ANATOCISMO: MENTRE ADUSBEF CONTINUA AD OTTENERE CONDANNA BANCHE E BANKITALIA TENTA REINTRODUZIONE, EQUITALIA LO ABOLISCE DALLE CARTELLE NOTIFICATE
COMUNICATO STAMPA
ANATOCISMO: MENTRE ADUSBEF CONTINUA AD OTTENERE CONDANNA BANCHE E BANKITALIA TENTA SUBDOLA REINTRODUZIONE, EQUITALIA LO ABOLISCE DALLE CARTELLE NOTIFICATE. PER IL TRIENNIO 2016-2018,TALE PRATICA USURARIA COSTA ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE 125 MILIONI
Mentre Adusbef continua ad ottenere condanne per l’anatocismo (ultima la sentenza odierna del Tribunale di Bari- giudice Rosanna Angarano- che tramite l’avv. Massimo Melpignano, delegato Adusbef di Bari, ha ottenuto la condanna di Banca Antonveneta, a risarcire un’azienda per 58mila euro con la maggiorazione di interessi per oltre 12mila euro) e la Banca d’Italia tenta una subdola reintroduzione degli interessi ricapitalizzati, decorsi 60 giorni dall’invio dell’estratto conto chiuso al 31 dicembre di ogni anno per i clienti affidati, i decreti attuativi della delega fiscale dovrebbero vietare l’anatocismo sulle cartelle di Equitalia.
I suddetti decreti attuativi della delega fiscale, che oggi dovrebbero ottenere il via libera dal Consiglio dei ministri ed essere definitivamente approvati dal Parlamento entro il 25 settembre 2015, oltre a ridurre l’aggio (compenso dovuto a Equitalia per le attività di riscossione) dall’8 al 6%, dovrebbero cancellare definitivamente la volontà di reintrodurre l’anatocismo bancario, diventato illegale dal 1 gennaio 2014 su qualsivoglia forma di finanziamento, ciononostante praticato dalle banche che saranno chiamate a rifare i corretti conteggi da quella data e restituire il maltolto.
Per comprendere meglio cosa significa la fiorente attività di capitalizzare gli interessi sommandoli al capitale, in un sistema di anatocismo-usurario le cui dure battaglie giudiziarie Adusbef, iniziate a fine anni ottanta, hanno portato le banche ad una loro dura e consolidata sconfitta dalla quale, con l’appoggio di Bankitalia, non riescono ancora a rassegnarsi, basti vedere i crudi numeri: per compensare la perdita di entrate di Equitalia, l’Agenzia delle Entrate (sua controllante al 51%) le dovrà erogare per il triennio 2016-2018, un contributo di 125 milioni di euro (40 milioni di euro per il 2016, 45 milioni per il 2017, e 40 milioni per il 2018.
Se il Governo – hanno commentato Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori- è riuscito finalmente a comprendere che un sistema anatocistico-usurario, seppur legalizzato da norme, produce ingiusti vantaggi a banche, finanziarie ed altri soggetti e perfino agli esattori di Equitalia, procurando simmetrici danni ad utenti, Pmi, famiglie e consumatori che lo subiscono, non si comprendono le ragioni e le forzature della Banca d’Italia, la cui terzietà ed indipendenza dalle banche socie, è stata irrimediabilmente compromessa da un accanimento degno di miglior causa, specie nel delicato settore della vigilanza bancaria.
Roma, 4 settembre 2015
09/04/2015
Documento n.10165