IL CANONE RAI BALZELLO PIU’ ODIOSO.SE LA RAI DOVESSE RICORRERE AL TAR CONTRO IL MANCATO AUMENTO, ADUSBEF SI COSTITUIRA AD ADIUVANDUM MINISTERO

in Comunicati stampa

TRIBUTI: IL CANONE RAI E’ IL BALZELLO PIU’ ODIOSO TRA LE 5 TASSE PIU’ ODIATE DAGLI ITALIANI. QUALORA LA RAI DOVESSE FARE RICORSO AL TAR CONTRO IL MANCATO AUMENTO,ADUSBEF SI COSTITUIRA AD ADIUVANDUM MINISTERO. ISTRUZIONI PER DISDETTARE IL CANONE, SENZA INCORRERE NELLE SANZIONI

 

       Nella graduatoria dei balzelli più odiosi, non per niente il canone Rai  continua ad essere il tributo più insopportabile odiato dal 46% degli italiani, seguito a lunga distanza dall’Imu (17%); dalla Tarsu  (14%); dal  bollo auto (13%); e perfino dall’Iva ( 10 %).

     Se la Rai dovesse fare ricorso al Tar del Lazio per il mancato aumento del canone dagli attuali 113,50 a 115 euro, una delle poche misure del Governo Letta a tutela delle famiglie taglieggiate, Adusbef si costituirà al Tar a favore del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, che si era  opposto all'aggravio dell’iniquo balzello, per finanziare gli stipendi dorati di conduttori e dirigenti che sfornano un servizio pubblico diseducativo, parziale ed a volte indecente, con l’aggravante di  spacciare “I  Pacchi” in prima serata, offrendo l’illusione e la scorciatoia dei facili guadagni ad intere generazioni di giovani.

   Adusbef, auspicando che le altre associazioni dei consumatori presenti nel CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori Utenti), si possano costituire al Tar del Lazio ad adiuvandum del ministero dello Sviluppo Economico, per impedire l’ennesimo rincaro di un costoso balzello, che invece di essere aumentato dovrebbe essere eliminato, rammenta gli sperperi, sprechi ed appalti esterni della dirigenza Rai, perfino nella campagna pubblicitaria per il pagamento del Canone Rai 2014 – che secondo il Gruppo IndigneRAI – sarebbe stata ideata all’interno dell’azienda ma realizzata da appaltatori esterni, con costi più elevati rispetto quelli necessari per una produzione interna, pari a ben 120.000 euro.

   Gli utenti della Tv pubblica, stufi di finanziare i vari Fazio, Littizzetto, Floris e gli altri menestrelli del potere che guadagnano milioni di euro sulla pelle delle famiglie, hanno la possibilità di disdire il canone Rai, chiedendo il suggellamento dell’apparecchio, inviando un pagamento unico di 5,16 euro con vaglia postale intestato a “Agenzia delle Entrate – Ufficio Torino 1 – Sat Sportello abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino”. Sulla causale di versamento, scrivere: “Intendo far suggellare il mio televisore ed indico il numero del mio abbonamento…”. La richiesta di suggellamento deve essere inviata tramite lettera raccomandata A/R allo stesso indirizzo, o mediante posta certifica per chi ha il Pec.

   Non avendo più un televisore, è possibile guardare i programmi Tv su PC, tablet o smartphone, che non richiede il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer collegato alla rete, i tablet e gli smartphone.

   Nel rinnovo del contratto di servizio che scade nel 2016 con la Rai, il Ministero dello Sviluppo Economico, verso il quale la dirigenza Rai vorrebbe inoltrare ricorso al Tar, deve imporre un cambio di passo  per garantire il servizio pubblico, che è l’informazione e l’intrattenimento. Adusbef è d’accordo con la proposta del vice ministro dello sviluppo economico, Antonio Catricalà, nel distinguere  chiaramente al pubblico, quali sono le trasmissioni finanziate con il canone e quali invece quelle che si reggono sulla raccolta pubblicitaria, mediante un “bollino”. La Rai non è della signora Tarantola o di Gubitosi, ma dei cittadini che finanziano con il canone servizi spesso indecenti e fior di trasmissioni al servizio del potere politico.

 

                                                                                                        Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

Roma, 21.1.2014

21/01/2014

Documento n.9605

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