CRACK MPS:BANKITALIA COME LE BANCHE COI CLIENTI,HA POTERI DI VITA O DI MORTE.RICHIESTA ULTERIORI POTERI SERVE A GIUSTIFICARE RESPONSABILITA' EVIDENTI

in Comunicati stampa

                                                                                                                                              COMUNICATO STAMPA

CRACK MPS: BANKITALIA COME LE BANCHE CON I CLIENTI,HA POTERI DI VITA O DI MORTE. LA RICHIESTA DI ULTERIORI POTERI SERVE SOLO A GIUSTIFICARE RESPONSABILITA’ EVIDENTI.

   La Banca d’Italia,come le banche con i clienti, ha poteri di vita o di morte con gli Istituti di credito: la richiesta di ulteriori poteri da parte del Presidente Bce Mario Draghi e del Governatore Visco, serve solo a giustificare ed attenuare le pesanti responsabilità nel crack MPS costato 15,4 miliardi di euro ad azionisti,risparmiatori, lavoratori.    Se come ha detto il Governatore Visco, è stata la decisiva ispezione iniziata nel settembre del 2011 al Monte dei Paschi e la conseguente "netta discontinuità" dei vertici chiesta due mesi dopo, a preservare la stabilità della banca in un contesto di gravi e crescenti tensioni finanziarie, migliorandone il grado di capitalizzazione e avviando a normalizzazione la precaria situazione di liquidità, come mai è stato impiegato tempo prezioso per evitare la bancarotta ?   E come mai,se all'origine delle difficoltà del MPS, c’è stata "un'ambiziosa operazione di acquisizione alla vigilia dello scoppio della crisi, sulle cui modalità sono in corso approfondimenti importanti e doverosi" e "una gestione dei rischi finanziari non adeguata, le cui conseguenze sono state aggravate dalla crisi del debito sovrano", la Banca d’Italia, i cui uffici studi vantano di analizzare le tendenze congiunturali dei mercati finanziari mondiali, è stato dato il nulla osta all’acquisto senza riserve di Antonveneta nel 2008 e nel pieno della crisi finanziaria globale, quella tempesta perfetta scoppiata con la bolla dei sub-prime nel luglio 2007 ?   Spiace contestare ricostruzioni di comodo da parte di Banca d’Italia, un apparato burocratico con 7.500 dipendenti, che impiega un paio di anni solo per redigere le sanzioni alle grandi banche sue azioniste,come ha affermato oggi il direttore Saccomanni che completerà entro marzo il processo per le sanzioni nei confronti delle persone fisiche del Monte dei Paschi di Siena.   Non servono quindi maggiori poteri, ma più tempestività e minore segretezza per evitare lo scandaloso prestito segreto di 2 miliardi di euro fornito dalla Banca d’Italia a Mps ad ottobre 2011, l’ennesima operazione riservata,contraria ai principi di conoscenza e trasparenza che utenti risparmiatori, consumatori esigono, per non essere imbrogliati e truffati quando devono investire, come sempre con il “concorso del controllore”.

 

09/02/2013

Documento n.9331

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