CRISI: PROPOSTA MEDIOBANCA DI COSTITUIRE BAD BANK FINANZIATA MES,TENTATIVO DELITTUOSO DI SALVARE BANCHIERI DA CREDITI ALLEGRI, GIRATI IN SOFFERENZA

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COMUNICATO STAMPA

 CRISI: PROPOSTA MEDIOBANCA DI COSTITUIRE BAD BANK FINANZIATA DALL’ESM,E’ MALDESTRO TENTATIVO DI SALVARE I BANCHIERI DAI CREDITI ALLEGRI, GIRATI IN SOFFERENZA,CONCESSI IN DIFETTO DI BUONA FEDE CONDANNATI DA CASSAZIONE

      La proposta di Mediobanca di costituire una bad bank, ossia un veicolo societario dove poter immettere i crediti in sofferenza e le attività “tossiche” delle banche italiane, con una dotazione di capitale da 18 miliardi di euro fornita dal fondo salva Stati Mes (o mostro di LochMes), per ripulire gli istituti creditizi dalle perdite causate dai prodotti derivati spacciati ed altri asset di cattiva qualità a spese del fondo europeo (e della cittadinanza che dovrebbe così sottoporsi a nuove misure imposte dall’Ue), aumentando la copertura dei crediti “dubbi”, è un maldestro, delittuoso tentativo, di salvare i banchieri ed i crediti allegri concessi in difetto di buona fede, che hanno subito una condanna definitiva dalla Cassazione.   Le banche infatti d’ora in poi devono prestare molta attenzione ai crediti erogati, poiché nel caso non dovessero valutare attentamente nell’istruttoria che porta alla delibera di concedere prestiti ed affidamenti, la capacità di restituzione in “difetto di buona fede”, dovranno rinunciare ai beni ipotecati, com’è accaduto ad Intesa SanPaolo, che dovrà dire addio per sempre a un capannone di 600mila euro finanziato con un suo mutuo a Desio, in Brianza.   Per la prima volta nell’ordinamento bancario è diventata definitiva la dichiarazione di "difetto di buona fede" nei confronti di una primaria banca che finanzia una società riconducibile a un malavitoso, con la Suprema Corte di Cassazione che accogliendo una sentenza del tribunale di Milano, ha cassato l'ipoteca iscritta sull'immobile a fronte del prestito da 450mila euro concesso dall'istituto alla moglie di Giuseppe Pensabene, condannato per detenzione illegale di armi e in contatti con un clan della 'ndrangheta a Seregno.   Secondo i giudici, la banca non ha controllato adeguatamente la "scarsa capacità reddituale" della donna, "nonostante i dati allarmanti dei quali disponeva nella propria istruttoria", né ha approfondito le criticità che avrebbero dovuto sconsigliare l'affidamento e la concessione del mutuo, nell'aprile 2008. In quella data la società aveva ancora alcune ipoteche accese a favore di Equitalia oltre ad aver risarcito la stessa Intesa SanPaolo per un decreto ingiuntivo "con l'imputazione a perdere per 33.565mila euro, circostanza che avrebbe dovuto invitare la banca a una maggiore prudenza".   La prassi illecita del sistema bancario di negare il credito necessario a piccole e medie imprese per la loro sopravvivenza, ha subito una battuta di arresto: i miliardi di euro elargiti dal sistema bancario ai Ligresti, Zunino, Zalesky ed altri amici degli amici dei banchieri facenti parte del salotto buono di Mediobanca, se erogati in “difetto di buona fede”, potranno essere a rischio perché annullabili dai giudici della suprema Corte di Cassazione.

12/03/2013

Documento n.9355

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