Servizio "Ring me" di wind. Esposto alla Procura per accertarne la rimozione.

in Comunicati stampa
WIND NELLA BUFERA DOPO LE SCONCERTANTI AFFERMAZIONI DEL RESPONSABILE DEI RAPPORTI CON I MEDIA DI GIOVANNI IERI SERA A "MI MANDA RAI 3", I CLIENTI WIND CHIEDONO IN MASSA LUMI AD ADUSBEF: MA IL SERVIZIO RING ME C’E’ ANCORA O E’ STATO RIMOSSO? ADUSBEF INOLTRA ESPOSTO DENUNCIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PER ACCERTARE UNA VOLTA E PER TUTTE GLI EFFETTI DELLA PROPRIA DIFFIDA. Hanno destato non poche perplessità le dichiarazioni rese ieri sera nel corso della trasmissione "Mi manda Rai 3" dal dott. Di Giovanni che in vena di colpi di teatro (svolazzamenti di assegni per i consumatori delusi e traditi da WIND e appello - plausibile nel contenuto, patetico nella forma - a Telethon) ha trovato il modo di suscitare un vespaio di polemiche e forti perplessità nei suoi stessi utenti che stamane hanno preso d’assalto i centralini di Adusbef. Tutto nasce quando alcuni consumatori titolari di numeri di telefonia mobile hanno segnalano ad Adusbef che a seguito di telefonate verso numeri cellulari wind non raggiungibili avevano visto calare il proprio credito residuo. E’ notorio che la chiamata diretta ad utente che per le più diverse ragioni (non raggiungibilità, terminale spento ecc.) non risponde, non sia addebitata all’utente chiamante in quanto il servizio è legato al collegamento tra terminali il cui difetto fa venir meno l’essenza stessa della natura contrattuale. Wind ha fatto la bella pensata - tomo tomo cacchio cacchio - in silenzio, di far pagare pure il messaggino suadente di non raggiungibilità inventandosi il "servizio" Ring Me. Tale servizio prevede che un cliente di operatore mobile diverso da WIND che chiami un cliente Wind non raggiungibile, anziché ricevere il normale messaggio gratuito che avvisa che l’utente chiamato non é disponibile ascolti un messaggio a pagamento che fornisce informazioni sul nuovo servizio di Wind Ring Me sms. Il malcapitato utente che chiama non é mai avvisato che il servizio é a pagamento, ma anzi é allettato dalla voce guida che propone un invio gratuito di un sms di avviso che segnala il ritorno del telefono del chiamato in copertura. Il chiamante non ha la possibilità di evitare l’addebito della chiamata, in quanto anche se rifiuta l’invio dell’ sms di avviso la tassazione della chiamata é già stata fatta partire in maniera subdola dagli apparati Wind. Il consumatore chiamante, non aspettandosi alcun addebito, non ha alcun motivo di controllare la spesa addebitata e si vede pertanto decurtato il credito disponibile o addebitato sulla bolletta un costo non previsto. Tale servizio a pagamento viene attivato abusivamente senza alcun consenso neanche implicito da parte del consumatore pagante, al quale non viene data neanche la possibilità di disattivare il servizio; Il prossimo passo nel "raschiare il fondo del barile" dei portafogli dei consumatori rischia di essere - hanno pensato ad Adusbef - l’addebito degli "squilli a vuoto" per le chiamate senza risposta; Considerato che la telefonia mobile é ormai diffusa in tutti gli strati della popolazione, inclusi gli anziani e i giovani che spesso non hanno facili modalità per fare valere i propri diritti, la fattispecie in oggetto, per le piccole cifre addebitate, rende di difficile se non impossibile realizzabilità la strada dell’accesso alla giustizia per il singolo consumatore. Tale servizio ha potenziale impatto su 50 milioni di utenti di telefonia mobile; Si tratta dunque di un servizio che stravolge il rapporto consumatore-impresa di telecomunicazioni come è noto legati da un contratto la cui causa si fonda sull’obbligo da parte dell’impresa di tlc di collegare un abbonato ad un altro, in cambio di una somma preventivamente fissata in base alla tariffazione pattuita. In virtù di ciò, nulla è dovuto dal consumatore se il collegamento non avviene. Wind tlc ha approfittato di questo principio, antico quanto l’uso del telefono, per cambiare le condizioni in silenzio, rendendo a pagamento quanto è da sempre stato gratuito, con artifici tecnici scoperti solo grazie alla speciale attenzione di alcuni consumatori più attenti che hanno rilevato una diminuzione del credito residuo a seguito dell’ascolto del messaggio preregistrato di comunicazione di irragiungibilità dell’utente chiamato. A riprova del fondamento della presente, si fa presente che a seguito di formale diffida alla cessazione della condotta in frode ex art. 3 della legge 281/98 (Disciplina dei consumatori e degli utenti) inoltrato da Adusbef in data 26 novembre 2004, Wind ha provveduto immediatamente a porre fine al servizio suesposto, come confermato dalla dott. Patrizia Plini, Responsabile dei rapporti con le associazioni dei consumatori di Wind telecomunicazioni S.p.A in occasione della sua visita presso la sede della nostra associazione in via Farini 62 ,all’indomani della nostra azione in data 1° dicembre 2004. Fatto tuttavia sostanzialmente smentito ieri dal dott. Gianni di Giovanni, responsabile dei Rapporti con i media di Wind Tlc, superiore gerarchico della Plini, ieri nel corso della trasmissione televisiva "Mi manda Rai 3". Adusbef ha deciso di chiedere alla procura della repubblica di accertare i fatti potendosi configurare in capo a Wind gravi reati.

10/12/2004

Documento n.4312

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