CSM: IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA FERRI, CHE RACCOMANDA DI VOTARE GLI "AMICI", DOVREBBE DIMETTERSI

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COMUNICATO STAMPA

CSM: IL SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA FERRI, CHE RACCOMANDA DI VOTARE GLI ‘AMICI’, DOVREBBE DIMETTERSI O ESSERE SUBITO DIMISSIONATO. PER MOLTO MENO MARIO ALMERIGHI SI DIMISE NEL 1998.

      Alla vigilia del rinnovo del Consiglio Superiore della Magistratura, il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri anche lui magistrato, infischiandosene della separazione dei poteri  sancita dalla Costituzione,  ha spedito via sms a un certo numero di colleghi la sua calda raccomandazione invitando a votare due magistrati amici: «Per le prossime elezioni Csm mi permetto di chiederti di valutare gli amici Lorenzo Pontecorvo (giudice) e Luca Forteleoni (pm). Ti ringrazio per la squisita attenzione, Cosimo Ferri».

  La separazione (o divisione) dei poteri, uno dei principi fondamentali dello stato di diritto, consiste nell'individuazione di tre funzioni pubbliche nell'ambito della sovranità dello Stato - legislazione, amministrazione e giurisdizione - e nell'attribuzione delle stesse a tre distinti poteri dello stato, intesi come organi o complessi di organi dello Stato indipendenti dagli altri poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere giudiziario (gli stessi termini vengono usati anche per indicare la funzione a ciascuno attribuita).

   La funzione legislativa è attribuita al parlamento;  la funzione amministrativa agli organi che compongono il governo e, alle dipendenze del Governo la pubblica amministrazione i quali costituiscono il potere esecutivo; la funzione giurisdizionale è attribuita ai giudici, che costituiscono il potere giudiziario ed al CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) che forma e costituisce l’autogoverno dei giudici.

   Un sottosegretario alla Giustizia, magistrato e già rappresentante del Csm come il dr. Cosimo Ferri, che non comprendendo tale separazione dei poteri viola, con i suoi appelli al voto per il rinnovo del Csm per alcuni magistrati (verso i quali Adusbef nutre rispetto), importanti principi costituzionali che rappresentano il pilastro fondante di una democrazia, se non sente la sensibilità di dimettersi, deve essere dimissionato per rispetto verso i cittadini e consumatori utenti della giustizia.

   Nel 1998 per molto meno Mario Almerighi, uno dei più importanti, preparati  e prestigiosi magistrati con la schiena dritta, rassegnò le dimissioni dalla presidenza dell’Anm (Associazione nazionale magistrati, 48 ore dopo essere stato eletto), perché accusato di aver rilasciato una intervista ad un quotidiano, dove aveva dichiarato il gradimento per una riconferma di Giovanni Maria Flick alla guida del ministero della Giustizia.

   In quella occasione di 16 anni fa moltissimi politici, magistrati ed uomini delle istituzioni (tra i quali l’ex presidente del Senato Nicola Mancino), si stracciarono le vesti invocando la separazione dei poteri, costringendo Almerighi, che non era membro del Governo ma presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, a dimettersi  per togliere dall'imbarazzo l'Anm.

   Dove sono oggi i rappresentanti di quelle stesse istituzioni che denunciarono lo “sconfinamento” di Almerighi e che tacciono di fronte alla “squisita attenzione” del sottosegretario alla Giustizia Ferri, di voler condizionare se non sottomettere il futuro Csm, o almeno una parte di esso, al potere esecutivo ?

    Adusbef, che continua ad avere una grande considerazione  per la magistratura ed il Csm, ritenendo grave la raccomandazione degli amici e la pesante interferenza da propaganda elettorale da parte di un rappresentante del governo per le elezioni di un organo istituzionale, ma ancora più grave la giustificazione addotta, secondo la quale sarebbe tutto lecito, essendo- testuale risposta a Giovanni Bianconi del Corriere della Sera- : «la propaganda elettorale tutta un’altra cosa! Io ho inviato un messaggio privato, sono un cittadino che conserva i propri diritti, e sono tuttora un magistrato che andrà a votare per il Csm e sceglierà i candidati che considera migliori. Poi sono anche uno che conosce tanta gente, quando mi sono candidato all’Anm ho preso più voti di tutti, 1.199, mi sembra normale condividere le mie idee. Da privato magistrato, ripeto, non da rappresentante del governo», chiede l’intervento delle massime istituzioni,  per sanare questo gravissimo vulnus istituzionale, che danneggia la credibilità stessa della funzione giudiziaria agli occhi dei cittadini-consumatori.

 

                                                                                                                                               Elio Lannutti (Adusbef)

Roma, 7.7.2014

07/07/2014

Documento n.7226

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