DEBITO PUBBLICO: 2.223,8 MLD DI EURO A OTTOBRE 2016, DA 2.107,1 DEL FEBBRAIO 2014, CRESCIUTO CON RENZI DI 116,7 MLD DI EURO, IN 32 MESI (3,6 MLD MESE)

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COMUNICATO STAMPA

DEBITO PUBBLICO: 2.223,8 MLD DI EURO A OTTOBRE 2016, DA 2.107,1 DEL FEBBRAIO 2014, CRESCIUTO CON RENZI DI 116,7 MLD DI EURO, IN 32 MESI  (3,6 MLD MESE)

   Il debito pubblico, macigno sul futuro dell’Italia e dei giovani, è volato con Renzi alla cifra di 2.223,8 mld di euro ad ottobre  2016, dopo 32 mesi del governo Renzi insediato nel febbraio 2014 quando era attestato a 2.107,1 mld di euro, (aumento di 11,2 mld rispetto al mese precedente)  ed una impennata di 116,7 mld di euro.

    Eppure sia l’ex premier Renzi, che il ministro dell’Economia Padoan, dalla data del loro insediamento avevano promesso di ridurre il debito.  “Nel 2018 questo incubo di questa montagna di debito che può attivare terribili regole di taglio della ghigliottina andrà finalmente via e credo che per la prospettiva dell’Italia questo sarà un risultato importante”, aveva detto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a margine del Documento di economia e finanza. L'”incubo” a cui fa riferimento Padoan è la zavorra del debito pubblico, che nell’estate 2014 ha toccato il massimo storico in termini assoluti (2.167,7 miliardi di euro) e quest’anno si attesterà al 132,5% del Pil. Ma dal prossimo inizierà a scendere: “Nel 2016 al 130,9% e poi al 123,4 nel 2018″. Per quanto riguarda l’indebitamento, “nel 2015 è previsto al 2,6, nel 2016 all’1,8%, nel 2017 all0 0,8%”, fino a ridursi a zero nel 2018. “Quindi nel 2018 rispetteremo la regola del debito (cioè l’azzeramento del rapporto deficit/Pil nominale previsto dal Fiscal compact, ndr)“, aveva promesso Padoan.

    Il debito pubblico che doveva diminuire, è così salito con Renzi-Padoan al ritmo di 3,6 miliardi di euro al mese,  con un aumento pro-capite (per ognuno dei 60 milioni di abitanti) di 1.945 euro di tassa occulta che graverà all’infinito sui giovani, ed un gravame di 37.000 euro per ognuno dei residenti, 92.658 euro per ogni famiglia (24 milioni).

     Il debito non potrà diminuire nel 2017 e neppure nel 2018, a meno che il Governo non riprenda la propria sovranità monetaria, nazionalizzando Bankitalia (come in tutti i paesi europei e del mondo con le banche centrali pubbliche) incassando 380 milioni di euro di cedole che la Banca d’Italia versa ogni anno alle banche private ed altri azionisti, ed alienando le quote di oro e riserve, pari a 100 miliardi di euro, da tempo proposto da Adusbef e Federconsumatori, che non è di proprietà di cleptocrati ed oligarchi di Palazzo Koch, ma del vessato popolo italiano e dei risparmiatori espropriati e saccheggiati da crac e dissesti di un sistema bancario pieno di buchi spacciato per solido dalla ingannevole narrazione governativa e da una evidente omessa vigilanza.

 

                                                          Elio Lannutti (Adusbef)- Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

 

Roma, 15.12.2016

 

 

 

15/12/2016

Documento n.10452

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