidenza nella soppressione all'interno dell'azienda della posizione» del segretario generale di Telecom nel 2001, Vittorio Nola, il teste Enrico Bondi (scelto da Marco Tronchetti Provera il 31 luglio 2001 come amministratore delegato di Telecom),interrogato infatti il 12 novembre 2010, escludeva in Procura a Milano che nell'estate 2001 l'allontanamento di Nola fosse stato conseguenza del ritrovamento il 20 agosto di una microspia sull'«Audi» noleggiata da Bondi il 7 agosto a Fiumicino. Si scoprirà solo anni dopo nell'inchiesta sui dossier illegali della Security di Telecom e Pirelli nell'era 2001-2005 di Giuliano Tavaroli , che la cimice era stata in realtà piazzata da chi fece finta di scoprirla (uomini legati all'alter ego di Tavaroli, l'investigatore privato Emanuele Cipriani), in modo da costituire il pretesto per spingere alle dimissioni Nola e aprire la strada anche in Telecom all'arrivo da Pirelli di Tavaroli. Nell'aprile 2011 i pm Piacente e Robledo per la microspia avevano chiesto l'archiviazione di Tronchetti, Tavaroli e Cipriani, accolta dal gip Gennari che però additò «"criticità" nel periodo di Bondi in Telecom» come la «lampante prematura commistione tra strutture Telecom e Pirelli», e scrisse che Bondi nella storia «aleggiava come un fantasma, e che a quasi 30 mesi dalla deposizione di Bondi e a 12 anni dalla microspia, vede Bondi indagato per «false dichiarazioni ai pm».

17/07/2013

Documento n.9457

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