Cresce il reddito degli autonomi, cala quello di impiegati ed operai

COMUNICATO STAMPA DELL?INTESACONSUMATORI DAL 2000 AL 2002 I REDDITI DELLE FAMIGLIE DA LAVORO AUTONOMO SONO AUMENTATI DEL 4,4 PER CENTO, QUELLI DELLE FAMIGLIE DI OPERAI ED IMPIEGATI SONO SCESI DELL?1,8. IN TERMINI DI RICCHEZZA, I PRIMI HANNO POTUTO CONTARE SU OLTRE 55 MILIARDI DI EURO IN PIU?; I SECONDI SU OLTRE 22 MILIARDI DI EURO IN MENO. Nella indagine sulla "redistribuzione del reddito nel periodo 2000-2002", effettuata da Bankitalia si rileva che, dal 2000 al 2002, il reddito medio delle famiglie italiane è aumentato del 6,8 per cento nominale, dell? 1,1 per cento al netto dell?inflazione, attestandosi a 2.322 euro mensili. Ma disaggregando i dati, scopriamo che il reddito derivante da lavoro autonomo è aumentato del 10,1 per cento nominale (più 4,4 reale), mentre, se il percettore di reddito è un impiegato o un operaio, l?aumento nominale si attesta al 3,9 per cento nominale, corrispondente ad una diminuzione dell?1,8 per cento reale. In generale, le famiglie con reddito da lavoro dipendente hanno avuto una variazione reale nulla. Nello stesso periodo, il nostro Pil è passato dai 1.166,548 miliardi di euro del 2000, ai 1.258,349 del 2002. Possiamo dire che c?è stato uno spostamento di ricchezza verso le famiglie percettrici alimentate da lavoro autonomo pari a 55,37 miliardi di euro, mentre le famiglie di operai ed impiegati hanno complessivamente subito una decurtazione di 22,65 miliardi di euro. Non è un caso che l? uno per cento delle famiglie più agiate ha visto crescere la ricchezza posseduta dal 9 per cento (2000) al 13 (2002). L?Intesa dei Consumatori non può non rilevare l?inadeguatezza delle attuali politiche "dell?annuncio" non in grado di ridare ossigeno ai redditi delle famiglie meno abbienti e far ripartire i consumi, ormai in crescita solo in termini di valore (cioè dei prezzi di prodotti e servizi) e non di quantità. Secondo l?Intesa, solo un forte recupero della capacità di spesa delle famiglie può far ripartire l?economia, mentre gli slogan non fanno altro che rendere ancor più fosco ed incerto il futuro.

09/04/2004

Documento n.3863