REPORT AGENZIE RATING SEMPRE PIU’ SCREDITATE (ED INDAGATE), NON FANNO PIU’ PAURA. TAGLIO RATING MOODY’S SU TELECOM,OTTIENE EFFETTO CONTRARIO (+3% !)

in Comunicati stampa

 COMUNICATO STAMPA

MERCATI: REPORT AGENZIE DI RATING SEMPRE PIU’ SCREDITATE (ED INDAGATE), NON FANNO PIU’ PAURA. TAGLIO RATING MOODY’S SU TELECOM, OTTIENE EFFETTO CONTRARIO FACENDO RISALIRE 3% IL TITOLO.

Le sorelle del rating, che a getto continuo ed a mercati aperti, diffondono report prezzolati sulla tenuta dei conti pubblici di Stati sovrani o sui bilanci di aziende quotate, come Standard & Poor’s, che durante l’ultima crisi di Governo avrebbe minacciato il declassamento ulteriore dell’Italia (intimidazione che sarebbe rientrato grazie ai buoni uffici del presidente della Bce), oppure l’ultima intemerata di Fitch, che ha diffuso una nota sul rating dell’Italia, il cui '' potenziale disfacimento della coalizione di governo mette a rischio gli obiettivi di politica fiscale di breve e medio termine, e crea incertezza in un momento cruciale nelle ultime fasi di definizione del bilancio 2014, aggiungendo che sarebbe addirittura compromessa e di difficile ottenimento l'assistenza della Ue, a causa della condizionalità dei programmi Esm e Omt nel caso venisse richiesta”; o la scure di Moody’s su Telecom Italia, che dopo aver tagliato il rating del gruppo a Ba1, livello «junk», spazzatura, ha ottenuto l’effetto contrario sul titolo, cresciuto oggi in borsa del 3%, sono così screditate da non essere più temute.   Fitch e Standard & Poor's, accusate di manipolazione dei mercati continuata e pluriaggravata dal PM della Procura di Trani, Michele Ruggiero, per aver posto una serie di artifici e raggiri nell'elaborazione e diffusione dei rating sul debito italiano sovrano tra maggio 2011 e gennaio 2012, che vede imputati per S&P sono Deven Sharma (presidente di Standard & Poor's Financial Service dal 2007 al 23 agosto 2011), Yann Le Pallec (managing director head of insurance rating di S&P, sede di Londra) e gli analisti senior del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer, per Fitch David Michael Willmoth Riley, capo rating a Londra e Alessandro Settepani, senior director per il rating a Milano, la devono smettere di lanciare intimidazioni diventate armi spuntate agli occhi dei mercati.    Le 3 sorelle del rating, che in passato sono riuscite a condizionale il corso della democrazia di uno Stato sovrano, sono le stesse ampiamente ed universalmente screditate con i giudizi favorevoli su Parmalat (poi fallita con un buco da 14 miliardi di euro) ed il fallimento nel 2008 di Lehman Brothers, quando fino all’ultimo momento non si accorsero di nulla, dopo aver miseramente fallito nei loro giudizi prezzolati sui sub-prime l’anno precedente, o quando hanno indotto il dipartimento di Giustizia Usa ad aprire un' inchiesta sui giudizi (sbagliati) attribuiti da Standard & Poor’s ad alcuni prodotti legati ai mutui ipotecari americani prima dello scoppio della crisi dei sub-prime nel 2007, la stessa agenzia che nel tagliare il rating agli Stati Uniti, ha commesso un errore da 2 mila miliardi di dollari.    Comportamenti gravi di entità private nel cui azionariato sono presenti banche e grandi fondi speculativi, gravissimi da parte dell’Esma, ennesimo baraccone europeo che rilascia la licenza ad operare alle agenzie di rating senza che abbia sollevato alcuna obiezione per le usuali scorrettezze di diffondere report ad orologeria durante le fasi delle contrattazioni in borsa, costituendo un precedente omissivo da parte della Consob, succursale subalterna interessi speculatori, che non mai sanzionato comportamenti delittuosi, come il comunicato di Fitch sull’Italia a mercati aperti il 30 settembre scorso, durante la crisi di Governo.

 

09/10/2013

Documento n.9504

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