CRACK CIRIO: ADUSBEF VINCE ANCORA CONTRO MPS, CONDANNATA IERI DAL TRIBUNALE DI FIRENZE A RISARCIRE BEN 300.000 EURO A DUE IMPRENDITORI.

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COMUNICATO STAMPA

CRACK CIRIO: ADUSBEF VINCE ANCORA CONTRO MPS,  CONDANNATA IERI DAL TRIBUNALE DI FIRENZE  A RISARCIRE BEN 300.000 EURO A DUE IMPRENDITORI.

   Dopo  dieci anni di battaglie giudiziarie contro Banca Toscana (oggi MPS) che aveva appioppato obbligazioni Cirio, è arrivata ieri la sentenza del Tribunale di Firenze, che ha condannato la banca a restituire 300.000 euro.  È il marzo  2002 quando due imprenditori  padre e figlio vengono avvicinati da un funzionario nella filiale della Banca Toscana (oggi facente parte del Gruppo Mps) di cui si servono, con la proposta di  un investimento in obbligazioni Cirio, titoli sicuri e con una buona rendita, omettendo di fornire ogni genere di informazione sull' emittente, sui rischi dell' operazione e ogni altra informazione.

   Nel novembre 2002 su Cirio si scatena la bufera beffando circa 35.000 risparmiatori che avevano investito in quelle obbligazioni emesse in Lussemburgo oltre 1 miliardi di euro. I due imprenditori, si rivolgono così all' associazione Adusbef ed al responsabile della Regione Toscana Giulio Caselli, che affida la causa agli avvocati Roberto Polloni e Vittorio Bovini. Un maxi-risarcimento da quasi 300mila euro, frutto di una battaglia lunga 10 anni, che vede da una parte una famiglia di imprenditori di Stazzema; dall' altra il Monte dei Paschi.

    A convincere i giudici della necessità di far restituire dal Monte dei Paschi i soldi investiti, ed andati in fumo,  la consapevolezza che la banca non aveva informato in maniera adeguata i clienti, anche perché  quei titoli Cirio Del Monte Nv venduti,  non erano affatto emissioni dirette della Cirio, bensì di una società collegata, una finanziaria di diritto lussemburghese.

    Il fatto che le attrici (cioè le titolari dell' investimento) – dice la sentenza - non avessero fornito le informazioni richieste sulla loro situazione finanziaria e sui loro obiettivi di investimento, doveva indurre la banca a una maggiore prudenza e a proporre investimenti sicuri; non obbligazioni tossiche adatte agli investitori istituzionali che conoscono bene il grado di rischiosità.

    Adusbef stigmatizza ancora una volta i comportamenti delle banche, che a distanza di 10 anni dal crack della Cirio del Monte, continuano ad appioppare agli investitori prodotti ad elevato rischio senza offrire informazioni adeguate.

 

                                                                                           Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

Roma,27.9.2012

28/09/2012

Documento n.9250

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