FISCO & TASSE: ANCORA UNA VOLTA IL GOVERNO RINUNCIA A RILANCIARE I CONSUMI !

in Comunicati stampa
FISCO & TASSE: ANCORA UNA VOLTA IL GOVERNO RINUNCIA A RILANCIARE I CONSUMI ! TRA LE PRIORITA’ DELLA RIFORMA FISCALE NON C’E’ IL PROMESSO TAGLIO DELL’IRPEF, MA UN PREMIO ALLE IMPRESE, PENALITA’ PER I CONSUMATORI ! IL PREMIER BERLUSCONI HA AFFERMATO DI AVER ASCOLTATO TUTTI: BANCHE, IMPRESE, COMMERCIANTI, OMETTENDO DI SENTIRE LE RAGIONI DEI CONSUMATORI E’ DAL 2001 CHE PROMETTE DI TAGLIARE LE TASSE PER TUTTI, MA LA PRESSIONE FISCALE E’ AUMENTATA DELLO 0,9 PER CENTO NEL 2003: CON IL RINVIO AL 2006 DEL TAGLIO IRPEF, AUMENTERA’ ANCORA PER LE FAMIGLIE A REDDITO FISSO PER RILANCIARE I CONSUMI E FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA, IL GOVERNO DEVE SUBITO VARARE UN BONUS DA 1.500 EURO SUI REDDITI ENTRO I 20.000 EURO L’ANNO! Mentre Istat diffondeva i dati sulle condizioni di vita degli italiani che si sentono più poveri a due anni di distanza dall’introduzione dell’euro, con una percentuale di persone che si dichiarano poco o per niente soddisfatte delle proprie condizioni di vita, salita di ben 4 punti, dal 40 al 44 per cento rispetto all’anno precedente e di ben 11 punti,r ispetto al 33 per cento del 2001; mentre il Fondo Monetario Internazionale, nel suo rapporto stima che mancano nel bilancio dello Stato dai 5 ai 6 miliardi di euro rispetto alle previsioni, con uno scostamento pari allo 0,4 per cento del Pil (prodotto interno lordo), il presidente del Consiglio Berlusconi, rinvia ancora una volta alle calende greche (forse 2006, ma doveva essere nel 2002, poi nel 2003, indi nel 2004,q uindi nel 2005 !) il promesso “taglio delle tasse per tutti”, scegliendo di premiare per l’ennesima volta le imprese, penalizzare le famiglie, scegliendo così di non rilanciare i consumi motore primario dell’economia. Cinquanta giorni per avere la legge, pochi giorni per inserire con un emendamento la riforma fiscale nella Finanziaria. Queste le tappe che il premier Berlusconi illustra per arrivare al taglio dell’Irap dal 2005 e a quello dell’Irpef nel 2006. Il premier si dice soddisfatto, ma spiega: "I comportamenti possibili non sempre sono quelli ottimali". Un modo come un altro per far capire che la forza delle cose gli ha fatto cambiare idea. "Al di là dei miei personali convincimenti - spiega - ho ritenuto di partire prima con l’Irap e poi con l’Irpef". Poi precisa che quello che è cambiato è che "abbiamo ascoltato tutti: parti sociali, imprenditori, banche, artigiani, Bankitalia, Fmi, soprattutto i mercati". Peccato che il presidente Berlusconi non abbia voluto ascoltare le ragioni dei consumatori e delle famiglie, sempre più in sofferenza perché non arrivano più alla fine del mese e devono indebitarsi ricorrendo agli acquisti rateali anche per la spesa alimentare per sopravvivere per aver subito scelte di politica economica assurde e sbagliate, che stanno portando il paese ad un declino irreversibile dal quale ci vorranno anni per risollevarlo. Secondo i dati Ocse, nel 2003 la pressione fiscale sui contribuenti è salita al 45,8 per cento: in Italia si è dovuto lavorare fino al 16 giugno per saldare l’erario, con un aumento di due giorni lavorativi rispetto all’anno precedente. Nel 2003 infatti l’aumento della pressione fiscale e contributiva complessiva ha costretto gli italiani in fabbrica o in ufficio fino al 16 giugno per saldare il conto di Irpef, Ici, addizionali regionali e comunali, imposte sulla proprietà, prelievi previdenziali e balzelli di ogni altro genere. Nel 2002 il cosiddetto tax freedom day, cioè la data teorica in cui si smette di prestare la propria opera a puro beneficio del fisco e si comincia a guadagnare per vivere (spesa alimentare, abbigliamento, casa, scuola, tempo libero e - perché no - anche risparmio) era caduta 48 ore prima, il 14 giugno. L’ennesima conferma diretta al maggior disagio economico denunciato dalle famiglie italiane viene dall’Ocse, che ha calcolato il prelievo fiscale complessivo calato sul sistema paese lo scorso anno: la pressione, elaborata considerando la fiscalità generale e locale, la sicurezza sociale, le imposte sulla proprietà inclusi i dividendi, le tariffe, i diritti, le multe etc., ha eroso il 45,8 per cento del Pil nominale, crescendo di 0,6 punti rispetto all’anno prima. Secondo l’Ocse sono serviti in media 167,2 giorni per fare fronte al carico di spese obbligatorie; nel 2002 ne bastavano 164,9. L’Istat, con metodologia differente, aveva certificato che la pressione fiscale dello scorso anno era salita al 42,8%, in aumento di 0,9 punti sull’anno precedente a causa anche dei condoni e delle sanatorie che avevano interessato una vasta platea di contribuenti.

11/11/2004

Documento n.4244

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK