Il risparmio negato: le conseguenze del caro prezzi

in Comunicati stampa

Comunicato Stampa - Delegazione Adusbef di Pesaro
Avv. Floro Bisello
IL RISPARMIO NEGATO, OVVEROSIA LE CONSEGUENZE DEL CARO PREZZI.

Pochi Pesaresi a fine mese riescono a risparmiare qualcosa, stritolati, come sono, dal caro vita e anche dai costi crescenti imposti da istituti di credito, anche solo per gestire conti correnti e depositi bancari. In base alla indicazione dell?OCSE , le cose qui da noi vanno di male in peggio: negli anni ?60 le famiglie riuscivano a risparmiare circa il 34 % del proprio reddito, nel 2002 i risparmi si sono dimezzati e hanno toccato il 16 % dei liquidi disponibili. Tale tendenza è stata confermata anche dalla recente indagine condotta dall?ABACUS per ACRI, l?associazione delle Casse di Risparmio: solo il 38 % del campione (il 9% in meno rispetto all?anno scorso) ha detto di essere stato nella possibilità di mettere qualcosa da parte nel 2003, mentre il 43 % ha dichiarato di aver consumato tutto il reddito disponibile e il 15 % addirittura di aver eroso i risparmi accumulati nel passato. I bassissimi tassi di rendimento assicurati dagli investimenti più sicuri e i crack finanziari che rischiano di inghiottire i risparmi di una vita, come è accaduto a circa 480 mila investitori con i Bond Argentini e le obbligazioni della Cirio, spingono la maggior parte delle persone a tenere liquidi i propri risparmi, che certamente perderanno sempre più valore tenendo conto dell?indicizzazione sempre più crescente del caro vita. Per non parlare ma delle continue speculazioni, che specie per alcuni prodotti di largo consumo, hanno portato con una sfrenata, forsennata rincorsa dei prezzi, a sostituire le vecchie mille lire con 1 euro ! Speculazioni e rincari sono costati 3.030 euro a nucleo famigliare negli ultimi 24 mesi ! E, finalmente, anche il ministro Tremonti, con solo un paio di anni di ritardo (!) se ne accorto che non è solo colpa dell?euro. Certamente la causa degli aumenti galoppanti e sfrenati che stanno impoverendo sempre più la famiglia media pesarese, e rendendo più poveri i poveri già esistenti (vi è uno studio dell?ISTAT che afferma che in Italia i poveri stanno diminuendo, ma i poveri esistenti sono divenuti più poveri a causa della mancanza di un equa distribuzione della ricchezza), è da ricercare nelle continue speculazioni e dall?avidità di alcuni esercenti, che hanno portato a sostituire le vecchie mille lire con un euro per migliaia di prodotti di largo consumo acquistati quotidianamente dai consumatori; ma anche per precise responsabilità del governo, che ha cercato di negare fino all?ultimo l?evidenza dei fatti, attuando la politica dello "struzzo", nascondendo la testa sotto la sabbia e lasciando i consumatori in balia delle reiterate speculazioni che sono costate, in poco più di 2 anni (settembre 2001) circa 3.030 euro a nucleo famigliare (ricordo sempre che vi è una commissione governativa costituita proprio per evitare tali speculazioni !). Quella parte di esercenti furbi non pensino di continuare a taglieggiare i consumatori continuando le speculazioni, giocando allo scaricabarile nella filiera produttiva o addossando all?euro responsabilità che hanno nomi, cognomi ed indirizzi (come è stato dimostrato nel libro-inchiesta:"Euro,la rapina del secolo", di Elio Lannutti e Michele Gambino, pubblicato da editori Riuniti,), nè pensino di rinviare alle calende greche la soluzione di una vera e propria emergenza nazionale con l?illusoria speranza, quella sì ingannevole, che l?Euro di carta possa fungere da panacea ed antidoto ai rincari. L?Adusbef (assieme alle altre associazioni dei consumatori, Federconsumatori, Adoc e Codacons, con cui ha costituito il cartello denominato ?INTESA DEI CONSUMATORI?), stanca di subire uno stillicidio continuo ed infinito di arrotondamenti e rincari, nei più svariati settori, dalle banche (rincari del 27,2 per cento dal 1 gennaio 2001), alle assicurazioni RC Auto (rincari del 24,3 per cento) alle tariffe postali (+ 29,8 per cento) e dei trasporti, (+ 29 per cento), ma soprattutto nel settore alimentare e dell?ortofrutta, che ha visto rincari del 30 per cento nell?ultima settimana, che ha reso impossibile la sopravvivenza di milioni di famiglie, sfida gli esercenti a contestare cifre inconfutabili, confermando il successo degli scioperi della spesa passati e la grande mobilitazione dal 16 al 23 dicembre 2003 in cento piazze sotto lo slogan "salviamo la tredicesima", ricordando che l?unico inganno è quello di organizzazioni di commercianti che addossano sempre ad altri responsabilità di rincari che sono solo e soltanto loro. Per concludere vorrei aggiungere che è con questa nuova forza sociale organizzata dall?Adusbef e dalle altre associazioni dei consumatori, Federconsumatori, Adoc e Codacons, facenti parte dell?accordo denominato ?INTESA dei CONSUMATORI?, che da ora in avanti il Governo e le lobbies economiche dovranno fare i conti. Forse non tutti sanno che secondo una indagine commissionata dalla bensì dalla Rai, e condotta da Mannheimer, il 71% dei consumatori italiani, quasi 40 milioni di cittadini, ha aderito allo sciopero indetto lo scorso 16 settembre dall?Intesa dei Consumatori, organizzazione che si batte strenuamente a difesa dei diritti dei consumatori e dei redditi delle famiglie e che ha sempre rifiutato compromessi con il Governo e facili accordi con le imprese. E proprio in tale ottica l?Intesa ha allo studio precise misure immediatamente realizzabili anche senza intervento legislativo in grado di abbassare il fardello (rc auto, carico fiscale, commercio, Istat, ecc.) a carico dei cittadini italiani. Nei prossimi giorni l?Intesa dei Cosumatori presenterà la propria proposta in materia, la cui accettazione è da considerarsi condizione irrinunciabile per aprire qualsiasi tipo di trattativa o dialogo con Governo e associazioni di categoria. E la prima richiesta che l?Intesa avanzerà è l?istituzione di una Commissione Parlamentare di inchiesta sul prezzo della benzina che, come noto, ha una doppia velocità: rapidissima a salire e lentissima nello scendere in relazione a fattori esterni, primo fra tutti la rivalutazione dell?euro sul dollaro. Lo scopo di tale inchiesta, conclude l?Intesa, sarà quello di accertare l?entità e l?esatta destinazione dei profitti indebiti delle compagnie petrolifere a danno di milioni di cittadini.

11/11/2003

Documento n.3560

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