BANCA CATTIVA: I CONSULENTI DEL MEF, SONO GLI STESSI DELLE BANCHE DI AFFARI CHE HANNO CREATO LA BAD BANK SPAGNOLA ? COME MAI IL MEF, PER OPERAZIONI

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COMUNICATO STAMPA

 BANCA CATTIVA: I CONSULENTI DEL MEF, SONO GLI STESSI DELLE BANCHE DI AFFARI CHE HANNO CREATO LA BAD BANK SPAGNOLA ? COME MAI IL MEF, PER OPERAZIONI COSI’ A RISCHIO, AGISCE  NELL’OMBRA ?

UE VIETA DAL 2014  AIUTI DI STATO, PER ADDOSSARE ALLA FISCALITA’ L’AZZARDO MORALE DEI BANCHIERI

 

   Mentre Bankitalia (forse non fidandosi dei propri dirigenti ed uffici studi prestigiosi), ha già affidato a Boston Consulting Group, tramite procedura negoziale, la consulenza di 379.500 euro (oltre Iva),  per costituire una bad bank ed addossare alla fiscalità l’azzardo morale («moral hazard») dei banchieri,  non è dato sapere chi siano i consulenti del Mef, che stanno lavorando alacremente in questi giorni con il capo-segreteria del ministro dell’Economia Fabrizio Pagani, il direttore generale del Tesoro Vincenzo La Via e il dirigente Alessandro Rivera.

   Sono forse gli stessi consulenti delle banche di affari, che hanno costituito in Spagna il funding della bad bank garantito dallo Stato, per apportare le risorse necessarie di capitale e supportare così i NPL (Non Performing Loans), pari a 333 miliardi  di euro, senza pesare sui bilanci delle singole banche, con la promessa da marinaio di liberare i crediti tossici ‘cartolarizzati’  ed offrire prestiti a famiglie ed imprese ?

    Le banche avevano già promesso, che in caso di prestiti Bce, abbondantemente erogati a tassi irrisori con le due operazioni Ltro ed il ‘quantitative easing’ di oltre 500 miliardi di euro, avrebbero riaperto i rubinetti  del credito per offrire nuovi prestiti a famiglie ed imprese medio piccole, assecondarne i piani d'investimento e permettere al Paese una ripresa in linea con il resto dell'area euro, ma invece di assecondare le richiesti di prestiti e fidi, hanno impiegato la stessa liquidità regalata da Bce su  titoli di Stato, per incassare con tali rendite ricche cedole, puntellare i bilanci critici e ridurre le notevoli perdite.

   Lo schema di una bad bank all’italiana, per scaricare buona parte di 190 miliardi di sofferenze su 333 miliardi di euro di crediti difficili, vede forse all’opera  le solite  Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup, Bank of America-Merrill Lynch, Mediobanca, lo studio Chiomenti, e lo stesso banchiere, quel Simone Verri,  partner in Goldman Sachs e architetto del progetto di «bad bank» di Madrid, ideato in Spagna quando gli aiuti di Stato alle banche per liberare i bilanci bancari da crediti tossici, non erano vietati ?

    E’ vero che ci sarebbe già stato l’assenso ad una società-veicolo, con un capitale di tre miliardi di euro, i cui soci sarebbero le banche stesse (per una quota non superiore al 19%), investitori privati come i fondi di private equity e lo Stato, società che si finanzierebbe emettendo titoli obbligazionari sul mercato per circa 30 miliardi di euro, con  lo Stato (quindi la fiscalità generale) che garantirebbe fino al 5% o al 10% delle perdite per chi compra i titoli della bad bank,  facilitazioni fiscali  ed ulteriori accorciamenti (dopo quelle offerte dal Governo Letta nel 2013, quantificati in 19,8 miliardi di euro), dei tempi per poter dedurre fiscalmente le perdite derivanti dalla svalutazione dei crediti non più sugli attuali 5 anni, ma su due o tre anni, con la costituzione di un tribunale ad hoc, per velocizzare le procedure fallimentari ?

   Adusbef e Federconsumatori, stupefatte da un piano confezionato su misura per ulteriori aiuti di Stato mascherati a banchieri, che non hanno valutato la meritorietà del credito spesso clientelare, che vuole elargire sussidi pubblici a banche tra le più esose d’Europa che taglieggiano i correntisti con altissimi costi  di gestione dei conti pari a 318 euro, contro 114 della media Ue,  che revocano il fido con un preavviso di 24 ore, denunciano i futuri rischi  di crediti rischiosi impacchettati ed immessi sui mercati, che se faranno la fortuna delle banche con le laute commissioni, rappresenteranno un ulteriore rischio per i risparmiatori.

     Se anche dovesse superare la nuova normativa europea sugli aiuti di Stato alle banche, un  piano basato su consulenze oscure e su un modello poco trasparente, che addossa ai cittadini già vessati e strangolati i costi di ristrutturazione delle perdite bancarie, coperte dalle pubbliche garanzie, resterebbe indigesto.

 

                                                                                Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma, 22.5.2015

22/05/2015

Documento n.10095

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