LEHMAN: A 5 ANNI DAL CRACK,COSTATO 6.850 MLD DI DOLLARI CHE HA DISTRUTTO 40 MILIONI DI POSTI DI LAVORO, CONTINUA L’AZZARDO MORALE DEI BANCHIERI,

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

 

LEHMAN: A 5 ANNI DAL CRACK,COSTATO 6.850 MLD DI DOLLARI CHE HA DISTRUTTO 40 MILIONI DI POSTI DI LAVORO, CONTINUA L’AZZARDO MORALE DEI BANCHIERI, CHE INCASSANO INCENTIVI MILIONARI,ADDOSSANDO LE PERDITE ALLA FISCALITA’.

 

   A cinque anni dal crack della Lehman Brothers nel dissesto tra i più gravi della storia economica mondiale, che secondo stime internazionali ha distrutto 40 milioni di posti di lavoro nel mondo globalizzato, che colpì anche 127.000  risparmiatori italiani ai quali erano stati venduti polizze index con sottostanti Lehman e circa 6 miliardi di obbligazioni dei 35,4 miliardi di euro emessi dalla compagnia olandese “Lehman Brothers Treasury”, i risarcimenti a rate (che arriveranno a coprire circa 28 centesimi su ogni euro investito) languono, le banche continuano a piazzare titoli tossici ed a creare denaro dal nulla con derivati OTC (fuori dai mercati regolamentati) per 630.000 miliardi di dollari, i banchieri a piede libero a fare vita da nababbi, le autorità vigilanti europee (Esma,Bce), a dormire sonni tranquilli, adottando le migliori strategie per addossare a correntisti e risparmiatori le future bancarotte.      

   Ignari risparmiatori scoprirono quel lunedi 15 settembre di 5 anni fa, di aver acquistato dalle banche italiane, che reclamizzavano la bontà delle obbligazioni Lehman sul sito dell’Abi “Patti Chiari” con il bollino della massima affidabilità, 14 obbligazioni Lehman semplici ed a «basso rischio» mantenute fino al pomeriggio di lunedì 15 settembre 2008, tre delle quali, già a marzo 2008 (sei mesi prima del fallimento) avevano maturato il 40% di probabilità di perdere oltre il 50% del capitale investito (rischio emittente Lehman), superiore fino a sette volte i titoli di Stato italiani secondo gli scenari probabilistici che l' ufficio Analisi Quantitative della Consob - in linea con la prassi di mercato - aveva sviluppato, e che oggi il presidente Vegas ha smantellato, in ossequio ai desiderata dei banchieri.

  Pensionati e casalinghe scoprirono così di aver sottoscritto 62 polizze index linked con sottostante bond Lehman: 25 solo di banca Medioanum per 210 milioni di euro appioppate a 12.500 clienti (poi rimborsate); 580 milioni di euro di CNP Unicredit Vita ex Roma Vita, affibbiate a 25.000 utenti;  190 milioni Unipol ed Aurora Vita a 12.000 clienti; 150 milioni di Zurick a 11.000 clienti; 40 milioni di euro di Axa Interlife e MPS a 10.000 risparmiatori.

  Titoli altamente speculativi e derivati venduti dalle banche come normali polizze vita, bond rischiosi come risulta dalle relazioni ai giudici nelle cause intentate e vinte da Adusbef e Federconsumatori, tramite indicatori finanziari non noti, né facilmente accessibili ai consumatori, banche che sapevano del rischio default della banca americana già ad aprile 2008 ben sei mesi prima, ciononostante, hanno continuato a vendere le obbligazioni Lehman spacciandole per ‘sicure’: i Cds (Credit Default Swap) sui prodotti Lehman infatti, una specie di assicurazioni contro il rischio fallimento dell’emittente, all’inizio di marzo 2008 si impennarono (a dimostrazione del rischio fallimento) fino a raggiungere la punta massima di 430 punti base.

   Secondo alcune stime, solo i costi diretti della bancarotta Lehman sono stati valutati in 620 miliardi di dollari, i costi indiretti fino a 6.850 miliardi di dollari, mentre  il famoso blog finanziario Usa Zero Hedge, ha calcolato che rimettere in sesto le banche e far ripartire l'economia globalizzata avrebbe avuto un costo di 18.000 miliardi di dollari. Esaminando i dati contenuti in un report di Deutsche Bank infatti, il debito consolidato dei Paesi del G-7 (dove c'è anche l'Italia) è cresciuto di 18mila miliardi di dollari a un record mai visto di 140mila miliardi: di questi 18mila miliardi, ben 5mila miliardi arrivano dall'azione delle banche centrali del G-7 (ossia Fed, Banca del Giappone, Banca d'Inghilterra e Bce), e solo mille miliardi si devono alla crescita del Pil nominale. In altre parole: per ottenere un dollaro di crescita nel mondo sviluppato, sono stati necessari 18 dollari di debiti, 5 dei quali forniti dalle banche centrali. E come nota Deutsche Bank nel report citato da Zero Hedge, l'enorme debito consolidato accumulato negli ultimi anni (pari al 440% del Pil dei Paesi del G-7) resta gestibile solo se i tassi dei bond governativi non si impennano, altrimenti si va verso una nuova crisi sistemica.

La crisi sistemica è il prodotto  di un modello sociale fondato sulla sopraffazione, l’egoismo, la creazione del denaro dal nulla, l’uso della finanza di carta per preservare il profitto di pochi.  Bisogna battersi contro l’ideologia del debito, delle piramidi finanziarie, l’illusione della finanza capace di generare risorse illimitate, la nuova Eldorado dei bisogni e delle loro soddisfazioni, che rischia di generare rivolte sociali da parte degli esclusi: la politica ed i governi, riflettano sui modelli sociali e sui sistemi economici in crisi fondati sull’ideologia del debito e sulla cupidigia dei banchieri, con sistemi sanzionatori efficaci volti ad impedire nuove crisi di sistema.

 

                    Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti Adusbef e Federconsumatori.

 

Roma, 14 settembre 1013

 

16/09/2013

Documento n.9479

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