Le banche italiane hanno problemi di reperimento di fondi? Si trovano pretesti per ritardare bonifici e si scoraggia il prelievo di contanti

in Comunicati stampa
Le banche italiane hanno problemi di reperimento di fondi? In alcune agenzie si trovano pretesti per ritardare bonifici ordinati da correntisti per trasferire fondi. Altre ostacolano prelievi di contanti allo sportello. Il fenomeno va denunciato! 1) Alcuni concittadini ci informano di difficoltà pretestuose poste in essere dalla propria banca nell’eseguire ordini di bonifico miranti a trasferire somme (ad esempio) presso noti conti di deposito, dove manifestamente la remunerazione delle somme è superiore. In alcuni casi, dopo una settimana, il bonifico ancora non era stato eseguito per fantomatiche autorizzazioni che non arrivano o ritardi dovuti a problemi di funzionamento dei centri elettronici di elaborazione. Questa informazione va associata a quella relativa all’andamento degli spread applicati al tasso dei mutui: alcuni istituti di credito hanno portato la maggiorazione rispetto al parametro di indicizzazione (euribor o tasso BCE) a livelli manifestamente fuori mercato, con spread del 3,5 per cento e, in un caso, del 4,60 per cento. Se questa seconda manovra (aumento dello spread) è del tutto legittima, ricadendo tra le scelte di politica industriale di limitazione degli impieghi, la prima (ritardo nell’eseguire ordini di uscita) è del tutto arbitraria e va denunciata. Anzitutto alle nostre associazioni, ma anche all’Ufficio di vigilanza della Banca d’Italia (via Nazionale, 91 - 00184 Roma), perché (al di là dei danni finanziari e giudiziari che tali speciosi ritardi possono causare) viola il diritto dei correntisti a veder eseguire i loro ordini con la diligenza del buon contabile. In un settore che, a sentire Abi e Bankitalia, è soggetto ai duri meccanismi della concorrenza, esiste un solo modo corretto di superamento dei problemi di approvvigionamento di fondi: aumentare la remunerazione offerta ai depositanti, in troppi casi pari a zero. 2) In alcune agenzie si ostacola il prelevamento di contanti richiesto dai correntisti, specie se oltre certe cifre. Il pretesto è giustificato con fumose considerazioni sulla normativa circa l’uso del contante. Al correntista che insiste per entrare in possesso di liquidi arriva la minaccia: “Guardi che noi dobbiamo avvisare la Guardia di Finanza….. dobbiamo chiederle a che cosa le servono….!”. La limitazione dell’uso dei contanti è nei pagamenti effettuati e non nei prelevamenti presso sportelli bancari. I quali soggiacciono a due sole condizioni: che il saldo del conto corrente o del libretto di risparmio sia capiente e disponibile e che la banca sia stata informata preventivamente della necessità di prelevare. Questa seconda condizione deriva dal fatto che, per limitare i danni delle rapine, per le banche è opportuno non avere in cassaforte troppi soldi. Alla minaccia di chiamare la Guardia di Finanza da parte del bancario, suggeriamo di rispondere che non solo chiameremo noi i Finanzieri, denunciando questa vera e propria minaccia ed il rifiuto ad eseguire il nostro ordine, ma che informeremo della vicenda anche l’Adusbef, oltre alle autorità di controllo. Questi comportamenti vanno prontamente denunciati perché possono essere il segnale di difficoltà finanziarie crescenti per alcuni istituti di credito. Difficoltà di cui la cittadinanza deve essere informata. Roma, 19-10-2011

19/10/2011

Documento n.9071

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