GOVERNO: STIA MOLTO ATTENTO IL PRESIDENTE INCARICATO SEN. MARIO MONTI AD IMBARCARE LA "ZARINA" A.M. TARANTOLA NELLA COMPAGINE MINISTERIALE.

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COMUNICATO STAMPA GOVERNO: STIA MOLTO ATTENTO IL PRESIDENTE INCARICATO SEN. MARIO MONTI AD IMBARCARE LA SIGNORA A.M. TARANTOLA NELLA COMPAGINE MINISTERIALE. Ogni volta che c’è da attribuire un incarico, i mezzi di informazione non mancano di candidare,ieri a governatore di Bankitalia,oggi ad un importante dicastero, la signora Anna Maria Tarantola, sodale dell’ex patron della Banca Popolare di Lodi Giampiero Fiorani e dell’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, entrambi condannati per gravissimi reati, che dal 20 gennaio 2009 ricopre il ruolo di Vice Direttore generale presso la Banca d'Italia e capo della vigilanza per “grazia ricevuta”. Adusbef quindi, per evitare un clamoroso scivolone del presidente incaricato, pubblica un curricula della signora Tarnatola. La carriera in Banca d'Italia della signora Tarantola inizia a Milano, all'ombra del dottor Alfio Noto, di origini siciliane, direttore della sede e poi Funzionario generale negli anni '80 e inizio '90. Nel 1993 la Tarantola è Direttore della vigilanza di Milano quando si ingrazia il vertice dell'istituto e il governatore Fazio per le particolari attenzioni mostrate nei confronti di un rampante banchiere di provincia, Gianpiero Fiorani, con l'operazione di acquisto da parte della Banca popolare di Lodi della Banca popolare di Crema a prezzi stracciati. Nel 1995 la dottoressa Tarantola è al centro dell'attenzione per la vicinanza a Gianpiero Fiorani, e al contempo per un evidente conflitto di interessi, atteso che il proprio coniuge Carlo Ronchi ricopre incarichi in banche e finanziarie, ottenendo la nomina a Direttore dalla filiale di Varese. Nel 1999, Anna Maria Tarantola, dopo un breve "esilio" a Varese, ritorna alla sede di Milano con la promozione a Direttore principale e riprende i contatti mai interrotti con Fiorani e le sue scalate bancarie, le autorizzazioni ad aprire sportelli fino a far diventare una piccola banca di provincia, la Banca popolare di Lodi, una banca a carattere nazionale. Dal 2002 al settembre 2005 Anna Maria Tarantola è Direttore della filiale di Brescia dove consolida i rapporti, curando pubbliche relazioni, con i banchieri della piazza più ricca d'Italia, ed in particolare con il dottor Faissola, amministratore del gruppo Ubi banca, l'avvocato Alessandro Azzi, presidente della Banca credito cooperativo del Garda e Presidente della federazione delle Banche di credito cooperativo (BCC) della Lombardia. Nel 2002 occorreva normalizzare la piazza bresciana, mettere il coperchio sul caso Bipop Carire con gli azionisti defraudati del valore delle loro azioni per dare in pasto il boccone Bipop a Capitalia, e la gestione di una marea di esposti degli azionisti Bipop i quali si rivolgevano alla Banca d'Italia per chiedere giustizia. Le autorizzazioni alle aperture degli sportelli, in mancanza di requisiti organizzativi e di controllo, sono state rilasciate proprio dalla Banca d'Italia. Tutti gli addetti alla vigilanza di Brescia che hanno trattato il dossier Bipop sono stati promossi e trasferiti con ricchi premi e proprio nel 2003, la Tarantola partecipa ad una lussuosa crociera organizzata dalla federazione BCC, dell’amico Azzi, a spese delle banche, ovvero dei clienti. La signora Tarantola,chiamata in Bankitalia con l’appellativo di “zarina” riceve ricchi regali dal signor Fiorani, che per sdebitarsi dei predetti favori, incompatibili con le funzioni di vigilanza, a Natale di ogni anno, oltre agli auguri, ha inviato vari regali alla dottoressa Tarantola, quali un vassoio risottiera in argento nel 1985, una ciotola ovale inglese in argento l’anno dopo, poi a seguire un vassoio in argento con manici, un servizio da tè, fino all’orologio Cartier (1995), un oggetto Pomellato (1996) e a una sveglia in argento, stando alla ricostruzione pubblicata da “Panorama” il 29 dicembre 2005, mentre nel 1998, l’anno in cui entrò in vigore la legge Draghi, è la volta di un portafrutta in argento, cui seguirono confezioni di Rovida Special, un bracciale di Tiffany e poi di Pomellato, e di nuovo, nel 2001, un orologio Cartier da donna. L’ascesa di una banca di provincia come Bpl, dove la Tarantola era di casa e Gianpiero Fiorani il suo pupillo, poteva essere evitata con l’ordinaria diligenza e la prudente gestione delle normative di vigilanza, non effettuate probabilmente per assecondare un faccendiere che ha poi messo le mani anche sui conti correnti di morti, ha addebitato 1 milione di euro ai correntisti per costi e spese di almeno 100 euro pro capite mai autorizzate e con effetto retroattivo. Alla luce di questi fatti incontrovertibili,il presidente incaricato Mario Monti, non può imbarcare la signora Tarantola in una compagine ministeriale, pena la credibilità di un governo che risulterebbe inquinato da una rappresentante che ha brigato con due personaggi, Fazio e Fiorani, entrambi condannati in primo grado, per aver leso la legalità,il codice penale ed i diritti dei risparmiatori utenti, come è stato accertato non da malevole illazioni, ma da due distinte sentenze di Tribunale, nell’ambito dell’inchiesta sui “Furbetti del quartierino”. Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

14/11/2011

Documento n.9085

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