Istat: il presidente Biggeri oppone il segreto statistico alle richieste di Adusbef

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA ISTAT: IL PRESIDENTE BIGGERI RISPONDE ALLA DIFFIDA ADUSBEF IN MERITO ALLA RILEVAZIONE DI ALCUNI PRODOTTI, CHE CON LE LORO ?ANOMALE? DIMINUZIONI,HANNO CONCORSO AD ABBATTERE L?INFLAZIONE, MA OPPONE IL SEGRETO STATISTICO SULLE TARIFFE FERROVIARIE (CHE SONO INVECE PUBBLICHE),MENTRE PER IL ?CALO? DEI MEDICINALI (-3,8 PER CENTO PER ISTAT; + 15,9 PER OSMED-MINISTERO SALUTE),SI AFFIDA A FEDERFARMA E FARMINDUSTRIA, ?BEVENDOSI? LA BONTA? DEL VINO DELL?OSTE ! ADUSBEF DIMOSTRA, ANCORA UNA VOLTA, LA FALLACIA DEI DATI ISTAT E DI UNA INFLAZIONE LONTANA ANNI LUCE DALLA REALTA? QUOTIDIANA ! IL CLAMOROSO AUTOGOL DEL PRESIDENTE BIGGERI, PONE SERI DUBBI SULLA REALE INFLAZIONE (2,7 PER CENTO ?) REGISTRATA DALL?ISTAT NEL 2003. La nota Istat n. 799 dell?11 febbraio 2004, in risposta all?atto di comunicazione stragiudiziale, diffida, messa in mora ed istanza di accesso ai sensi della legge 241/90, fatto notificare da Adusbef il 15 gennaio scorso, costituisce un tentativo tanto apprezzabile quanto vano di eludere le domande, adducendo motivazioni che nulla hanno a che vedere con le osservazioni poste. L?Istat nega furbescamente l?accesso agli atti e ai dati statistici, invocando improbabili appigli giuridici ed in tal modo tenta di affrancarsi completamente dall?obbligo che le deriva, in quanto istituzione pubblica, di motivare le variazioni di prezzo registrate, soprattutto laddove appaiono palesi anomalie, difficilmente giustificabili. Nel caso specifico, le limitazioni poste all?accesso dei dati non hanno alcun senso, non essendo affatto dimostrata l?analogia con altra richiesta pregressa tale da poter invocare la citata sentenza del Consiglio di Stato. E, se pure fosse, essa interesserebbe in misura marginale solo la prima delle quattro questioni poste nell?atto di diffida, per cui anche volendo accogliere la stravagante tesi interpretativa dell?istituto di statistica, resta l?obbligo giuridico, nonché morale, di mettere a disposizione tutte le informazioni richieste, salvo rendere in forma anonima ed irriconoscibile le notizie relative ai punti di raccolta dei prezzi. Altrettanto pretestuosa, generica e infondata appare l?affermazione che "la specificazione dei modelli effettivamente inclusi nel paniere costituirebbe, d?altra parte, un potenziale elemento di alterazione e turbativa dei mercati; l?esplicitazione delle caratteristiche puntuali della rilevazione può inoltre indurre comportamenti atti a pregiudicare l?indipendenza fra il fenomeno osservato e la sua misurazione"; non essendo in alcun modo dimostrato il nesso con la materia del contendere. Ma lo stesso Istituto, nel confezionare la sua non risposta, deve essersi reso conto della fragilità del proprio impianto difensivo, se, forse al fine di confondere l?interlocutore, ha inteso condire il diniego con una serie di argomentazioni che, come viene di seguito mostrato, appaiono meschine, improprie e inadeguate per un istituto nazionale di statistica che ha, altresì, l?ardire di affermare gratuitamente che le informazioni fornite "presentano un livello di dettaglio, nella specificazione del processo di costruzione degli indici, superiore a quello accordato dal Consiglio di Stato con la richiamata pronuncia". Risulta evidente, infatti, che da alcuni mesi a questa parte si assiste in Italia ad una inflazione a due velocità, quella rilevata territorialmente dai Comuni, per la parte di paniere di loro competenza, che non accenna a diminuire e quella rilevata centralmente dall?Istat che invece ha un andamento decrescente. Tale discrasia è proseguita anche nei mesi di novembre e dicembre, successivi al periodo considerato nell?atto di diffida, come è evidenziato nel grafico seguente. L?oggetto della contestazione non è pertanto, come vorrebbe far credere l?Istat, l?eventualità che l?andamento inflattivo dei prodotti a rilevazione centralizzata possa essere inferiore a quello dei prodotti rilevati territorialmente, quanto la circostanza che negli ultimi mesi del 2003 - senza ragioni valide riconducibili a fenomeni di stagionalità o a provvedimenti di regolamentazione dei prezzi - un numero significativo di voci rilevate centralmente hanno registrato diminuzioni di prezzo di natura eccezionale, che non trovano riscontro nella realtà dei mercati. Per tale motivo, la tabella che pone a confronto la variazione annua degli indici dei prezzi al consumo per i prodotti a rilevazione centralizzata con quelli a rilevazione locale dal 1997 al 2003 è del tutto estranea e fuorviante rispetto alla materia del contendere, essendo ovvio che negli ultimi anni i primi abbiano manifestato una dinamica inflazionistica più contenuta, a causa della differente composizione merceologica. Altrettanto insignificante è il grafico che riporta le variazioni tendenziali degli indici dei prezzi al consumo dei prodotti a rilevazione centralizzata e locale, se non nella sua parte conclusiva, che conferma la fondatezza della contestazione mossa. Così come inutili sono le considerazioni relative alle variazioni congiunturali e tendenziali, anche se, per dovere di precisione sono 5 e non 4 i mesi dell?anno 2003 in cui la variazione congiunturale dei prezzi dei prodotti a rilevazione centralizzata è stata inferiore a quella dei prodotti a rilevazione territoriale e che la dinamica tendenziale dei prezzi a rilevazione territoriale è passata da settembre ad ottobre 2003 da 3 (e non 3,1) a 2,9 per cento, mentre è stato omesso di puntualizzare che, nello stesso periodo, la variazione tendenziale dei prodotti a rilevazione centralizzata è crollata da 1,9 a 1,3 per cento. In ordine alle vaghe e confuse argomentazioni con le quali l?Istat vorrebbe banalmente liquidare i rilievi puntuali mossi, è doveroso osservare che: per i telefoni cellulari, le automobili, i motocicli e ciclomotori non essendo fornita alcuna prova documentale, anche non riconducibile ai soggetti da cui provengono le informazioni, l?unico motivo per il quale si potrebbero accettare le variazioni di prezzo registrate sarebbe una mera professione di fede nei confronti dell?Istat, che dati i recenti trascorsi non sembra al momento plausibile; la riduzione dei prezzi dei motocaravan rappresenta una realtà difficile da digerire, soprattutto perché registrata nel mese di ottobre (e non di novembre come riportato), mentre l?affermazione seguente sulla scarsa rilevanza della voce appare veramente patetica; a fronte di una contestazione sulla diminuzione tendenziale dei servizi marittimi, si contrappone l?argomento della stagionalità, che semmai interessa il profilo congiunturale; anche se non chiaramente esplicitato, l?anomalo aumento del 3,1 per cento dei trasporti ferroviari di settembre 2003 con equivalente diminuzione nel mese successivo, alla luce delle considerazioni svolte, sembrerebbe imputabile alla stagionalità del trasporto di auto al seguito. In questo caso non è ben chiaro perché l?alta stagione abbia inizio a settembre e non, come sembra più probabile, dal 15 luglio, ma soprattutto non sono chiari i motivi per i quali una componente talmente importante da modificare, secondo l?Istat, sensibilmente l?indice mensile, sia stata addirittura esclusa dal paniere 2004 dallo stesso Istat. La realtà è che, anche in questo caso, si è di fronte ad un dato fallace, sul quale l?Istat non fornisce alcun chiarimento o serio e valido elemento giustificativo; per quanto riguarda i medicinali, appare ormai chiaro che nell?anno 2003 l?Istat ha sottostimato pesantemente gli aumenti dei prezzi dei medicinali di fascia C. Se così non fosse, l?Istat non avrebbe avuto alcuna difficoltà a fornire, anche su base aggregata, evidenze statistiche che spieghino come sia possibile, dato che gli italiani non sono diventati nel 2003 farmacodipendenti, che la spesa sia aumentata ed i prezzi diminuiti. Alla luce delle considerazioni esposte, risulta evidente la fondatezza delle contestazioni mosse da Adusbef, non essendo in alcun modo smentite dalle argomentazioni confuse e fuorvianti dell?Istat. Si ribadisce, pertanto, la richiesta di accesso ai dati Istat, che costituisce l?unica modalità concreta di verificare la fondatezza e l?attendibilità di metodologie date per certe, senza alcuna argomentazione specifica e scientifica. Roma,20.2.2004

20/02/2004

Documento n.3788

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