Parmalat. Si indaghi sugli omessi controlli di Autorità di vigilanza, società di revisione, collegio sindacale.

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA DELL?INTESA DEI CONSUMATORI PARMALAT: IN UN ESPOSTO-DENUNCIA INVIATO ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA DI PARMA, MILANO E ROMA, L?INTESA DEI CONSUMATORI HA CHIESTO DI INDAGARE SUL ?BUCONERO? DEI BILANCI E SUGLI OMESSI CONTROLLI DI AUTORITA? VIGILANTI, SOCIETA? DI REVISIONE E COLLEGIO SINDACALE. IPOTIZZATI I REATI DI FALSO IN BILANCIO, FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI ED AGGIOTAGGIO PER LA DISSOLUZIONE DI LIQUIDITA? REGISTRATA PARI A 3,5 MILIARDI DI EURO, APPARENTEMENTE SVANITA IN QUALCHE PARADISO FISCALE. In tre esposti-denuncia presentati alle Procure della Repubblica di Parma (sede legale Parmalat), Milano (piazza finanziaria dove avvengono le contrattazioni e sede legale di primarie banche), Roma (sedi legali sia di alcune banche finanziatrici del gruppo che delle autorità vigilanti),l?Intesa dei Consumatori (Adoc,Adusbef,Codacons, Federconsumatori),ha chiesto di aprire un?indagine volta ad accertare tutte le responsabilità dell?ennesima vicenda finanziaria che distrugge il pubblico risparmio e riduce sul lastrico migliaia di risparmiatori. La questione del mancato rimborso di bond Parmalat per 150 milioni di euro ?ha scritto l?Intesa dei Consumatori negli esposti- evidenzia in maniera drammatica il tema della tutela del pubblico risparmio e dei consigli,spesso interessati delle banche, per far investire i denari dei risparmiatori in prodotti ad altissimo rischio come obbligazioni Cirio, Argentina,Giacomelli, ecc.,che ha messo a repentaglio il sudato risparmio per oltre 600.000 risparmiatori assieme a quello dei controlli preventivi di collegio sindacale,società di revisione dei bilanci ed autorità di vigilanza, che non riescono a prevenire fenomeni diffusi di distruzione del risparmio di una vita; Ricordando che i prestiti obbligazionari Parmalat in circolazione,emessi da primarie banche, quali ad es. U.B.S.; Deutsche Bank; Nextra (gruppo Banca Intesa),ammontano a 7,179 miliardi di euro,e che l?esposizione delle banche verso il gruppo Parmalat sia pari a 3 miliardi di euro, l?Intesa dei Consumatori ha chiesto di accertare come sia possibile,iscrivere nei bilanci liquidità apparentemente fittizie,dirottate nei fondi esteri come Epicurum o nei paradisi fiscali, senza le connivenze degli addetti ai controlli che avrebbero il dovere di prevenire insolvenze che danneggiano i risparmiatori minando irrimediabilmente il rapporto di fiducia ridotto al lumicino, nel sistema bancario. Poiché spesso le banche piazzano i titoli che hanno in portafoglio ad ignari risparmiatori per addossare ad essi sicure insolvenze (bond Argentini); inventano sofisticate operazioni finanziarie per scaricare sulla clientela i rischi di incauti affidamenti (bond Cirio); suggeriscono,mediante analisti finanziari di acquistare titoli od obbligazioni Parmalat pronosticando futuri guadagni (Smith Barney, gruppo Citibank,a sua volta finanziatrice di Parmalat,nel report del 13.11.2003), l?Intesa dei Consumatori chiede alle on.li Procure della Repubblica di aprire una indagine volta ad accertare se nei comportamenti adottati dalle banche non si possano configurare ipotesi penalmente rilevanti, per truffare il pubblico dei risparmiatori ed eventuale omessa vigilanza delle autorità preposte ai controlli.. Si chiede infine di accertare,nel caso Parmalat,di considerare le ipotesi di falso in bilancio e false comunicazioni sociali,con il concorso di collegio sindacale e società di revisione (Deloitte e Touche) oltre a quelli di aggiotaggio,dato che le pubbliche dichiarazioni,uscite anche a mezzo stampa, tendevano a rassicurare i mercati circa liquidità disponibili del Gruppo Parmalat pari ad almeno 3,5 miliardi di euro,liquidità apparentemente dissolta, vista l?impossibilità attuale a rimborsare obbligazioni per soli 150 milioni di euro.

12/12/2003

Documento n.3646

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