BANCHE:IL MISTERIOSO ACQUISTO DI ATF BANK NEL 2007 (BANCA KAZAKA),DA PROFUMO DI UNICREDIT A PREZZO ESAGERATO,CON PERDITA DI 1,7 MLD,FINISCE IN PROCURA

in Comunicati stampa

COMUNICATO STAMPA

BANCHE ED INTRIGHI: IL MISTERIOSO ACQUISTO DI ATF BANK NEL 2007, DA PARTE DELL’AD PROFUMO DI UNICREDIT A PREZZO ESAGERATO,CHE GENERA UNA PERDITA DI 1,7 MILIARDI DI DOLLARI, DOCUMENTATO DALL’INCHIESTA DI PAOLO MONDANI SU REPORT, FORSE PER MASCHERARE DAZIONE,FINISCE IN PROCURA. ADUSBEF DENUNCIA LA MISTERIOSA TRIANGOLAZIONE UNICREDIT-KAZAKISTAN-PROFUMO, NEL CDA ENI.

   Il misterioso acquisto di una banca locale da parte di Alessandro Profumo ex A.D di Unicredit, che nel 2007, come racconta la manager di una banca kazaka su una curiosa storia italiana dove compaiono l'Eni, Unicredit, i soliti politici e l'Atf Bank, nell’inchiesta di Paolo Mondani:” L’Ostaggio”, andato in onda su Report il 25 novembre scorso e che ha generato una perdita di 1,7 miliardi di dollari per Unicredit, finisce alle Procure della Repubblica.    Tutto inizia nel 2007, dai lavori per realizzare i pozzi nel giacimento di Kashagan, dove l’ Eni aveva sforato il budget e i tempi di consegna, tanto che il presidente del Kazakistan Nazarbayev, decise di far pagare a Eni 10 miliardi di dollari di penali. Nel giugno 2007, Unicredit annunciò l’acquisto di ATF Bank, la quinta banca kazaka dal proprietario che era il capo dello Staff di Nazarbayev, il presidente del Kazakistan, ad un prezzo di 2 miliardi e 275 milioni di dollari, quando il secondo offerente – secondo la testimonianza resa a Mondani- aveva proposto 850 milioni di dollari. Unicredit strapaga ATF Bank al capo dello staff del presidente, che diventa miliardario in una notte e finisce sulla lista di Forbes tra i più ricchi del mondo e insieme a lui Nazarbayev totalizza un'entrata pazzesca generando sospetti che dentro quei 2,2 miliardi di dollari ci sarebbe stata una tangente per lo stesso Presidente, che da quel giorno ha tagliato le penali a Eni.    Eni ha terminato i lavori nel giacimento di Kashagan nel settembre scorso con ben cinque anni di ritardo eppure l'estrazione è ancora ferma, al costo di 48 miliardi di dollari, più del doppio delle prime stime. A causa di questi fatti, nel 2007 Nazarbayev minaccia penali miliardarie e la rottura del contratto. Romano Prodi, allora presidente del consiglio, vola in Kazakistan. In delegazione con lui c'è Paolo Scaroni di Eni, e Alessandro Profumo di Unicredit, che compra Atf strapagandola. Unicredit ha provato a venderla già un anno dopo averla comprata, ma nessuno la voleva. Poi, nel marzo scorso, uno sconosciuto uomo d'affari di 31 anni, Galimzan Yesenov, se la compra a un prezzo stracciato: 464 milioni di dollari. Yesenov è il genero del sindaco di Almati che a sua volta è uomo di Nazarbayev. Quindi Unicredit la compra a 2,2 miliardi e la rivende a 464 milioni, ma la cosa più interessante è che Unicredit ha dato garanzie sul portafoglio debiti per 630 milioni fino al 2015, quindi Yesenov, nei fatti non paga nulla, perché la garanzia di Unicredit supera la cifra che lui dovrebbe versare per l'acquisto della banca.     Alessandro Profumo è costretto a lasciare il vertice di Unicredit a settembre 2010 con una maxi liquidazione di 42 milioni di euro oggetto di indagine della Procura di Roma (PM Nello Rossi e, proprio quando il bilancio della banca dichiara le prime perdite a causa dell'acquisto di Atf Bank. Poco dopo, nel maggio 2011, Profumo entra nel CDA di Eni, dove è tuttora, nonostante l'impegno in Montepaschi.   Tutto ciò premesso Adusbef chiede all’on.le Procura della Repubblica, di aprire una indagine volta ad accertare il ruolo giocato dai protagonisti nell’acquisizione dell’Aft Bank da parte di Alessandro Profumo e sulla pesante minusvalenza da 1,7 miliardi di dollari; le ragioni che hanno indotto alla rinuncia ad escutere penali all’Eni per 10 miliardi di dollari; se nell’acquisto di Unicredit della banca da Nazarbayev, pagata nel 2007 la somma di 2 miliardi e 275 milioni di dollari di ATF Bank, quasi il triplo della valutazione massima di 850 milioni di dollari come riferito a Mondani, non si nasconda “una tangente per il Presidente Nazarbayev che da quel giorno ha tagliato le penali a Eni” ed altre ipotesi di reato conseguenti a spregiudicate operazioni, utilizzando le risorse di Unicredit per acquisire a valori gonfiati una banca di regime sul cui acquisto aleggiano sospetti di “tangenti” e se tali singolari condotte non abbiano procurato un danno a consumatori-risparmiatori ed azionisti di una banca quotata in borsa com’è Unicredit.   Adusbef infine, non potendo ignorare il rocambolesco rimpatrio di Alma Shalabayeva - moglie di Mukhtar Ablyazov, ricco banchiere e dissidente kazaco – espulsa dall'Italia lo scorso 31 maggio insieme alla figlia Alua di soli sei anni, il cui scandalo ha fatto il giro del mondo, chiede all’on.le Procura di appurare quali siano stati gli artefici di tale illegale violazione dei diritti umani; chi abbia falsificato un passaporto reputato falso, dichiarato però autentico il 5 luglio scorso dal Tribunale di Roma; quali i soggetti che hanno consentito all'ambasciatore del Kazakistan a Roma Yelemessov, di dettare ordini a prefetti e capi di gabinetto, per operare sul territorio italiano un vero e proprio sequestro di persona di una minorenne, e soprattutto quali siano stati i registi di una evidente sospensione della legalità costituzionale e, in maniera particolare quale il livello esercitato dall’Eni, in una torbida vicenda, che ha minato la credibilità delle istituzioni italiane.

23/12/2013

Documento n.9583

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