BANCHE: 75.830 RECLAMI IN 10 MESI PERVENUTI AD ADUSBEF

in Comunicati stampa
BANCHE: 75.830 RECLAMI IN 10 MESI, DIMOSTRANO I DISAGI DEI CONSUMATORI E TUTTA L’INALTERATA PROTERVIA DEGLI ISTITUTI DI CREDITO, CHE NON VIENE CANCELLATA DAL RESTYLING,MERA OPERAZIONE DI FACCIATA COME “PATTI CHIARI” ! LA PARTE DEL LEONE DEI RECLAMI RIGUARDA IL RISPARMIO TRADITO: 45.312 PROTESTE (59,75 PER CENTO); SEGUONO 16.260 RECLAMI ( 21,44 %) SUI “CARI CONTI CORRENTI” A DIMOSTRARE IL VIZIETTO DELLE BANCHE DI MODIFICARE TASSI E CONDIZIONI CON UN SEMPLICE AVVISO SULLA GAZZETTA UFFICIALE ! ALTRO CHE “PATTI CHIARI”, CI VOGLIONO “FATTI CHIARI” PER RIPRISINARE LA FIDUCIA TRADITA ! E LA PROTERVIA DELLE BANCHE ITALIANE SULLE ALTE COMMISSIONI APPLICATE SUI BONIFICI TRANSFRONTALIERI, CON COSTI A CARICO DEL RICEVENTE ALL’INSAPUTA DELL’ORDINANTE, SARA’ CONDANNATA DALLA COMMISSIONE UE, CHE HA “AVVISATO” LA DISTRATTA BANKITALIA, MADRE PROTETTRICE DELLE MALEFATTE BANCARIE ! “C’è richiesta di fiducia, correttezza e trasparenza –sosteneva l’Abi in merito ad una sua ricerca di mercato- e gran parte della clientela percepisce che il sistema non opera in regime di concorrenza”. L’indagine Abi non fa che confermare i difficili rapporti banche clienti, che Adusbef sintetizza nelle seguenti cifre: oltre 75 mila reclami in 10 mesi, dal settembre 2003 al giugno 2004, molto più eloquenti delle analisi di mercato, dimostrano tutta la protervia di banche fameliche come lupi, che cambiano spesso il pelo, ma non il vizio dell’arroganza e del dispregio dei diritti degli utenti. Qualche giorno fa è stata la Commissione UE ad “avvisare” Banca d’Italia in merito agli elevati costi applicati dalle banche italiane sui bonifici transfrontalieri, con costi a carico del ricevente tenuti nascosti all’ordinante: se non si cambia registro, sarà inevitabile una procedura d’infrazione contro l’Italia ! Il presidente dell’Abi Sella, preoccupato dell’immagine scadente e negativa che hanno le banche agli occhi degli utenti, mai così sbiadita come sotto la sua presidenza, ha impostato (con “Patti chiari”) l’opera di "restyling" ne tentativo di migliorarla: operazione difficile e di facciata, se non incrementa l’efficienza dei servizi e modera la voracità degli istituti di credito italiani, tra i più cari d’Europa, che continuano ad aumentare i prezzi alla chetichella, senza curarsi di migliorare la qualità dell’offerta. Se un conto corrente bancario “non convenzionato”, con 11 operazioni mensili costa 521 euro l’anno; se le banche rifiutano di cambiare gli assegni allo sportello, rendendo obbligatorio il conto; se le condizioni applicate ai conti possono essere cambiate – all’insaputa di tutti – mettendo annunci sulla Gazzetta Ufficiale,se non giustifica i rincari, come pensa l’ABI, di restituire credibilità e fiducia alle banche ? “Tra i fattori che limitano la crescita potenziale dell’economia”,il Presidente Sella ha dimenticato di inserire l’assenza di concorrenza del sistema bancario,la sua inefficienza i cui alti ed ingiustificati costi addossati disinvoltamente alla clientela,erodono il potere di acquisto delle famiglie ed i margini di competitività delle imprese,costituendo una palla la piede per il Paese . In 10 mesi Adusbef ha ricevuto, per lettera, telefono, fax ed e-mail, oltre 75 mila reclami, così classificati: 1) Interessi Trimestrali. 3.254 correntisti (4,29 per cento) continuano a lamentare l’omessa ottemperanza a sentenze di Cassazione che hanno dichiarato illegittimi gli usi bancari di ricapitalizzare gli interessi sui prestiti annualizzando quelli sui depositi. Ordinanze di Tribunali e Corti d’Appello, impongono la restituzione degli interessi dopo nomina del CTU a raffica. Dovrebbe essere pacifica la restituzione,ma le banche resistono in Tribunale, confidando nei tempi lunghi della giustizia; 2) Mutui. 1.824 cittadini (2,41 per cento), denunciano i soliti giochetti delle banche sull’erogazione dei mutui,le modifiche unilaterali dei tassi contestualmente all’atto notarile, le richieste di commissioni per pagare rate di mutuo precedentemente gratuite, l’imposizione dell’apertura di un conto corrente (con tutti i costi connessi), il mancato adeguamento dei tassi di interesse sui mutui indicizzati; 3) Assegni. Oltre 2 mila segnalazioni (3 per cento) hanno denunciato il pervicace atteggiamento delle banche nell’impedire il cambio di assegni: impongono infatti l’apertura di un conto corrente qualora i legittimi portatori si presentano allo sportello con assegni bancari o circolari ricevuti in pagamento. E’ una grave prevaricazione a danno di migliaia di utenti, costretti da accordi di cartello, ad aprire conti correnti, anche per indebitamente lucrare spese e giorni di valuta,dalle movimentazioni dei conti, per assegni versati e prelevati (con l’addebito di oltre 2 euro in media per ogni scrittura). 4) Conti Correnti. 16.260 reclami (21,44 per cento) contro modifiche arbitrarie di tassi e condizioni, anche con effetto retroattivo. Nella maggior parte dei casi le banche attirano nuova clientela con la promessa di tassi e condizioni più vantaggiose, salvo a modifiche unilaterali e senza preavviso, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.Molte banche hanno convinto migliaia di famiglie e di singoli cittadini ad aprire un conto corrente, allettandoli con il costo (quasi) zero. Dopo alcuni mesi, molti di tali correntisti si sono visti annunciare che quel conto si sarebbe trasformato in un servizio molto più oneroso. Tra essi molti cittadini reclamano l’esosità delle spese di chiusura dei conti correnti (anche 200 euro) ed i proibitivi costi (anche 2.000 euro) per il trasferimento dei titoli da una banca all’altra,vero e proprio impedimento alla concorrenza. I correntisti o vendono quei titoli,spesso in remissione dati gli andamenti di borsa,oppure sono costretti a restare legati a quella banca. 5) Bancomat. Oltre 3 mila reclami. (3,9 per cento) contro l’inefficienza dei bancomat, con inspiegabili blocchi all’operatività (spesso sono aperti 2 sportelli su 5). Gli utenti denunciano anche gli alti costi di gestione, la commissione festiva (pari a 500 lire ad operazione), 4 euro in media di costi per prelevare da sportelli diversi dalla banca dov’è radicato il conto corrente che ha rilasciato la tessera (costo riconosciuto alla banca terza, più costo per singola operazione). Denunciati molti casi di “clonazione” di bancomat considerati ancora “impossibili” da molti direttori d’agenzia. 6) Fondi Comuni. Oltre 2 mila utenti (2,6 per cento) denunciano di essere stati raggirati dalle banche o dalle SGR, con i consigli di disinvestire dal reddito fisso e garantito (BOT, BTP, CTZ) e riversare capitali in Fondi e gestioni patrimoniali con promesse di alti rendimenti, prendendo a paragone rendimenti realizzati negli anni precedenti. Denunciate anche le elevate commissioni richieste dai gestori mai legate alle “performance” ed il “vizietto” di movimentare (switchare) i fondi per lucrare più provvigioni; 7) Carte di Credito. Circa mille cittadini (1,3 per cento) denunciano la violazione della direttiva europea sull’uso fraudolento delle carte, che rende franco il titolare dalla spesa illegittima, addossandogli la sola franchigia di 150 Euro, in caso di furto o smarrimento della carta, con la denuncia dell’indebito prelievo, entro 48 ore. Inoltre si denunciano truffe, raggiri e maggiori clonazioni delle carte rispetto al passato; 8) Investimenti in banca e/o alla posta. Oltre 45 mila risparmiatori (59 per cento) hanno segnalato problemi derivanti dai suggerimenti degli addetti ai lavori circa i vantaggi di investire in bond Argentini, Cirio, Parmalat, Giacomelli, My Way e For You, contrabbandati questi ultimi, per piani di accumulo del capitale (PAC) o piani pensionistici invece di “piani di debito”. Tale prassi, che Adusbef ha denunciato alla Magistratura, coinvolge l’attività di controllo di Consob, Bankitalia, società di revisione, collegi sindacali, ecc. Stesso problema per coloro che hanno avuto rapporti con Bipop attraverso gestioni patrimoniali, acquisto di azioni della banca ecc. La quasi totalità di coloro che hanno lamentato pressioni e consigli per gli acquisti dei suddetti titoli, individua un ulteriore disagio, causato da una furbetta politica del personale da parte della banca: gli addetti ai borsini che “suggerirono” massicciamente gli investimenti fallimentari sono stati spostati in altri sportelli, col risultato che il cliente saccheggiato non ha più avuto il riferimento originario a cui chiedere direttamente conto. Molti risparmiatori reclamano contro taluni prodotti finanziari venduti presso gli sportelli di Bancoposta,spacciati a capitale garantito ma con perdite rilevanti del 12-15 per cento. I risparmiatori postali,abituati da generazioni a libretti di risparmio postali ed ai Buoni Postali Fruttiferi, strumenti di risparmio che hanno sempre accresciuto il capitale senza mai intaccarlo,hanno avuto la cattiva sorpresa di una decurtazione del capitale investito senza essere informati del rischio dell’investimento se non da prospetti informativi oscuri ed incomprensibili. Nell’incontro del 6 luglio 2004 con l’amministratore delegato delle Poste,l’ing. Massimo Sarmi,su precisa richiesta di Adusbef, ha offerto la disponibilità di valutare caso per caso tali gravissime questioni di “risparmio postale tradito”, con l’impegno di offrire soluzioni ragionevoli ai reclami degli utenti. 9) Domiciliazioni ingannevoli. 212 utenti (0,28 per cento), indotti a domiciliare in banca le proprie bollette dalla "gratuità" del servizio, hanno lamentato che i costi richiesti dalle banche sono pari alle spese di singola scrittura, ossia 2 euro in media. Tre utenze (gas, luce, telefono) addebitate bimestralmente portano a 18 operazioni annue pari – in media - a 36 euro per un servizio contrabbandato come gratuito. 10)Trading on-line- circa 600 utenti (0,8 per cento) hanno segnalato disservizi nel trading on-line con modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali. Banca Fineco ha imposto spese, costi e commissioni su conti aperti in precedenza allettati dal vantaggio di “zero spese”. 11) Altre segnalazioni riguardano: disservizi ed abusi bancari rispetto alle banche telefoniche; l’allungamento dei giorni di valuta e disponibilità degli assegni versati (in media 3 giorni su piazza e 10 lavorativi su quelli fuori piazza); le lungaggini di accredito per titoli (cambiali,tratte,ecc.) versate "salvo buon fine"; gli eccessivi costi (fino a 15 euro) richiesti per i bonifici bancari, non corrispondenti alla lentezza esasperante di accredito (anche 30 giorni); l’imposizione di servizi assicurativi non richiesti, con la clausola del "silenzio-assenso"; l’invio prepotente di carte di credito-debito mai richieste; le lunghe file agli sportelli. Se non la legge sul risparmio non affida alla Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato le competenze sulla concorrenza bancaria sottraendola alla Banca d’Italia; non riduce la carica a vita del Governatore e non scioglie il nodo degli assetti proprietari dell’Istituto Centrale,i consumatori ed i risparmiatori italiani non potranno che continuare a subire soprusi ed angherie di ogni tipo da parte di un sistema bancario messo al riparo dal minimo gioco della competizione. ARGOMENTO……………………………........N° RECLAMI…..…..PERCENTUALE RISPARMIO/INVESTIMENTI………..……... 45.312………..……... 59,75 CONTI CORRENTI BANCARI………..……... 16.260………..……... 21,44 INTERESSI ANATOCISTICI……….……….. 3.254………...………. 4,29 BANCOMAT……………………………….…...... 3.021………...………. 3,98 ASSEGNI BANCARI E/O CIRCOLARI……. 2.312………...………. 3,05 FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO…... 2.003…………...……. 2,64 MUTUI FONDIARI……………………….…..... 1.824…………...……. 2,41 CARTE DI CREDITO/DEBITO…….….….… 1.013……...…………. 1,34 TRADING ON-LINE……………………....…... 619……....…………... 0,82 DOMICILIAZIONI UTENZE…………....…… 212…..……....……... 0,28 TOTALE…………………………….........………75.830………....………100 .

08/07/2004

Documento n.4025

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