OLIMPIADI ROMA 2024: NON SONO LA PRIORITA' PER LE FAMIGLIE ED I GIOVANI (SENZA LAVORO AL 39,2%), IN UN PAESE SUPER-INDEBITATO (2.248.8 MLD DI EURO, AL RITMO DI 5 MLD AL MESE CON RENZI), CON I GOVERNI CHE USANO I GIOCHI COME POTENTE ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA. QUASI TUTTE LE OLIMPIADI,LASCIANO POCHE INFRASTRUTTURE E MOLTI DEBITI PER INTERE GENERAZIONI.

in Comunicati stampa

   In un Paese divorato da corruzione ed illegalità, con il più imponente debito pubblico pari a 2.248,8 mld di euro, cresciuto con l’attuale Governo al ritmo di 5 mld al mese pari a 116.000 euro al minuto, una pesante ipoteca che grava sul futuro dei giovani, a chi e cosa servono  le Olimpiadi –di recente giudicate: “fantastiche dal presidente Renzi, perché porterebbero soldi alle periferie”, che secondo l’analisi di Gavin Poynter, professore di scienze sociali alla East London University e direttore del centro di ricerca universitario LERI, vengono:  “spesso presentate come opportunità di rigenerazione per la città che li ospita, ma finiscono invece col diventare uno spreco di risorse pubbliche e un ottimo affare solo per le speculazioni private“ ?

    Se le Olimpiadi o i mondiali,  possono essere funzionali alle classi politiche ed economiche  per appagare il delirio di onnipotenza di immarcescibili saltimbanchi e molti affari per gli imprenditori, i Giochi spesso vengono utilizzati per ipotecare il futuro dei giovani gonfiati di debiti e come potenti armi di distrazione di massa, con la finalità di offrire con lo spettacolo, ripreso in mondovisione da mass media e Tv che ne finanziano una minima parte dei costi,  effimeri  sollievi a condizioni economiche e sociali delle famiglie, che potrebbero essere momentaneamente appagate con le medaglie, prima di finanziare con le loro fatiche, i costosi apparati pubblici.

   Roma, che non si è ancora ripresa dai mondiali di Nuoto del 2009 (con un deficit di 9 milioni di euro), che ha lasciato debiti e macerie ancora tutte da smaltire, dopo  l’inchiesta dei magistrati sui “grandi eventi” e le “cricche degli appalti” con  imprenditori e funzionari pubblici coinvolti, come il palazzetto delle vele di Calatrava a Tor Vergata, 250 milioni di euro per un cumulo di cemento e un ammasso di ferro  che potrebbe costare circa 700 milioni di euro; i 26 milioni di euro per la piscina di Ostia; i 13 milioni di Valco San Paolo; o la piscina costruita su suolo pubblico con fondi privati, poi offerta in concessione al Circolo Aniene, ha veramente bisogno delle Olimpiadi ?

    Come si può verificare dalle tabelle elaborate da Adusbef e da un recente studio della Oxford University, quasi tutte le edizioni dei giochi, oltre a portare debiti, hanno visto raddoppiare il budget iniziale previsto, in media di un + 176%, a partire dalle Olimpiadi di Toronto, del 1976: nonostante l’allora sindaco Jean Drapeau avesse detto che «i giochi olimpici non possono perdere soldi i costi – inizialmente stimati in 250 milioni di dollari – lievitarono fino a ben oltre i due miliardi, al punto che il governo locale fu costretto ad istituire una tassa speciale sui tabacchi per ripagare i debiti, in particolare per la costruzione dello stadio olimpico, presente trent’anni dopo la fine dei Giochi ed estinta solo a fine del 2006.

   Tutte le edizioni successive a quella del 1984 sono state una perdita netta per le amministrazioni pubbliche locali e nazionali. In Spagna il governo, la città e la regione di Barcellona (sede delle Olimpiadi 1988) ci rimisero oltre 6 miliardi di dollari. Ad Atene il rosso delle casse pubbliche, dopo le Olimpiadi 2004 che batterono tutti i precedenti record di costi, è stato di oltre 10 miliardi (su spese complessive di 15) contribuendo al disastro dei conti del paese. A Pechino – che per i giochi del 2008 batterono il record di spesa appena stabilito da Atene – il costo netto per le casse pubbliche è stato addirittura di oltre ventisei miliardi di dollari.

   Adusbef, impegnata da anni a diffondere politiche economiche sostenibili ed una riduzione del debito pubblico,  che non ha condiviso notoriamente alcunché del governo tecnico presieduto dal senatore Mario Monti dalla fine del 2011, ritenne (e a maggior ragione oggi)  ritiene sacrosanta quella decisione di far rinunciare Roma alla candidatura delle Olimpiadi, per offrire un segnale di serietà e rigore nella gestione dei conti pubblici, per evitare che si possa continuare a giocare sulla pelle dei giovani, mentre il Paese non è ancora uscito dalla gravissima crisi economica, etica e morale che da anni lo perseguita, come certificato anche oggi dai dati Istat.

                                                                                                                       Elio Lannutti (Adusbef)

 Roma, 2 settembre 2016

 

COSTI OLIMPIADI ESTIVE ED INVERNALI (VARIE EDIZIONI) Stime ed elaborazioni Adusbef

STATO

EDIZIONE

COSTO PREV.

in MLD di dollari

COSTO SOST.

in MLD di dollari

Variaz. %

SPAGNA

BARCELLONA 1992

4,7

  9,70

+ 106,3 %

USA

ATLANTA 1996

2,9

  4,30

+ 48,3 %

AUSTRALIA

SIDNEY 2000

2,5

  4,90

+ 96 %

GRECIA

ATENE 2004

6,8

15,00

+ 120,6 %

ITALIA

TORINO 2006

2,7

4,37

+ 61,9 %

CINA

PECHINO 2008

9,1

26,4

+ 190,1 %

CANADA

VANCOUVER 2010

2,6

6,70

+ 157,7 %

GRAN BRETAGNA

LONDRA 2012

8,8

14,5

+ 64,8 %

RUSSIA

SOCHI 2014

8,6

23,90

+ 178,0 %

BRASILE

RIO 2016

4,5

12,6 (stima)

+ 180,0 %

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I Giochi invernali si sono svolti a Torino (2006), Vancouver (2010), Sochi  (2014)

Per le Olimpiadi di Rio, appena concluse, nonostante i massicci investimenti (c’è chi parla di 26 mld di dollari negli ultimi anni), il Pil è calato del -3,8%, senza avere effetti positivi sull'economia nazionale, passando  dal +0,1% del 2014 al -3,8% del 2015.

09/02/2016

Documento n.10382

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