Da la Repubblica,it (13.1.04). "Ci puntano la pistola alla testa, dobbiamo ricomprare i bond"

in Comunicati stampa
Da la Repubblica,it (13.1.04). "Ci puntano la pistola alla testa, dobbiamo ricomprare i bond" I verbali dell?interrogatorio di Tanzi. Il presidente Parmalat ricostruisce l?operazione da 300 milioni con Nextra (Intesa) Mi dissero che Nextra voleva che noi riacquistassimo i titoli. Viceversa avrebbe rivelato al mercato le nostre condizioni di MARCO MENSURATI MILANO - "Ci hanno puntato la pistola alla testa, vogliono che riacquistiamo quei bond". Il rapporto tra la Parmalat e le banche sta tutto nella potente sintesi di questa frase, pronunciata con toni preoccupati in una mattina di ottobre dal penultimo direttore finanziario dell?era Tanzi, Alberto Ferraris. A raccontare l?episodio ai pm Francesco Greco, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino, è Calisto Tanzi in persona. È in carcere da tre giorni ormai, ha avuto tutto il tempo di riflettere, di ricostruire, di formulare la sua linea difensiva, una linea che prova a capovolgere lo schema iniziale dell?indagine e ad attribuire agli istituti di credito un ruolo decisivo. Tanzi li tira dentro quasi tutti, italiani ed esteri, da Capitalia a Intesa, dalla Banca Popolare di Lodi a Deutsche Bank. Poi spiega i retroscena delle mille alchimie finanziarie utilizzate negli anni dai suoi collaboratori, Fausto Tonna, l?architetto della galassia di Collecchio e Gianpaolo Zini il consulente legale. Il gioco lo conducono i magistrati, però. Che dopo pochi giorni di indagine hanno le idee molto chiare. Chiedono: cos?è la storia dei bond Nextra, la società di gestione di fondi del gruppo Intesa? Chi fu il regista di quello strano affare da 300 milioni di euro? Il racconto di Tanzi - contenuto in più di 160 pagine di verbale, riassunte dalla procura in pochi fogli - è abbastanza chiaro: "Ferraris era stato contattato, a giugno, da Carlo Pagliani un dirigente della Morgan Stanley Italia. Il quale aveva detto che c?era un investitore istituzionale che aveva la disponibilità di investire 300 milioni di euro in bond e ci chiese se fossimo interessati al riguardo. Il Ferraris prese contatti con la Nextra indicata da Morgan Stanley. L?accordo prevedeva che il bond dovesse rimanere in carico all?investitore. Aggiunse che le condizioni contrattuali non erano per noi favorevoli ma che comunque vista la situazione era per noi vantaggioso emettere quei bond anche se i tassi si attestavano sui valori massimi. So che vi era stato qualche ulteriore problema all?interno del gruppo Intesa poiché la commissione quale agente per l?operazione era stata da noi pagata a Morgan e non a Caboto che fa parte del gruppo". Passano pochi mesi e lo scenario cambia radicalmente: "A ottobre venne da me Ferraris il quale mi disse: "Nextra vuole che noi riacquistiamo il bond". Alle mie richieste di spiegazione aggiunse: "Mi hanno puntato la pistola alla testa". "Cosa intendeva?", chiede allora il pm Carlo Nocerino. La richiesta - spiega Tanzi - "era accompagnata dalla minaccia di rivelare al mercato le reali condizioni finanziarie del gruppo". Avrebbero, insomma, "rivelato al mercato il reale tasso di interesse", smascherando la grande truffa di Collecchio. A ottobre, dunque, Nextra poteva conoscere le reali condizioni di Parmalat? Tanzi tenta una marcia indietro: "Penso di no, ma non posso esserne sicuro. E comunque ritengo che ignorassero la reale entità della crisi". Ben diversa è la versione fornita da Nextra su tutta questa storia: "Quel bond ha avuto come controparte sempre Morgan Stanley, sia per il suo acquisto, sia per la sua vendita, avvenuta quando il suo valore si era considerevolmente apprezzato". L?affare Nextra si conclude comunque con i 300 milioni di bond che vengono ricollocati: "100 milioni presso la Banca popolare di Lodi, 100 milioni alla Deutsche Bank e 100 milioni ad investitori di cui non ricordo il nome". Bpl e Deutsche Bank sono istituti che interessano molto agli inquirenti. Ne hanno trovato tracce sospette in altre parti dell?inchiesta. Così Tanzi comincia a spiegare tutti gli affari che lo legano ai due colossi. Partendo dalla Banca Popolare di Lodi e dai rapporti che da tempo lo legano al numero uno dell?istituto, Giampiero Fiorani. "Mi corre l?obbligo - spiega - di riferire di un?operazione di finanziamento erogato a Tanzi persona fisica di 25 milioni di euro, agli inizi del 2003". Cesare Geronzi L?importo era vincolato a garanzia degli interessi dovuti per un credito a un gruppo di banche guidato da Capitalia verso Parmatour. Un rapporto avviato, insomma, nel quale si inserisce la questione dei bond Nextra: "In prima battuta erano stati collocati a Bpl bond per 50 milioni. Siamo a ottobre. Circa una settimana dopo fui io a chiamare Fiorani per chiedergli se era disponibile a riacquistare altri 50 milioni di quei bond. La risposta fu affermativa. Alla fine di dicembre Fiorani mi contattò dicendomi se ero disposto a rinunciare alle plusvalenze legate ad alcuni terreni di Eurolat (una società appena comprata, dal gruppo Cirio ndr) in cambio di ulteriori due milioni di euro. Acconsentii". Ma l?affare non si fece mai: perché, disse Fiorani, "essendo ormai nota la situazione di default di Parmalat non si poteva procedere al pagamento". "Altri cento milioni di bond sono stati piazzati a Deutsche Bank". Una banca molto esposta con Parmalat, fanno notare gli inquirenti. "Non credo che il ricollocamento di quei cento milioni di bond fosse collegato con l?esposizione. Aveva invece a che vedere con il doppio mandato che stavamo definendo con Db proprio in quei giorni": l?istituto avrebbe assunto il mandato per la vendita del settore dei prodotti da forno in Nord America e il ruolo di advisor del gruppo. E qui il racconto di Tanzi si arricchisce di un altro dettaglio: "Armanini (manager Db) con cui trattammo per il doppio mandato, si occupò anche dell?acquisizione della Net Grocery, una società americana specializzata in acquisti su internet". L?iniziativa si dimostrò a dir poco fallimentare, visto che finirono in cenere qualcosa come 67 milioni di euro. Così come fallimentari furono le altre due operazioni raccontate da Tanzi agli inquirenti: l?acquisto della Eurolat da Cragnotti e delle acque minerali Ciappazzi da Ciarrapico. Entrambi gli affari furono voluti - secondo Tanzi - da Cesare Geronzi, numero uno di Capitalia, una delle banche maggiormente esposte con Parmalat. "La prima operazione - dice Tanzi - anche se non fu una imposizione fu molto caldeggiata da Geronzi". Per la seconda, "fui costretto" sempre da Geronzi a pagare "un prezzo elevatissimo". (13 gennaio 2004)

13/01/2004

Documento n.3697

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