BANCHE: DOPO L’ACCUSA DI BANCAROTTA FORMULATA DALLA PROCURA DI BARI CONTRO GHIZZONI E PROFUMO PER IL FALLIMENTO DELLA DIVANIA...

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COMUNICATO STAMPA

 BANCHE: DOPO L’ACCUSA DI BANCAROTTA FORMULATA DALLA PROCURA DI BARI CONTRO GHIZZONI E PROFUMO  PER IL FALLIMENTO DELLA DIVANIA,IN UN PAESE NORMALE IL PRESIDENTE  MONPASCHI SAREBBE GIA’ STATO INTERDETTO DA SVOLGERE QUALSIASI ATTIVITA’ BANCARIA.

    Adusbef è già parte civile nel processo penale istruito dal Pm di Bari Isabella Ginevra, per la bancarotta della Divania di Bari un’azienda sana che, secondo i magistrati, fu mandata in rovina da Unicredit attraverso ben 203 derivati-trappola, «falsamente presentati come contratti a costo zero», che in realtà hanno esposto l’azienda a «rischi illimitati», concretizzatisi in «perdite accertate per oltre 15 milioni di euro», provocando così prima la chiusura della fabbrica e poi il fallimento, decretato nel giugno 2011, che vede indagati molti dirigenti di Unicredit tra i quali il signor Alessandro Profumo, designato al MPS forse proprio per queste sue spiccate qualità.

   Dopo l’avviso di conclusione dell’istruttoria della lodevole Procura di Bari, notificato dalla Guardia di Finanza, che ha chiamato in causa 16 dirigenti di Unicredit, tra cui spiccano l’amministratore delegato Federico Ghizzoni e il suo predecessore Alessandro Profumo, oggi presidente del Monte dei Paschi,  sulle cause del fallimento dell’industria Divania, che prima del crack dava lavoro a 430 operai e vendeva in mezzo mondo i suoi divani made in Puglia, in un Paese normale la Banca d’Italia avrebbe già emesso una urgente interdizione di  svolgere qualsivoglia attività bancaria, al signor Profumo Alessandro.

   Adusbef che da oltre un decennio denuncia alle Procure della Repubblica il denaro dal nulla ed i derivati avariati emessi dalle banche e dal signor Alessandro Profumo di Unicredit, che hanno intossicato imprese sane fatte fallire ed Enti locali portati alla bancarotta, e proprio per questa sua attività oggetto di rappresaglia da parte di autorità colluse con le banche, non darà tregua a banchieri come Profumo- che proprio oggi ha chiesto 30 milioni di danni al Codacons per lesa maestà di capetto-  per tentare di garantirgli quanto prima, le patrie galere.

                                                 

                                                                                                      Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

 

Roma, 27.3.2014

27/03/2014

Documento n.9667

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