MANOVRINA: 120 EURO A FAMIGLIA PIU’ BOLLI, E IMPOSTE VARIE

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA DELL’INTESA DEI CONSUMATORI MANOVRINA: AI 120 EURO A FAMIGLIA,SI AGGIUNGE L’AUMENTO DELLE MARCHE DA BOLLO,IL RADDOPPIO DAL 10 AL 20 PER CENTO DELL’IMPOSTA DI REGISTRO E L’IMPOSTA SOSTITUTIVA SUI MUTUI DALLO 0,25 AL 2 PER CENTO SULLE SECONDE CASE CON UN AGGRAVIO MEDIO DI 3.800 EURO SUGLI IMMOBILI DA 240.000 EURO ! IL OVERNO “ROVINA FAMIGLIE”,CHE HA PORTATO AL COLLASSO IL PAESE,NON GODE PIU’ NEPPURE DELLA FIDUCIA DI BANCHE E ASSICURAZIONI,CHE HANNO GIA’ DIMENTICATO IL DECRETO TRUFFA SALVACOMPAGNIE DA 4,2 MILIARDI DI EURO ! Dopo aver negato per 2 anni la gravità del bilancio dello Stato, tenuto in piedi con espedienti da finanza creativa,il Governo ha varato una prima mini-stangata di aggiustamento dei conti pubblici le cui ricadute erano state calcolate per 120 Euro a famiglia (37 € per i servizi bancari, 38 € per quelli assicuratici, 15 € per l’effetto trascinamento dell’inflazione sui tabacchi, 30 € per i tagli agli enti locali che si ripercuoteranno sui cittadini attraverso la fiscalità locale e il taglio ai servizi sociali). Ma la manovra che sarà approvata stasera,sulla quale è stata posta la fiducia,contiene una ulteriore “stangatina” sulle marche da bollo,quindi farà aumentare ancora i costi della burocrazia dopo quelli sulla giustizia, già rincarati del 25 per cento con le nuove tariffe professionali degli avvocati, ed una vera e propria stangata sulle compravendite delle seconde case,con un raddoppio dal 10 al 20 per cento dell’imposta di registro,ipotecaria e catastale,e dallo 0,25 al 2 per cento (ben 8 volte) dell’imposta sostitutiva sui mutui con un aggravio medio di 3.800 euro sugli immobili da 240.000 euro: visto che a causa del risparmio tradito,i cittadini non investono più in prodotti finanziari,il Governo colpisce,per ritorsione l’unica alternativa rappresentata dal mercato immobiliare per frenarne la crescita ! Il Governo “rovinafamiglie” che ha portato al collasso l’economia del Paese,oltre a non avere più quel consenso popolare derivante dalle mancate promesse da marinaio racchiuso nello slogan: “meno tasse per tutti” mentre in realtà aumentava dello 0,9 per cento la pressione fiscale nel 2003,con un gravame di 180 euro sui redditi di 20.000 euro,non sembra godere neppure dell’appoggio delle banche e delle assicurazioni,che si stracciano le vesti avendo già dimenticato (come volevasi dimostrare) il “regalo” pari a 4,2 miliardi di euro contenuto nel decreto truffa salvacompagnie. A parte la sicura incostituzionalità dei tagli con effetto retroattivo agli enti locali che avevano deliberato, se non già avviato impegni di spesa,gli odiosi tagli del 10 per cento ai comuni,finiranno per ripercuotersi negativamente sulla fiscalità locale già aumentata del 33 per cento,sugli investimenti,sui servizi sociali,sulla manutenzione delle strade,gli asili nido,l’assistenza agli anziani che non potranno essere surrogati dalle estemporanee proposte di apertura delle caserme dei pompieri o negli inviti di soggiorno “coatto” nei supermercati, per refrigerare il bisogno di un cambio radicale di una politica economica sbagliata che ha premiato i soliti ricchi ed impoverito anche il ceto medio. Intesaconsumatori,che attende una convocazione del governo sul DPEF,conferma la mobilitazione dei cittadini stremati per il 16 settembre 2004,quarto sciopero della spesa.

22/07/2004

Documento n.4058

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