ANATOCISMO: Doveroso per le pubbliche amministrazioni chiedere il ricalcolo

in Comunicati stampa
ANATOCISMO: AD UN MESE DALLA CLAMOROSA SENTENZA DELLE SEZIONI UNITE DI CASSAZIONE,MENTRE CONTINUANO A FIOCCARE LE CONDANNE DEI TRIBUNALI ALLA RESTITUZIONE DEL MALTOLTO,SCARICATI 500 MILA MODULI PER I RICORSI ! ANCHE LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI (COMUNI,PROVINCE,REGIONI) CHE HANNO AVUTO I CONTI IN ROSSO,CHIEDONO ALLE BANCHE (ED E’ UN LORO PRECISO DOVERE !) IL RICALCOLO DEGLI INTERESSI ANATOCISTICI. I Tribunali della Repubblica,incuranti dei minacciati ricorsi dell’Abi alla Corte di Giustizia Europea (ma la prassi anoticistica-usuraria,benché vietata dal codice civile, è stata tollerata solo in Italia) ed alla Corte Costituzionale (dove le banche sono già state sconfitte dalla sentenza 425/2000),continuano ad emettere sentenze immediatamente esecutive a favore degli usurati correntisti. Il giudice del Tribunale di Torino,dr. Marco Ciccarelli,dopo una perizia tecnica che ha espunto l’illegale prassi usuraria anatocistica dai conteggi, ha condannato il San Paolo Imi,che vantava un credito di 200.000 euro, a risarcire alla ditta Sacol,difesa dall’avv. Antonio Tanza,vice presidente Adusbef,150.000 euro,oltre alla condanna delle spese legali liquidate in 6.000 euro ed alle spese di perizia che saranno quantificate dal CTU: tale prassi usuraria aveva quindi costituito un indebito lucro di 350.000 euro ! Adusbef che ha sconfitto definitivamente le banche con gli strumenti della legalità presenti in uno Stato di diritto,dal cui sito sono state scaricati in poco più di 1 mese circa 500.000 moduli per richiedere alle banche la restituzione bonaria degli interessi illegali,ha dato mandato alla rete di legali (circa 176) presenti sul territorio, di depositare migliaia di citazioni,per conto dei correntisti che si sono rivolti all’associazione per tutelare i loro diritti. Tra i correntisti danneggiati da una prassi illegale,che è stata censurata da numerose sentenze di Cassazione,ultima la limpida inappellabile delle Sezioni Unite con la sentenza n.21095,oltre ad imprenditori,commercianti,piccoli prenditori di credito portati al fallimento,ci sono anche gli enti locali e le pubbliche amministrazioni,come Comuni,Province e Regioni,le cui Tesorerie sono state in rosso per centinaia di miliardi e che hanno il sacrosanto dovere,anche per non incorrere in eventuali denunce da parte degli amministrati,di richiedere alle banche gli interessi percepiti illegalmente con il ricorso ad "usi bancari" sfociati negli abusi. Il Presidente Elio Lannutti

11/12/2004

Documento n.4320

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