MPS: SENZA LIMITI L'ARROGANZA DI PROFUMO (GIA’ SONORAMENTE SFIDUCIATO E SCONFITTO DALLA FONDAZIONE SU AUMENTO CAPITALE), E LORO SOLERTI LUSTRASCARPE!

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COMUNICATO STAMPA

MPS: SENZA LIMITI L’ARROGANZA DI PROFUMO (GIA’ SONORAMENTE SFIDUCIATO E SCONFITTO DALLA FONDAZIONE DI SIENA SULL’AUMENTO DI CAPITALE), E DEI LORO SOLERTI LUSTRASCARPE.

    Non ha limiti l’arroganza di Profumo, avido banchiere massimo esperto in derivati tossici e  frodi fiscali (per il quale è stato rinviato a giudizio dal Pm Alfredo Robledo e sta subendo il processo) e dei loro solerti lustrascarpe, che tentano di ricostruirgli una reputazione, dopo la sonora sconfitta subita ad opera della Fondazione sull’aumento di capitale.       L’arrogante intervista semisdraiata di oggi a Repubblica del presidente di Mps, Alessandro Profumo, secondo cui se salta l'aumento di capitale della banca senese rischia tutto il sistema bancario italiano, fa parte della cultura di un personaggio nominato da quella “politica” da lui tanto denigrata, non certamente dalla fata turchina, nonostante avesse combinato disastri coi derivati tossici e fosse sotto processo, per frode fiscale ai danni dello Stato col ‘sistema Brontos’.    Profumo afferma di aver deciso di restare assieme a Viola una ragione molto semplice: ‘se ce ne fossimo andati, il traguardo della ricapitalizzazione e quindi del pieno rilancio della banca, che oggi resta molto difficile, sarebbe diventato impossibile’, dimenticando che tale sicumera di abile quanto indispensabile banchiere, è stata fatta a pezzi da una recente perizia depositata agli atti della Procura di Roma, sia sul suo discutibile operato ad Unicredit, che sulla maxi-liquidazione da 40 milioni di euro pagata dalla banca per la sua cacciata.    Il professor Loconte nella perizia richiesta dai Pm Nello Rossi e Michele Nardi, smonta la sedicente abilità del banchiere d’azzardo, riportando nei grafici il triste andamento di Borsa del titolo Unicredit, le cui azioni ad aprile del 2007 valevano 7,665 euro, contro i 2,26 del 21 settembre 2010, giorno delle sue dimissioni. E riporta i giudizi del mercato sulla sua politica di acquisizioni: "Alcuni analisti evidenziano che le cause di questo crollo azionario siano dovute al fatto che il Ceo Profumo acquistando HVB nel 2005 non ha comprato una grande e solida banca tedesca, ma un istituto pieno di titoli tossici, troppo esposto sul mercato immobiliare, e che la fusione con Capitalia nel 2007 sia avvenuta per incorporazione, senza per altro una due diligence".  Due operazioni che "hanno visto il Ceo di Unicredit muoversi con discrete dosi di azzardo".    Alla fine delle 30 pagine di analisi, si legge così che: "in base alla performance della banca nel periodo 2007-2010, e da quanto percepito da Profumo al suo addio, si valuta che la cifra da corrispondere da parte della banca sarebbe stata circa la metà di quella effettivamente corrisposta". Dalla perizia della Procura emerge un danno patrimoniale che potrebbe anche originare un'azione di responsabilità da presentare alla prossima assemblea degli azionisti Unicredit, e che i piccoli azionisti avrebbero il dovere di proporre per il recupero di 20 milioni di euro, elargiti avventatamente ed immotivatamente per cacciarlo dalla banca.    Ma non è finita qui, perché Adusbef continuerà a battersi per la trasparenza e la legalità contro un sistema bancario “marcio ed arrogante”, protetto come al solito dalla consolidata cricca ‘Bankitalia-Ministro dell’Economia’, che continua a fare danni quotidiani taglieggiando i consumatori, utenti dei servizi bancari, famiglie e Pmi.

15/01/2014

Documento n.9599

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