ANATOCISMO: DOPO SENTENZA CONSULTA N.78,ADUSBEF PUBBLICA ISTRUZIONI PER AVERE I RIMBORSI.

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COMUNICATO STAMPA

ANATOCISMO: DOPO SENTENZA CONSULTA N.78,ADUSBEF PUBBLICA ISTRUZIONI PER AVERE I RIMBORSI.

    La Corte Costituzionale, Presidente Alfonso Quaranta, Relatore Alessandro Criscuolo, con la Sentenza n. 78 del 2 aprile 2012, depositata il 5 aprile, dichiarando incostituzionale l'art. 2 comma 61°, della Legge 10/2011, di conversione del D .L. 29 dicembre 2010, n. 225, con cui il precedente Governo, decideva di cancellare con un “colpo di spugna” gli effetti della sentenza n. 24418, emessa dalle Sezioni Unite di Cassazione il 2 dicembre 2010 sull’anatocismo (capitalizzazione trimestrale dell’interesse), che riconosceva al correntista debitore il diritto di recupero, dalla data di inizio del rapporto e sino alla chiusura, di tutti gli indebiti pagamenti ricevuti dalla banca con gli addebiti trimestrali di illecite competenze, ha riaperto la speranza per migliaia di consumatori  vessati, taglieggiati ed usurati dalle banche con il concorso del controllore (Bankitalia).

  E’ l’epilogo definitivo di una lunga ed ultradecennale battaglia intentata dall’Adusbef  contro la protervia delle banche, che  dopo aver ottenuto numerose pronunce a favore dei correntisti, su una prassi illegale usuraria pur vietata dall’art.1283 del codice civile, è stata consumata da mezzo secolo dal sistema bancario a danno degli utenti, con la sentenza a Sezioni Unite di Cassazione del 2 dicembre 2010,  riteneva di aver posto fine al lungo contenzioso, che l’ex ministro Tremonti riapriva con la norma salva-banche inserita nel mille-proroghe 2010  immediatamente impugnata alla Consulta.

   ADUSBEF, con il suo Vice presidente l'avv. Antonio TANZA (difensore dei correntisti sia dinanzi alla Consulta, che alle Sezioni Unite di Cassazione, ha combattuto da sola contro l’intero sistema bancario contro la norma “salva-banche” che violava vari principi costituzionali, tra cui quello di ragionevolezza ed uguaglianza, nonché i principi delle norme della CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo),ottenendo giustizia  sui vari governi che si sono succeduti in questi anni e che hanno dimostrato grande attenzione agli interessi illegali dei banchieri.

   Per evitare da un Governo dei banchieri di replicare atti illegittimi severamente sanzionati dalla Corte Costituzionale da Governi, che dalla fine degli anni novanta si sono caratterizzati come “maggiordomi dei banchieri”, Adusbef  ha depositato nei giorni scorsi esposti penali in alcune Procure della Repubblica contro l’Abi e l’ex ministro dell’Economia, chiedendo di accertare se il tempestivo intervento dell’on. Tremonti nel dicembre 2010, una settimana dopo la pronuncia delle Sezioni Unite di Cassazione e dopo gli incontri con il Presidente dell’Abi Mussari, non sia stato frutto di ricatti, anche con minacce di non acquistare titoli del debito pubblico, inconciliabili con le norme penali imperanti.

   Adusbef, nel rivendicare limpide vittorie a tutela dei consumatori, strozzati dalle banche specie in questa fase di gravissima crisi economica e di stretta creditizia, nonostante 268 miliardi di prestito triennale Bce al tasso dell’1%, invita gli utenti bancari vittime dell’usura legalizzata a ribellarsi al sistema bancario, pubblicando un decalogo di istruzioni per l’uso sul proprio sito www.adusbef.it., da compilare per poter ottenere a colpo sicuro in giudizio, la restituzione del maltolto.

     Poiché non è possibile intentare una class action, per le restrizioni imposte alla norma sull’azione collettiva dal precedente governo, Adusbef produrrà atti singoli di citazione, da aggiungere alle migliaia di cause pendenti, che erano state per lo più congelate in attesa della Sentenza della Consulta, chiedendo ove possibile la riunificazione.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Elio Lannutti (presidente Adusbef)

Roma,14 aprile 2012

ANATOCISMO: RICHIESTA DI RIMBORSO.  ISTRUZIONI PER L’USO

1) Quali conti sono interessati e per quale periodo? Sono coinvolte tutte le aperture di credito utilizzate con scoperto di conto (quindi tutti i conti in rosso affidati o no). I conti attivi non sono interessati. Il periodo interessato al ricalcolo/rimborso inizia a decorrere dalla data di apertura del rapporto bancario (ovvero dal primo ingresso in banca, anche se avvenuto negli anni ’50), sino ad oggi.

2) Se il conto è stato chiuso? Non si ha diritto al rimborso se il conto è stato chiuso oltre 10 anni fa: cioè per tutti i conti chiusi dopo l’aprile 2002 il recupero è dovuto. Se il conto è stato chiuso da non oltre 10 anni il diritto non è prescritto.

 3) Che cosa si deve fare? Si richieda il rimborso alla banca utilizzando il fac simile predisposto da Adusbef e presente sul sito www.adusbef.it (cliccare sulla voce “MODULI” alla prima riga sotto il logo della pagina iniziale).

4) Se la banca non risponde? Se la banca non risponde o non rimborsa si può decidere di citarla in giudizio, dopo aver tentato la mediazione obbligatoria. La campagna Anatocismo è coordinata su scala nazionale dal Vicepresidente Avv. Antonio TANZA (www.studiotanza.it) che ha difeso i correntisti ADUSBEF dinanzi alle Sezioni Unite di Cassazione (Sent. 24418/2010) che dinanzi alla Consulta (Sentenza n. 78/2012). L’associazione fornisce agli iscritti sia contabili, che legali di fiducia.

5) Non sono interessati i conti correnti non affidati (senza fido) che hanno avuto scoperture temporanee (a discrezione del direttore) e tutti quei conti seppur affidati, che hanno avuto affidamenti minimi, nel limite di 3.000-4.000 euro, perché il ricorso sarebbe antieconomico.

 6) Se non si ha documentazione? Si può richiederla alla banca tenendo presente che:

è possibile richiedere copia degli estratti conto (punto 4° dell’art. 119 del Testo Unico Bancario) ma a titolo oneroso. Occorre cioè indicare nella lettera di richiesta in che modo la banca potrà introitare le sue commissioni per il servizio richiesto (ad esempio, indicando il numero di conto da addebitare, o pagando allo sportello bancario prima di ritirare copia della documentazione). Attenzione. Le banche impongono anche 10 euro per foglio: occorre informarsi e valutare il costo complessivo della nostra richiesta. Chiedere estratti conto per più anni comporta una spesa di cui essere consapevoli. La banca deve produrre copia entro 90 giorni dal nostro ordine. Per legge la banca è tenuta a conservare per 10 anni la documentazione inerente i conti correnti. Pertanto, se non abbiamo documentazione, la nostra richiesta non può che interessare gli ultimi 10 anni. Tuttavia, nel processo, la banca potrebbe essere condannata a produrre tutta la documentazione.

7) Come calcolare l’entità del rimborso? Esistono in commercio software per calcolare con precisione l’entità del rimborso. Tuttavia la sede nazionale di Adusbef è organizzata ad effettuare perizie di ricalcolo ad un costo di 15-20 euro per anno, riservato ai soli associati.

8) Se lo sportello è passato ad altra banca? Si farà richiesta alla banca che ha applicato indebitamente l’anatocismo: se il conto è stato acquisito (per la vendita dell’agenzia) da altra banca si farà richiesta ad entrambe per i periodi coinvolti (alla banca X dal… al…., alla banca Y dal…. al….)

9) Se sono stati aperti più conti con la stessa banca?  E’ opportuno inviare tante richieste di rimborso per quanti sono stati i conti coinvolti.

10) Aggiornamenti e costi. Si consiglia di consultare periodicamente il sito Adusbef ( www.adusbef.it. ) mentre si possono trovare centinaia di sentenze pubblicate in argomento su www.studiotanza.it. : sono le fonti più aggiornate. Oltre ai costi di perizia di 15-20 euro max per anno, Adusbef richiede soltanto l’anticipo delle spese vive (bolli ed iscrizioni ruolo) per attivare il giudizio.

17/04/2012

Documento n.9167

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