SWAP TOSSICI: IL MINISTERO DEL TESORO BLOCCA IL REGOLAMENTO, MA MOLTI TRIBUNALI PROCESSANO BANCHE CHE HANNO APPIOPPATO I DERIVATI AVARIATI.

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COMUNICATO STAMPA

 SWAP TOSSICI:  IL MINISTERO DEL TESORO BLOCCA IL REGOLAMENTO, MA MOLTI TRIBUNALI PROCESSANO E RINVIANO A GIUDIZIO BANCHE CHE HANNO APPIOPPATO I DERIVATI AVARIATI. ADUSBEF COSTITUITA PARTE CIVILE IN TUTTI I PROCESSI PENALI, CONTRO UNICREDIT ED ALTRE BANCHE.  DOPO IL RINVIO A GIUDIZIO DI  FUNZIONARI UNICREDIT  DALLA PROCURA DI ACQUI TERME,ANCHE PER IL REATO DI USURA (CHE SI AGGIUNGE  ALLA TRUFFA AGGRAVATA), ALLA SBARRA A PROCURA BARI ANCORA UNICREDIT NEL PROCESSO “DIVANIA”.

    Le vendite illegali di derivati avariati di Banca Unicredit sotto la gestione di Alessandro Profumo, che hanno portato alla malora floride aziende, come la Divania di Bari, si arricchiscono di nuovi fattispecie di reati: il reato di usura da aggiungere a quello della truffa aggravata. Migliaia di imprenditori, strangolati dalle banche perché costretti a sottoscrivere prodotti derivati, che invece di offrire coperture ai rischi dei clienti, hanno protetto gli esclusivi interessi degli istituti di credito, ma anche gli Enti Locali, come Comuni e Regioni, che hanno un annoso contenzioso per aver subito la sottoscrizione di swap per un valore nozionale di circa 62 miliardi di euro, possono contestare anche questo ulteriore reato di usura.  

    È la novità della Procura di Acqui Terme (la stessa che ha indagato sugli swap del Comune piemontese chiedendo il rinvio a giudizio di Unicredit, che vede Adusbef costituita parte civile) - diretta dal dr. Antonio Rustico - che il 18 aprile 2012  ha chiesto ed ottenuto dal Giudice dell' udienza preliminare (Gup) Laura Galli,  il rinvio a giudizio di due funzionari di Unicredit per truffa aggravata ed usura nei confronti della Nuova BB Srl (azienda termosanitaria di Bistagno, Alessandria) di Piera Petrini Levo, che dopo essere stata truffata ed usurata  dalla banca, ha iniziato una lotta senza quartiere fino alla vittoria ed al risarcimento dei danni.

   La Procura ha contestato all’istituto di credito, nel decreto di rinvio a giudizio,  di avere ottenuto con l' inganno la sottoscrizione della dichiarazione di operatore qualificato (articolo 31 regolamento Consob 11522/98), e per la prima volta in assoluto  il reato d' usura, perché  in riferimento al secondo swap (presentato come la naturale conseguenza del primo contratto), in occasione del quale la banca avrebbe finanziato le perdite derivanti dal primo contratto (chiuso contestualmente al momento della stipula del secondo) con tassi del 28,39% (a fronte di soglie usurarie che nel periodo 2001-2002 andavano dal 9,89% al 11,36%), con l' aggravante di aver commesso il fatto nell' esercizio di un' attività bancaria e in danno di un soggetto che svolgeva attività imprenditoriale.

  Dal Piemonte alla Puglia, ieri si è svolta la prima udienza preliminare nei confronti di venti persone Unicredit indagate dalla Procura con le accuse, a vario titolo, di truffa aggravata, appropriazione indebita ed estorsione. A rischiare il rinvio a giudizio sono anche alcuni manager ai vertici della «Unicredit Banca d' Impresa spa», come i componenti del consiglio di amministrazione dell' istituto di credito, Luca Fornoni e Davide Mereghetti (finiti nelle intercettazioni del Pm di Milano Alfredo Robledo, perché avrebbero festeggiato a champagne la truffa appena concretizzata al Comune di Milano), all' epoca dei fatti contestati responsabili dell' Area Coroporate Banking di Ubm spa, il responsabile erogazione crediti della direzione regionale centro sud Roma della Unicredit Corporate Banking spa, Francesco Conteduca, il responsabile della direzione regionale centro sud Roma, Alfredo Protino e il direttore generale della Unicredit Banca d' Impresa spa, Mario Aramini.

    L' inchiesta riguarda il fallimento dell' azienda modugnese «Divania»: secondo la ricostruzione della pm Isabella Ginefra e della guardia di finanza, i derivati ad «altissimo rischio» presentati come investimenti sicuri avrebbero provocato un buco nel bilancio di Divania di circa 15 milioni di euro. Una perdita che avrebbe costretto l' imprenditore barese, Francesco Saverio Parisi, a licenziare 430 operai e chiudere un' attività che, sino al 2006, era redditizia e soprattutto ben avviata. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio degli indagati, ieri si è tenuta la prima udienza preliminare durante la quale si sono costituite parti civili, tra gli altri, l' imprenditore Parisi, le associazioni dei consumatori Codacons e Adusbef e l' associazione antiracket. La prossima udienza è stata fissata dal giudice Sergio Di Paola al prossimo otto giugno. Secondo l' accusa, gli indagati «con artifici e raggiri, al fine di trarne profitto per gli istituti bancari di appartenenza, nonché per sé stessi, inducevano in errore la clientela circa la vantaggiosità dell' acquisto, mediante sottoscrizione di contratti, di prodotti finanziari derivati e in tal modo procuravano ai clienti stessi un danno ingiusto»

   Adusbef sta portando avanti una battaglia senza quartiere contro i derivati truffa, emessi con l’esclusiva finalità di far realizzare illeciti profitti alle banche e perdite consistenti ai contraenti, sia imprenditori che Enti locali, che potranno così far valere anche il nuovo reato di usura nei processi.

 

                                                                                                                                       Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

Roma,11.5.2012

11/05/2012

Documento n.9188

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