CRACK MPS:SU STRANE AMNESIE DI VIOLA,ADUSBEF PRESENTA ESPOSTO-DENUNCIA PROCURA. PER SMONTARE TEOREMA COSTRUITO AD ARTE OSTACOLO VIGILANZA BANKITALIA

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

CRACK MPS: SULLE STRANE AMNESIE DEL SIGNOR VIOLA RIGUARDANTE IL DOCUMENTO “ALEXANDRIA”, RITROVATO CON TEMPISMO SOSPETTO NELLA CASSAFORTE DELL’UFFICIO OCCUPATO 10 MESI PRIMA, ADUSBEF PRESENTA ESPOSTO DENUNCIA ALLA PROCURA DI SIENA. PER ACCERTARE LA VERITA’ DEI FATTI.

    Il signor Fabrizio Viola arriva in direzione del Monte dei Paschi a Siena nell’ufficio dell’ex direttore Antonio Vigni, lunedi 9 gennaio 2012, per venire nominato alla carica di direttore generale tre giorni dopo, giovedì 12 gennaio 2012, come recita il comunicato sul sito MPS del 12 Gennaio 2012 h.18:12 (Il CdA nomina Fabrizio Viola direttore generale di Banca Monte dei Paschi di Siena, formalizzando l’uscita dal Gruppo Montepaschi di Antonio Vigni, Direttore Generale negli ultimi 6 anni). Fabrizio Viola riunisce e parla con tutti i componenti della segreteria del Vigni, confermando tutte le addette funzionarie, compreso il capo segreteria Carmine Buonocore, top manager e potente dirigente, in pratica il corrispondente del capo segreteria di Mussari Valentino Fanti,ancora oggi capo delle segreterie riunite Viola-Profumo.    Poco dopo Viola, in accordo con Mussari (come confermato da Fanti nell’udienza per il derivato "Alexandria" del 2.12.2013), manda il Buonocore da Mussari e Fanti diventa capo segreteria di Viola (Profumo non è ancora presidente, lo diventerà con l'assemblea del 27.4.2012 e Viola sarà nominato a.d.).In questo passaggio (dice Fanti) non vengono prese in carico le rispettive casseforti, quella di Vigni cioè della segreteria di Direzione e quella di Mussari quindi della segreteria della Presidenza.    Il signor Viola, nei primi tre mesi del suo incarico (quindi prima dell'arrivo di Profumo inizi di maggio 2012), resta nelle stanze del Vigni (oggi occupate dal collegio sindacale) e solo dopo l'arrivo di Profumo si forma la segreteria riunita A.D/ Presidente con a capo FANTI e l'uscita del Buonocore (lo mandano a fare il semplice direttore operativo) prima di andare in pensione qualche mese dopo.    Viola sostiene di non sapere nulla della cassaforte e di averla "scoperta" addirittura il 10 Ottobre 2012, a 10 mesi dal suo arrivo in Mps. Viola dichiara alla Procura di Siena, dopo aver "trovato" la cassaforte del Vigni in data 10.10.2012 (lo dice l'a.d.),presentandosi in Procura venti giorni dopo, ossia il 30.10.2012 che: "dopo tanto cercare trovai una cassaforte che presumo sia stata di Vigni, anche per alcuni effetti personali trovati all'interno" ! Ma una simile affermazione, potrebbe integrare l’ipotesi di falsa testimonianza, qualora uno solo dei testimoni escussi (commessi, segretari, dirigenti) dovessero confermare che Viola ABBIA EFFETTIVAMENTE OCCUPATO per circa tre mesi l’ufficio dell’ex dg Antonio VIGNI, al cui interno era ben visibile la cassaforte.Insomma dopo essere stato per circa tre mesi nell'ufficio dell'ex d.g. Vigni, a contatto diretto sia con Buonocore che con Fanti (dirigenti "storici" dell'alta direzione della banca) il Viola "presume" che tale cassaforte sia stata del Vigni, in virtù “del rinvenimento di alcuni effetti personali”.   Per quale motivo proprio il 10 ottobre 2012, Viola si accorge che nell’ufficio che ha occupato per tre mesi, scopre improvvisamente il ritrovamento della cassaforte? Guarda caso proprio il giorno prima della burrascosa assemblea nella quale si doveva affrontare se chiedere l'azione di responsabilità nei confronti dei vecchi amministratori.." Ad oggi (9.10.2012 ndr) non abbiamo elementi per questa azione" dichiarò il presidente Profumo. Il giorno dopo con l'apertura della cassaforte gli elementi spuntano fuori.   Se Viola, come appare evidente e in piena coerenza logica degli avvenimenti, fosse subito entrato in possesso dei documenti custoditi nella cassaforte del Vigni, cioè fin dai primi giorni del gennaio 2012, allora tutto l’impianto processuale fondato sull’ostacolo alla vigilanza, dovrebbe essere rivisto con le dovute incriminazioni di coloro, Bankitalia in primis, che sapevano tutto del crack Mps ed hanno costruito verosimili rappresentazioni per occultare la verità.    Per le suesposte ragioni, Adusbef chiede all’on.le Procura della Repubblica di accertare le ragioni, esogene ed indogene che avrebbero indotto il signor Fabrizio Viola a mistificare la realtà raccontando la storiella del ritrovamento della cassaforte nell’ufficio dell’ex direttore Vigni e le e ragioni che lo hanno indotto a negare l’evidenza di fatti ed accadimenti specie della sua permanenza nell’ufficio del signor Vigni, al cui interno era ben visibile la famosa cassaforte. Ricostruzione che cozza con la realtà e teorema per acclarare la tesi che gli organi di Vigilanza nulla avrebbero saputo prima e che potrebbero, all’esito di auspicabili approfondite investigazioni concretare a titolo esemplificativo le fattispecie di cui agli artt. 371-bis.(False informazioni al pubblico ministero), 372 (Falsa testimonianza), 377 (Intralcio alla giustizia), 378 (Favoreggiamento personale),379(Favoreggiamento reale).

                                                                                                                                                                                                                                                                               

                                                                                           

23/01/2014

Documento n.9608

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