PARMALAT: SE LE BANCHE “COMPLICI” SAPEVANO DAL 1997, COME MAI IL COMMISSARIO BONDI NON HA ESERCITATO, FINORA,ALCUNA AZIONE REVOCATORIA CONTRO

in Comunicati stampa
PARMALAT: SE LE BANCHE “COMPLICI” SAPEVANO DAL 1997, COME MAI IL COMMISSARIO BONDI NON HA ESERCITATO, FINORA,ALCUNA AZIONE REVOCATORIA CONTRO GLI ISTITUTI DI CREDITO FACENDO RIENTRARE NEL PASSIVO, ALMENO 6 MILIARDI DI EURO ? MENTRE LE BANCHE SCARICANO ALLEGRAMENTE SULLA CLIENTELA, CON AUMENTI INGIUSTIFICATI PUBBLICATI IN G.U. I LABILI RIMBORSI, L’UNICA CONCILIAZIONE SERIA E’ STATA QUELLA DI CAPITALIA, CHE HA RESTITUITO,SENZA SE E SENZA MA, SOLDI VERI AI RISPARMIATORI ! Se come ha sempre sostenuto Adusbef, le banche (e non poteva essere altrimenti: altro che vittime e/o parti lese !),ben sapevano dal 1987 la situazione drammatica dei conti della Parmalat,con una situazione debitoria (“voragine nascosta”) nei bilanci ufficiali di 4 miliardi di euro nel 2002,e di 3,9 miliardi nel 2003,come mai il commissario Bondi,che ha inviato una relazione alla Procura di Milano,non ha avviato alcuna azione revocatoria per far rientrare nel passivo (quindi nella disponibilità dei creditori) almeno 6 miliardi di euro,che consentirebbe di triplicare le percentuali “elemosine” del concordato preventivo ? Ed anche la relazione conclusiva del consulente tecnico della Procura della Repubblica di Milano nell’ambito dell’inchiesta per aggiotaggio,conferma la “complicità delle banche” nel crack Parmalat,guidata da soggetti che hanno fatto ricorso ai più disparati raggiri per celare la debolezza di un gruppo indebitato ogni ragionevole dubbio: è stata la tolleranza,ossia la complicità di diversi operatori finanziari che hanno collaborato con l’azienda di Collecchio,ad aver consentito l’artificiosa SOPRAVVIVENZA IN BORSA DI UN GRUPPO DECOTTO DA MOLTI ANNI,MA PERCEPITO DAI PICCOLI RISPARMIATORI COME UN’ENTITA’ SOLIDA E AFFIDABILE. Dopo la relazione alla Procura di Milano,sarà difficile che la grandi banche continuino a sostenere la tesi della estraneità al dissesto finanziario che ha portato al grande crack con un coinvolgimento di 135.000 risparmiatori tra azionisti ed obbligazionisti,ed a questo punto proprio le più esposte dovrebbero praticare quei dovuti rimborsi,alla stessa stregua di quanto ha fatto finora il Gruppo Capitalia,che ha indennizzato i clienti italiani ed esteri senza se e senza ma. Perché se da una parte i cosiddetti “tavoli di conciliazione” marciano a rilento con rimborsi ridicoli del 25-30 per cento,come quelli di Banca Intesa,oppure sono “tavoli desaparecidi” molto fumo e poco arrosto,come quelli di Unicredit finalizzati esclusivamente ai bond Cirio con l’esclusione dei dipendenti del gruppo,secondo la stramba teoria che gli impiegati dovevano sapere mentre i massimi dirigenti erano all’oscuro professandosi vittime e parti lese,vi è una sola certezza: che le banche stanno raccogliendo la cosiddetta “provvista” mettendo in cascina gli eventuali rimborsi,con una raffica inusitata e senza precedenti di aumenti su spese,costi e commissioni,ed introduzione di nuovi balzelli. Gazzetta Ufficiale docet !

22/07/2004

Documento n.4059

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