BANCHE: OGGI BANCHIERI E GOVERNATORE VISCO, INDAGATO PER GRAVI REATI, FESTEGGIANO LA GIORNATA DEL RISPARMIO, PER FARE MEGLIO LA FESTA AI RISPARMIATORI, CHE TRA 60 GIORNI (1.1.2016), PAGHERANNO ANCHE CON EFFETTO RETROATTIVO, CRAC E DISSESTI BANCARI PROVOCATI DA MALAGESTIO ED OMESSI CONTROLLI BANKITALIA, BANCA MARCHE, CARIFERRARA, BANCA DELL'ETRURIA, POPOLARE DI VICENZA. CORRENTISTA INFORMATO, MEZZO SALVATO !

in Comunicati stampa

Mentre oggi banchieri e governatore di Bankitalia Ignazio Visco (indagato per gravissimi reati), festeggiano la giornata del risparmio  (per fare meglio la festa ai risparmiatori ?), tra circa 60 giorni (1.1.2016) entrerà in vigore il meccanismo del bail-in, che addossa ad azionisti, obbligazionisti e depositanti sopra 100.000 euro crac e dissesti bancari provocati da malagestio ed omessa vigilanza.  Ma l’allarme per i pericoli che corrono i risparmiatori, che le istituzioni complici si guardano bene dall’informare, non è solo di Adusbef e Federconsumatori, ma anche di Salvatore Maccarone, presidente del Fondo di tutela dei depositi.

   Ieri, nel corso di un’audizione a Montecitorio sul bail in (il nuovo meccanismo europeo sui salvataggi bancari che prevede in caso di fallimento di un istituto una tosata ad azionisti, obbligazioni e conti correnti oltre 100mila euro), Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, ha lanciato l’allarme, evocando esplicitamente la “corsa agli sportelli” e di “fuga dai depositi”, spiegando che il “fallimento di quattro banche sarebbe un danno per tutto il sistema”. Secondo il banchiere “se viene meno la fiducia ci sarebbe uno s ci sarebbe ragionevolmente uno scenario grave anche perché abbiamo altre banche in difficoltà tenue”. Tradotto: altri istituti sono vicini ad alzare bandiera bianca.

   Dalla riuscita dei salvataggi di Banca Marche, Popolare Etruria, CariFerrara e CariChieti, dipende la tenuta del sistema e la stabilità delle finanze italiane- ha detto Maccarone- sfornando numeri da brividi: se quelle banche fanno il botto servono 12 miliardi e mezzo per rimborsare i correntisti. La direttiva europea sul bail in prevede un contributo di possessori di azioni e di obbligazioni, poi, in seconda istanza, anche una tosata ai conti correnti con saldo superiore a 100mila euro.

   La lunga catena di scandali e dissesti bancari, Mps, Carige, Cariferrara, Banca Popolare di Vicenza,  Banca Marche,  definito quest’ultimo il maggiore disastro bancario italiano dopo quelli di Roberto Calvi e Michele Sindona, dove era d’uso pagare le mazzette pari al 5% del valore erogato per accedere ad un fido, un mutuo o un prestito bancario, tutti all’insaputa di Bankitalia, tra 60 giorni, dal 1.1.2015 saranno addossati, con lo scellerato meccanismo del bail-in ideato dalla cleptocrazia europea e Bce, ai clienti: azionisti, obbligazionisti, depositanti (sopra i 100.000 euro).

     Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), costituito nel 1987 nella forma di consorzio volontario, trasformato in un consorzio obbligatorio di diritto privato, per garantire i depositanti delle banche consorziate, che dovrebbe servire a tutelare i depositanti in caso di crac o dissesti bancari, sarà utilizzato invece per ricapitalizzare Banca Marche con almeno 1,2 miliardi di euro per evitare la bancarotta, la Cassa di Risparmio di Ferrara, la Banca dell’Etruria e del Lazio, Carichieti per un impegno complessivo superiore a 2 miliardi di euro tramite la costituzione del cosiddetto ‘veicolo di gestione delle partecipazioni di controllo delle banche in difficoltà’, da parte del Fondo stesso.

   Nei giorni scorsi era stato infatti ipotizzato che le banche  facenti parte del Fondo, avrebbero dovuto investire nella nuova holding circa 1,5 miliardi di euro, somma che è salita alla luce della decisione presa dal Fondo stesso di partecipare all’aumento di capitale di Banca Marche, commissariata dal 2013, che ha bisogno di circa 1,2 miliardi, a cui si aggiungono i 300 milioni per Carife ed un ulteriore intervento nella Popolare dell’Etruria, in amministrazione straordinaria da febbraio, il cui fabbisogno sarebbe di  ulteriori 300 milioni di euro.

   A tali risorse degli istituti consorziati, va poi sommato il contributo forzoso a cui saranno chiamati migliaia di titolari di obbligazioni subordinate delle tre banche, che saranno convertite,   almeno in parte in azioni della nuova società veicolo, il cui ammontare stimato  è di circa 700 milioni di euro: 400 milioni di Banca Marche, 150 ciascuno di Popolare dell’Etruria e Carife.

    L'intervento del Fondo Interbancario Tutela Depositi a salvataggio di Banca Marche e delle altre due banche, potrebbe provocare per i possessori di obbligazioni junior (non garantiti) delle ulteriori perdite, nel caso in cui la Ue dovesse considerare la misura contraria alle regole sugli aiuti di Stato, seguendo il caso analogo di Banca Tercas, salvata dall'Ftid e poi passata sotto la Popolare di Bari. Nel caso in cui Bruxelles dovesse rilevare come il fondo (che pure è alimentato con fondi privati di 300 banche italiane) abbia ecceduto i propri compiti di tutela dei depositi provocando all'istituto di credito un vantaggio, allora i possessori di obbligazioni potrebbero dover sopportare delle perdite.

   Come ha affermato nei giorni scorsi anche un rapporto dell’Agenzia Moody’s, delle 14 banche commissariate,  7  delle quali appartenenti al Fondo fra cui banca Marche, Carife, Banca Etruria (le restanti sono Bcc) potrebbero dover considerare delle perdite per gli obbligazionisti junior nel caso di parere negativo della Ue, e qualora il salvataggio dovesse essere rinviato al 2016,  o se il capitale scenderà sotto i livelli minimi il prossimo anno, allora tutti gli obbligazionisti e depositanti non garantiti ricadrebbero sotto le regole della direttiva Brrd che prevede il bail in, ovvero la compartecipazione alle perdite di questi soggetti. Anche con effetto retroattivo

  Adusbef e Federconsumatori, che citeranno Bankitalia e Consob in giudizio come responsabili di omessa vigilanza, almeno per l’ultimo dissesto della Banca Popolare di Vicenza, informano i correntisti del gravissimo rischio che corrono dal 1 gennaio 2016,   i quali oltre al danno di dover pagare i costi dei servizi bancari, pari a 318 euro l’anno, contro una media Ue di 114, subiranno la beffa di ripianare di tasca loro le gestioni senza controllo, a volte criminali del credito e del risparmio, invitandoli a partecipare alle azioni  di rivalsa contro la Banca d’Italia.

 

                                                   Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

28/10/2015

Documento n.10193

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