BANCHE: LA MAGGIORANZA ELEGGE CASINI PRESIDENTE COMMISSIONE INCHIESTA, GIUDICATA 'IMPASTO DI DEMAGOGIA E PRESSAPOCHISMO', NEL SOLCO DI ALZARE POLVERONI SU RESPONSABILITA' BANKITALIA.

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COMUNICATO STAMPA

BANCHE: LA MAGGIORANZA ELEGGE CASINI PRESIDENTE COMMISSIONE INCHIESTA, GIUDICATA ‘IMPASTO DI DEMAGOGIA E PRESSAPOCHISMO’, NEL SOLCO DI ALZARE POLVERONI SU RESPONSABILITA’ BANKITALIA.

    “Un impasto di demagogia e pressapochismo che, al di là delle migliori intenzioni, non produrrà nulla di buono per le istituzioni”. Il 5 aprile 2017, così titolava il senatore Casini, neoeletto presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sulle banche, aggiungendo che:” In realtà le Commissioni d’inchiesta vanno maneggiate con grande cura istituzionale, evitando che assumano il ruolo di cassa di risonanza di polemiche tra i partiti. Strumentalizzare problemi di questa serietà, addirittura in presenza di indagini giudiziarie, che devono essere salvaguardate, significa agire da puri irresponsabili e prepararsi ad una estenuante campagna elettorale, questa volta condotta sulle spalle dei risparmi e degli italiani”.

  Nella tradizione di conflitti di interessi, dato che Casini, secondo fonti giornalistiche, sarebbe da poco diventato azionista della fondazione Carisbo (Cassa di Risparmio di Bologna), che tra l'altro detiene una quota di Intesa Sanpaolo, forse di cortine fumogene, sui buchi neri della vigilanza di Bankitalia, come auspicato oggi dall’Abi (Associazione Bancaria Italiana).

      Il presidente Abi Antonio Patuelli infatti, già silenzioso vice di Giuseppe Mussari, ex presidente della più antica banca del mondo, il Monte dei Paschi di Siena portato al crac da una gestione scellerata, cerca di alzare cortine fumogene per confondere le precise responsabilità dei banchieri e dei distratti vigilanti di Bankitalia coi quali va a braccetto, sull’esproprio del sudato risparmio subito da almeno 350.000 famiglie negli ultimi 7 crac (Mps, BpVi, Veneto Banca, CariChieti, CariFerrara; Banche Marche, Banca Etruria), che hanno mandato in fumo 110 miliardi di euro.

   Il presidente Patuelli, che parla di fare luce su tutto il polverone alzato, non avrà letto le ultime inchieste giornalistiche, riguardanti- ad es.- la Banca Popolare di Vicenza, con la pubblicazione di mail che inchiodano la Banca d’Italia, il capo della Vigilanza Barbagallo e l’ispettore Giampaolo Scardone (premiato come accade nei sodalizi incompatibili con le pubbliche funzioni, con la dorata poltrona nella Cassa di Risparmio di Rimini),  alle proprie gravissime responsabilità su operazioni disinvolte e gli illegali prestiti baciati.

 Tutte le mail sulla Popolare di Vicenza, pubblicate oggi in un articolo di Francesco Bonazzi su La Verità (pag.5), oltre a sbugiardare la Banca d’Italio, conferma che l’ex ispettore di Bankitalia Giampaolo Scardone, premiato con una dorata poltrona alla Carim, dopo aver acclarato la prassi diffusa delle banche popolari sui ‘prestiti baciati’, ossia l’obbligo di acquistare azioni illiquide (non quotate) dal valore gonfiato, pena la mancata concessione di finanziamenti, mutui, prestiti, che in moltissimi casi erano finanziati dalla stessa banca, affermava, nel 2012, che quel fenomeno non era rilevante e non destava preoccupazioni.

    Valuteremo il lavoro della Commissione d’inchiesta sulle banche, ma dati i presupposti, non ci aspettiamo nulla che possa diradare le nebbie di illegalità, collusioni, favoritismi della Vigilanza di Bankitalia a banchieri amici,  su una gestione delinquenziale del credito e del risparmio, che oltre ai suicidi di espropriati, ha generato una scientifica distruzione di intere vite di lavori ad almeno 350.000 famiglie.

                                                                                                                           

27/09/2017

Documento n.10595

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