Intervento del Sen. Lannutti, presidente Adusbef, all'audizione del Ministro Grilli del 29-1-2013

in Comunicati stampa

 

Signor ministro,

"La situazione di Mps non è una novità, non è un fulmine a ciel sereno. Conoscevamo le sue problematicità già da un anno. …Sui controlli dico solo che sono di competenza di Banca d'Italia". Erano le sue parole virgolettate riportate alle 12,24 del 24 gennaio dall’Ansa. Poi ha corretto il tiro concertando con il presidente Bce Mario Draghi, all’epoca dei fatti Governatore di Bankitalia, la difesa di un sepolcro imbiancato che deve essere smantellato ed incriminato, come abbiamo chiesto alle Procure della Repubblica, quanto meno per concorso in truffa e culpa in vigilando.

Perché vede, signor Ministro, un buco finora accertato da 15,4 miliardi di euro, ben superiore al crack Parmalat come aveva già annunciato Beppe Grillo venerdì scorso all’assemblea degli azionisti, nello scandalo bancario più grave della Repubblica ricorda lo scandalo della Banca Romana che travolse il governo dell’epoca 120 anni fa, dopo l’arresto, avvenuto il 20 gennaio 1893, del Governatore Bernardo Tanlongo e del cassiere Michele Lazzaroni, per aver duplicato una nutrita serie di biglietti di banca, pressati da continue richieste di denari da parte di ministri, deputati e giornalisti. La Banca Romana infatti, a fronte dei 60 milioni autorizzati, per cui possedeva sufficienti riserve auree, aveva emesso biglietti di banca per 113 milioni di lire, incluse 40 milioni di banconote false in doppia serie.

In quei tempi si creava denaro circolante con la duplicazione dei biglietti di banca, negli ultimi decenni sono state create piramidi finanziarie e montagne di denaro dal nulla, con algoritmi e sofisticati strumenti derivati, 700.000 miliardi di dollari, dieci volte il Pil del mondo, spacciati da avidi banchieri di affari senza scrupoli e con il concorso della colluse Autorità vigilanti, anche mediante HFT, trading ad alta frequenza, per aggredire l’economia reale, commissariare le democrazie, attentare alla sovranità degli Stati ed alla ricchezza delle Nazioni.

Ed è proprio Unicredit, la banca che fu amministrata da Profumo, cacciato a suo tempo dai soci con 40 milioni di euro, subito ricollocato al Monte dei Paschi di Siena, a guidare la classifica delle banche maggiormente esposte coi derivati per un valore di 118 miliardi di euro, seguita a distanza dal Monte dei Paschi, con una esposizione di 18,3 miliardi, derivati per 220 miliardi che hanno intossicato l’economia.

   Invece di approntare difese d’ufficio interessate sulla Banca d’Italia, che non ha vigilato secondo le carte ed i documenti ispettivi, che già sono al vaglio delle Procure della Repubblica per lo scandalo dei derivati tossici del Monte dei Paschi di Siena, sarebbe istruttivo leggere i documenti che provano l’omessa vigilanza di Consob e di Lamberto Cardia, occupato a garantire dorate consulenze al figlio (sui bilanci del MPS palesemente falsi) e di Bankitalia, i cui massimi responsabili sono Mario Draghi, Anna Maria Tarantola, Fabrizio Saccomanni.

 

Il Testo Unico Bancario e il Testo Unico della Finanza attribuiscono alla Banca d'Italia il potere di regolamentare numerosi aspetti dell'attività degli intermediari bancari e finanziari, per assicurare stabilità, efficienza e competitività al sistema finanziario. Come mai, né la signora Anna Maria Tarantola, capo dell’Ufficio di Vigilanza della Banca d’Italia (prima di essere paracadutata alla presidenza Rai anche con i suoi buoni uffici), né il governatore Mario Draghi, hanno mai valutato l’esposizione azzardata del Monte dei Paschi di Siena per acquisire Antonveneta, né le fittizie ricoperture con prodotti derivati, che ne hanno minato la stabilità, configurando perfino ipotesi delittuose come il falso in bilancio e la truffa ?

   E come mai la Banca d’Italia ha omesso perfino di valutare il patrimonio di vigilanza del MPS, eroso da una gestione spericolata del credito e del risparmio, comprese le operazioni di cartolarizzazione denominate “Casaforte”, dato che l’indirizzo di Basilea II, è stato quello della massima tutela a favore dei clienti di Banca. E dopo il crack Parmalat e la requisitoria del PM di Parma Lucia Lotti, che ha accusato la Consob gestione Cardia di contiguità con Tanzi, essendo impossibile ritenere che non si fosse accorta di nulla e che non avesse fatto nulla, gli art.154 ter e 157 del TUF, Testo Unico della Finanza, impongono di verificare che i bilanci di società quotate non siano stati redatti in violazione dei principi di chiarezza, verità e correttezza, integrando i reati di falso in bilancio e false comunicazioni sociali.

   Indubbiamente chi aveva il dovere di verificare correttezza e veridicità dei bilanci del MPS, comprese le operazioni di ricopertura in derivati, come Bankitalia e Consob non lo ha fatto, per questo abbiamo chiesto che l’indagine penale sul Monte dei Paschi di Siena, venga allargata alle distratte autorità che devono essere chiamate in concorso ad una azione di responsabilità, per i danni inferti ai risparmiatori, lavoratori, piccoli azionisti e   contribuenti che hanno ripianato a loro spese, con la rata Imu prima casa il buco (scoperto finora) di 3,9 miliardi di euro di Monti bond, dopo i 2 miliardi dei Tremonti bond.

Le responsabilità gravi, oggettive ed concordanti di Consob (per quanto attiene al falso in bilancio) e Bankitalia, che non è stata ingannata, come vorrebbero far credere alcuni mass media che passano veline acritiche per difendere un sepolcro imbiancato ed un sistema di potere colluso e corresponsabile, per culpa in vigilando, di scandali e crack finanziari, addossati ai risparmiatori-correntisti-lavoratori.

Altro che groviglio armonioso del “Sistema Siena” e la ricerca del capro espiatorio nell’avv. Mussari. Siamo di fronte ad un sistema gelatinoso di collusioni, complicità diffuse anche di ordine istituzionale dei garanti delle malefatte, forse di corruzione, usi, abusi ed ordinari soprusi del sistema bancario con il concorso del controllore a danno di correntisti e risparmiatori, che vedono trafficanti, affaristi, faccendieri e raffinati gangsters travestiti da banchieri nel più grave scandalo della Repubblica.

A me non interessa parlare di banca rossa o bianca. Le responsabilità penali, ci auguriamo vengano accertate in fretta dalla magistratura. Ma esistono responsabilità oggettive di un intero sistema: da quello dell’informazione, con giornalisti embedded arruolati alla causa ignobile di una Banca d’Italia garante delle malefatte, facenti parte di ristrette elites e beneficati dalle confidenze dei Governatori di turno, veri e propri gazzettieri adusi a riportare l’alzata di sopracciglia del sovrano, occultando loro diffuse complicità, sfidando il senso del ridicolo e l’etica deontologica, diventano loro principali correi; passando ad un sistema politico che andando a braccetto coi banchieri per accedere alla loro benevolenza, sono corresponsabili del risparmio tradito e dell’assenza di riforme, in particolare negli assetti proprietari di Bankitalia, grave vulnus di conflitto di interesse coi vigilati.

I derivati con Deutsche Bank e Nomura erano stati infatti correttamente analizzati e segnalati a Draghi e alla Tarantola dai competenti ispettori della Vigilanza che scrivono: "i disallineamenti fra rilevazioni contabili e gestionali riducono la qualità dei dati esposti, in particolare l'indisponibilità di informazioni di dettaglio e l'utilizzo di basi dati non uniformi ha influito sulla tardiva riconciliazione fra modelli interni e segnalazioni in matrice sul rischio di tasso, che l'organo di Vigilanza aveva richiesto sin dal dicembre 2009…Il contributo economico del Servizio, di elevata incidenza, sul margine d'interesse finisce largamente per confondersi con quello della rete commerciale".

La favola dei documenti "segreti" trovati nella cassaforte di MPS da Profumo non regge più, i documenti erano conservati nelle casseforti di Via Nazionale dove Draghi e la Tarantola avevano le chiavi. Anche il Governatore attuale entra nel vortice con la sua incauta dichiarazione "ci hanno nascosto i documenti". Non è vero: i documenti erano stati trasmessi al Direttorio in data 9 novembre 2010. Draghi viene inchiodato anche dagli "stress test" condotti a luglio 2011. Come poteva MPS superare gli "stress test" Europei se ancora non erano state prese misure di Vigilanza indicate come imperative?

   Noi siamo stati tra i primi in assoluto a chiedere le dimissioni dell’avv. Mussari dall’Abi, non attribuendo all’ex presidente della fondazione e del Monte dei Paschi di Siena capacità così luciferine e paranormali da vero e proprio mago della finanza, che fa apparire e sparire poste contabili per miliardi di euro e che rischia di passare per l’unico capro espiatorio di un consolidato sistema bancario colluso, i cui massimi dirigenti, da Bazoli a Profumo,lo avevano eletto a capo di tutti i banchieri, riteniamo che responsabilità e complicità nel buco nero Mps, siano più diffuse ed estese di quelle che si vorrebbe far apparire. Per questo mi permetto di chiedere piena luce sullo scandalo Mps, che potrebbero fare in audizione,gli attuali e passati vertici di Bankitalia, dal Governatore Visco, al presidente Bce Draghi, alla signora Tarantola, che dovrebbero spiegare i meccanismi “ingannatori”, ed i buchi in un sistema di vigilanza che non riesce, o non vuole ad accorgersi ,dei derivati tossici presenti nei bilanci delle banche.

Roma,29.1.2013

29/01/2013

Documento n.9309

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