LEGGE DI STABILITA': DOPO LE PENSIONI I PATRONATI. PERCHE' RENZI NON SFORBICIA IL GRASSO BILANCIO DI BANKITALIA?
COMUNICATO STAMPA
LEGGE DI STABILITA’: DOPO LE PENSIONI I PATRONATI,PER SMANTELLARE I DIRITTI ED INDEBOLIRE LE TUTELE DEI LAVORATORI. PERCHE’ RENZI NON SFORBICIA IL GRASSO BILANCIO DI BANKITALIA?
Dopo le pensioni il governo Renzi-Poletti con la legge di stabilità, tenta di tagliare 150 milioni di euro di risorse al fondo patronati, necessari presidi territoriali che surrogano lo Stato con indispensabili servizi di sussidiarietà, un fondo che ammonta a 430 milioni di euro ed è interamente finanziato dal contributo dello 0,226 % dei lavoratori dipendenti, per smantellare i diritti ed indebolire le tutele dei lavoratori che hanno così accesso a servizi gratuiti di qualità.
Il sistema dei Patronati che conta 10mila addetti sparsi in oltre 5mila uffici in Italia e all’estero sarà costretto a chiudere la gran parte degli sportelli, licenziare 7mila persone , non fornire più ai cittadini servizi essenziali su previdenza e assistenza».
I Patronati forti di 5.000 uffici in Italia ed all’Estero con 10.000 addetti, offrono servizi di intermediazione gratuita al cittadino non più garantiti dallo Stato, sussidiando il lavoro dell’Inps che si è riorganizzata spostando 6.500 dipendenti destinati al rapporto con il pubblico ad altri servizi; le questure che hanno demandato ai patronati le pratiche per i permessi di soggiorno degli stranieri, conseguendo così un risparmio annuo stimato in circa 564 milioni di euro per l’Inps, 63 milioni per l’Inail, 30 milioni per il ministero degli Interni.
La legge poi prevede dal 2016 la riduzione dell’aliquota di contribuzione allo 0,148%, senza specificare se tale differenza sarà destinata ai lavoratori oppure a tappare qualche altro buco, configurando così un taglio complessivo di circa 300 milioni di euro, ma soprattutto di eliminare quei corpi intermedi di tutela dei diritti dei cittadini che rappresentano un ostacolo all’agire economico ed al decisionismo a senso unico del capo del Governo.
Come mai nella foga punitiva di lavoratori e consumatori, che sembra rispondere ad un disegno dettato dai grandi potentati economici, il Governo non lambisce il grasso bilancio di Bankitalia, di oltre 1,2 miliardi di euro per le spese di funzionamento, con allegri stipendi di 600 milioni di euro per retribuire l’esercito dei dirigenti su 7.000 dipendenti, 1.000 dei quali oltre a retribuzioni da nababbi, possono contare su carte di credito aziendali con limiti di spesa fino a 120.000 euro l’anno, 10.000 euro al mese, ben 400 euro ogni giorno lavorativo ?
Perché il Governo Robin Hood alla rovescia, se la prende sempre con i pensionati al minimo, i lavoratori precari e la povera gente, senza intaccare almeno il 20% di quel patrimonio di oltre 100 miliardi di euro di oro e riserve di Bankitalia, che potrebbe essere impiegato in parte per investimenti in ricerca ed innovazione, colmando così il grave gap tecnologico italiano ed offrendo posti di lavoro ai giovani talenti, costretti ad emigrare ?
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)
Roma, 23.10.2014
23/10/2014
Documento n.9861