GIUSTIZIA: NELLO SCONTRO IN ATTO ALLA PROCURA DI MILANO CON IL PROCURATORE CAPO BRUTI LIBERATI, ADUSBEF STA DALLA PARTE DI ROBLEDO

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COMUNICATO STAMPA

 GIUSTIZIA: NELLO SCONTRO IN ATTO ALLA PROCURA DI MILANO CON IL PROCURATORE CAPO BRUTI LIBERATI, ADUSBEF STA DALLA PARTE DI ROBLEDO.

    Nello scontro alla Procura di Milano, dove il vicecapo Alfredo Robledo ha deciso di denunciare al Consiglio Superiore della Magistratura il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, per una serie di comportamenti reputati non più episodici, che secondo Robledo avrebbero comportato il turbamento della normale conduzione della Procura, arrivando infine a svuotare il team dedicato al contrasto della corruzione, con l’assegnazione metodica di fascicoli  in violazione della regola di specializzazione, Adusbef sta dalla parte di Robledo.

   Già il 5 febbraio 2013, in occasione delle improprie esternazioni del Procuratore Capo della Repubblica di Milano, Bruti Liberati in merito a magistrati di altre Procure, colpevoli di indagare i potentati economici come le Agenzie di rating, Adusbef aveva spedito alla Procura Generale di Cassazione ed al CSM una denuncia chiedendo di intervenire:

   “Sono apparse altresì incomprensibili le esternazioni di autorevoli esponenti della magistratura che hanno messo in dubbio – d’accordo con certa stampa embedded adusa a pubblicare le veline di Bankitalia ed  ABI – la legittimazione e la legittimità dell’operato della Procura di Trani, autrice in questi anni di mirabili indagini su carte di credito, agenzie di rating, e la manipolazione dell’EURIBOR: basti pensare che gli atti delle indagini denigrate o irrise in patria da autorevoli Toghe della magistratura associata, sono  oggetto di attento esame da parte del dipartimento della Giustizia americana, che ha chiesto ed ottenuto i fascicoli e le intercettazioni inerenti i procedimenti sulle Agenzie di rating, poi utilizzati per l’azione risarcitoria da 5 miliardi di dollari contro “Standars & Poor’s” da parte dell’amministrazione Obama”. Un passaggio della denuncia

vicecapo «denuncia» al Csm il capo. E nella gestione di due segrete nuove inchieste di tangenti, che si starebbero danneggiando a vicenda a causa della violazione dei criteri organizzativi di specializzazione tra i pool di pm, il procuratore aggiunto Alfredo Robledo indica l'ultimo dei «non più episodici comportamenti» con i quali, a suo avviso, il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati «ha turbato e turba la regolarità e la normale conduzione dell'ufficio».

    Non è tollerabile che i processi più delicati contro i potentati economici, come il  caso dell'intercettazione di Vito Gamberale il 14 luglio 2011 sull'asta Sea-Comune di Milano, che i pm fiorentini Turco e Mione inviarono per competenza a Milano il 25 ottobre 2011 perché pareva captare un tentativo di far disegnare il bando su misura per il fondo F2i di Gamberale, fossero assegnati con l’apparente  finalità di insabbiarli.

  Quello che invece ora Robledo aggiunge al Csm è che, sebbene il 9 dicembre Bruti lo avesse chiamato per anticipargli che gli avrebbe girato il fascicolo (anche perché l'asta da cui potevano dipendere i conti del Comune di Milano del sindaco Pisapia si teneva di lì a poco, il 16 dicembre), egli ricevette il fascicolo solo a distanza di tre mesi, il 16 marzo 2012, dopo che l' Espresso online e i quotidiani avevano scritto del fascicolo desaparecido. E Robledo afferma che, quando ne chiese la ragione, Bruti il 23 marzo gli avrebbe risposto di averlo «dimenticato in cassaforte».

 

                                                                                                                            Elio Lannutti (Adusbef)

Roma, 17.3.2014

17/03/2014

Documento n.9660

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