DERIVATI: MENTRE I TRIBUNALI ACCERTANO LE RESPONSABILITA' DI UNICREDIT NEL FALLIMENTO DELLA DIVANIA DI BARI, CONSOB TENTAVA DI INTIMIDIRE ADUSBEF

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

 

DERIVATI: MENTRE I TRIBUNALI ACCERTANO LE DIRETTE RESPONSABILITA’ DI UNICREDIT NEL FALLIMENTO DELLA DIVANIA DI BARI,  CONSOB TENTAVA DI INTIMIDIRE ADUSBEF CHE AVEVA DENUNCIATO PROFUMO.  DEPOSITATO NUOVO ESPOSTO-DENUNCIA CONTRO CONSOB, CHE SU MANDATO DI PROFUMO SANZIONO’ ADUSBEF INVECE DI UNICREDIT;BANKITALIA COMPLICE TRUFFE SERIALI SWAP TOSSICI, SPACCIATI  BANCHE.

 

La storia dell’industriale della Divania di Bari Saverio Parisi strangolato dai derivati, che aveva video-registrato di nascosto i suoi incontri con i funzionari di Unicredit che gli avevano fatto firmare contratti finanziari capestro ad altissimo rischio, analoga a decine di migliaia di imprese, alle quali le banche hanno appioppato prodotti tossici ad altissimo rischio, per guadagnare miliardi di euro sulla loro pelle e farla franca con la diretta complicità di Consob e Bankitalia, si arricchisce di nuovi eclatanti sviluppi.

   Dopo il processo e la richiesta di rinvio a giudizio del pm di Bari Isabella Ginefra, che vede alla sbarra 14 funzionari Unicredit accusati di aver causato il “dissesto e il conseguente fallimento” di Divania, oltre ad  Alessandro Profumo (ora alla guida di Mps) e Federico Ghizzoni, accusati di concorso in bancarotta fraudolenta, per aver indotto Parisi a compiere operazioni “rappresentandogli falsamente” che avrebbe sottoscritto ben 203 contratti derivati – tra il 2000 e il 2005 – “a costo zero per la società” . In questo modo  sempre secondo l’accusa, Unicredit ha sottratto a Divania ben 15 milioni di euro. Per il settimo produttore mondiale di divani, questo “inganno” è una botta micidiale, che lo porta dritto al fallimento. Ma c’è di più. Altri due funzionari – ha ricostruito il nucleo tributario della Gdf di Bari – sono accusati di estorsione per aver costretto Parisi a firmare una transazione con la quale rinunciava a ogni futura contestazione.

   Come scrive il giudice fallimentare Anna De Simone – “consapevolmente o meno” Unicredit ha “indotto in errore l’ufficio fallimentare” di Bari “poiché da un lato, contrariamente a quanto affermato, la pretesa in oggetto non è stata depurata dalla movimentazione dei derivati e, dall’altro, atteso quanto sostenuto dal signor Parisi, le operazioni di finanziamento anticipi estero non sarebbero mai state giustificate da ragioni di natura commerciale”. In realtà – dice l’imprenditore – gran parte dei 12 milioni che formalmente risultano versati da Unicredit a Divania per l’attività d’esportazione sono stati impiegati dalla banca per chiudere artificiosamente e frazionare i finanziamenti per il pagamento dei derivati”. Il consulente del tribunale Riccardo Strada ha verificato che quei 12 milioni sono stati effettivamente usati per ripianare i derivati.

    Adusbef, che aveva denunciato a dieci procure della Repubblica i derivati truffa piazzati da Unicredit a decine di migliaia di imprese, ed invitato tutti i cittadini frodati, a denunciare il dr. Alessandro Profumo, alle competenti Procure della Repubblica il 15.10. 2007, invece di una severa indagine contro la banca da parte di Bankitalia e Consob, si vide recapitare una sanzione dall’ex presidente Lamberto Cardia per turbativa di mercato, una vera e propria intimidazione, una rappresaglia smontata ed annullata dalle Corti di Appello.

  Poiché quella sanzione della Consob fu una rappresaglia, nel vano tentativo di fermare le denunce dell’associazione contro i derivati tossici appioppati da Unicredit, con la complicità di Bankitalia ad imprese sane, portate al fallimento, Adusbef ha depositato nuovi esposti-denunce anche alla Procura di Bari, per  fare luce sui rapporti incestuosi tra la Consob dei signori Lamberto Cardia (presidente), Vittorio Conti oggi commissario Inps ed il signor Profumo di Unicredit, che chiese ed ottenne una sanzione intimidatoria, per ostacolare l’accertamento delle vendite truffaldine dei derivati.

 

                                                                                                                        Elio Lannutti (Presidente Adusbef)  

 

Roma, 8 maggio 2014

09/05/2014

Documento n.9695

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