Recupero crediti con interessi abnormi. Inibita l?applicazione a Edi ed Edifin

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADUSBEF - FEDERCONSUMATORI RECUPERO CREDITI CON INTERESSI ABNORMI: IL TRIBUNALE CIVILE DI ROMA, ACCOGLIENDO LE TESI DI ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI, ASSISTITI DAL PROF.AVV. UGO RUFFOLO, HA INIBITO ALLE SOCIETA? ?EDI? ED ?EDIFIN? DI APPLICARE COSTI DI RECUPERO ED ALTRE SPESE EXTRAGIUDIZIARIE PER ESAZIONE DOMICILIARE, PERCHE? NON COSTITUISCONO LE SPESE DI PAGAMENTO ! APPLICANDO LA ?CLASS ACTION? PREVISTA DALLA LEGGE 281/98, IL GIUDICE DESIGNATO NICOLETTA ORLANDI, ORDINA LA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA SUI 2 MAGGIORI QUOTIDIANI, PER INFORMARE COMPIUTAMENTE 163.416 CITTADINI, COLPITI DA ELEVATE INGIUNZIONI DI PAGAMENTO. Federconsumatori ed Adusbef avevano invitato centinaia di migliaia di cittadini, destinatari di ingiunzioni di pagamento per vecchie bollette telefoniche (crediti ceduti dalla Tim) inviate dalle società Edi srl ed Edifin srl, a non pagare alcunché, in attesa della pronuncia del Tribunale Civile di Roma, al quale si erano rivolti, patrocinati dal prof. Ugo Ruffolo, per chiedere di inibire comportamenti lesivi dei diritti dei consumatori. Il Tribunale Civile, accogliendo le richieste di Federconsumatori e Adusbef: ?ritenuto che ricorrono in modo paradigmatico le esigenze di tutela cautelare dei consumatori perseguite anche da altri ordinamenti (class action); osservato che va disposta, ai sensi dell?art.3 legge 281/98,la pubblicazione per estratto della presente ordinanza; ordina a EDI srl di non procedere alla riscossione delle somme richieste ai debitori ceduti da Tim a Edifin Spa a titolo di costo recupero (tariffa applicata) e di spese extragiudiziarie per esazione domiciliare,in quanto non costituenti spese del pagamento; ordina la pubblicazione sui quotidiani la Repubblica e Corriere della Sera?. Tim aveva ceduto ad una società di recupero crediti denominata ?Vonwiller?, oltre 700.000 crediti individuali risultanti da altrettante bollette telefoniche non onorate di consumatori che erano passati dal sistema TACS al sistema prepagato GSM,al prezzo di 2 lire su 100 lire,confidando che le restanti 98 lire sarebbero state sufficienti a coprire le spese per il recupero. Qualche mese dopo (ottobre 2002) centinaia di migliaia di cittadini, avevano ricevuto una ingiunzione di pagamento da parte della società EDI (Esazioni Dirette- Sezione Recupero Forzoso Credito),che con un prestampato paragonabile a quello del ministero delle Finanze con lo stemma della Repubblica ed un analogo timbro circolare,chiedeva per conto del creditore EDIFIN (che ha dato mandato per il recupero del credito cedute dalla TIM alla Vonwiller e da questa alla Edifin),ingiungendo di pagare,nel migliore dei casi, quasi il triplo della somma originaria, nel peggiore dei casi, quasi cinque volte il presunto debito originario. ?Poiché non avete rispettato i termini di pagamento stabiliti - aggiunge la lettera recapitata ai cittadini - siete decaduti dal beneficio del pagamento dilazionato. In base alla vostra posizione inadempiente sono inoltre a vostro completo carico le spese sostenute nonché gli interessi moratori. Pertanto vi invitiamo a versare entro e non oltre 10 giorni dalla data della presente l?importo di Euro ??..ricordandovi che non ottemperando al pagamento di quanto sopra, ci vedremo costretti a presentare, alla competente AUTORITA? GIUDIZIARIA, ricorso per decreto ingiuntivo con eventuali maggiori spese a vostro carico?. Tra spese, costi e commissioni, 51 euro di presunto debito originario nei confronti di Tim, ceduto alla Vonwiller per un controvalore di 1,02 euro, diventano 142,97 euro pari ad un tasso di interesse del 280,3 per cento, se si paga entro 10 giorni, di ben 229,73 euro, pari ad un tasso di interesse del 450,45 se si superano i 10 giorni, maggiorati come sono di interessi moratori, rivalutazione monetaria, spese, costo recupero, costituzione in mora, spese extragiudiziarie, imponibile ed Iva! Ma la cosa più vergognosa è costituita dal fatto che, in violazione della legge sull?usura (n° 108/96), la società di recupero ha acquistato 51 euro di crediti pagandoli 1,02 euro, dai quali ricaverà 142,97 euro se l?utente si lascia intimidire e paga entro 10 giorni, corrispondendo un tasso di interesse del 14.016 (quattordicimilasedici) per cento su base annua, mentre, trascorsi 10 giorni, dovrà affrontare un tasso di interesse pari a 44.161 (quarantaquattromilacentosessantuno) l?anno! Il giudice designato del Tribunale Civile di Roma, dott.ssa Orlandi, applicando la legge 281/98, ha scritto nell?ordinanza, una delle più belle sentenze per la tutela dei diritti dei consumatori in merito al far west delle società di recupero crediti, che agivano indisturbate, senza neppure documentare compiutamente la liceità o meno del credito (spesso prescritto), caricando il debito originario di costi, spese e commissioni improprie. Con questa sentenza milioni di consumatori sono più tutelati!

18/03/2003

Documento n.2958

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