ABI: PATUELLI, EVOCANDO CACCIA ALLE STREGHE ANTIBANCARIA, RICALCA LE DICHIARAZIONI DEL SUO PREDECESSORE MUSSARI, COSTRETTO A DIMETTERSI DALL' ABI ED M

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COMUNICATO STAMPA

ABI: PATUELLI, EVOCANDO CACCIA ALLE STREGHE ANTIBANCARIA, RICALCA LE DICHIARAZIONI DEL SUO PREDECESSORE MUSSARI, COSTRETTO A DIMETTERSI DALL’ ABI ED MPS IL 21.1. 2013. I BANCHERI APPREZZANO SEMPRE QUANDO I GOVERNI FUNGONO DA LORO FEDELI CAMERIERI.

    Le odierne dichiarazioni del presidente dell’Abi  Antonio Patuelli all’assemblea annuale, che apprezza le decisioni dei governi quando fungono da loro fedeli camerieri, riporta le lancette indietro di 3 anni, quando il suo predecessore Giuseppe Mussari, travolto dagli scandali si dovette dimettere dall’Abi e dal Monte dei Paschi di Siena il 21 gennaio 2013, in merito ad una presunta caccia alle streghe contro le banche in Italia.

   Chissà perché la Banca d’Italia e Governo, hanno un ruolo lungimirante quando devono trovare soluzioni come le garanzie pubbliche a nuovi strumenti per favorire lo smaltimento della massa dei crediti deteriorati, le cui  sofferenze pari a 108 miliardi nel 2011, aumentate a 125 miliardi nel 2012, a 156 nel 2013,a  184 nel 2014 ed a oltre 191 ad aprile 2015, con le masse di incagli pari a 333 mld di euro.

   La presunta “caccia alle streghe” contro le banche in Italia, che non avrebbero avuto aiuti pubblici, è smentita dai fatti e da una legislazione di favore, che oltre ai 7,5 miliardi di rivalutazione delle quote di Bankitalia, alle ricche cedole per 720 miliardi di euro alle banche socie, al trattamento fiscale sulle  perdite, come l’ultimo decreto  sui crediti sul diritto fallimentare ad uso e consumo delle banche creditrici, è costato circa 35 miliardi di euro negli ultimi 18 mesi.

   Nella preconcetta “caccia alle streghe” antibancaria in Italia, la cui “rivoluzione bancaria” deve preludere ad una nuova fase di stabilità, basata sulla certezza e l’omogeneità del diritto europeo, per dispiegarne gli effetti positivi e le rinnovate identità delle banche a cui, è stato chiesto l’impegno straordinario di rafforzare il capitale, trovare nuova redditività, assumere nuovi rischi in una fase ancora di crisi, aumentare la trasparenza e la concorrenza ad ogni livello, l’Abi non spiega come mai vi siano costi dei conti correnti, pari a 318 euro l’anno contro una media Ue di 114, né perché la ‘depurazione dei crediti dubbi’, deve essere addossata alla fiscalità generale.

   Chissà se nella preconcetta caccia alle streghe di ‘mussariana’ memoria, il presidente dell’Abi Patuelli, abbia inserito anche Papa Francesco, la cui recente enciclica "Laudato sì: "Basta salvataggio delle banche facendo pagare il prezzo alla popolazione”, rappresenta uno squarcio di verità sulle veline acriticamente pubblicate in merito alle frottole dei banchieri, che sarebbero perfino perseguitati da cittadini e consumatori a schiena dritta, che chiedono invano da decenni, trasparenza e verità sulla sempre più scandalosa gestione del credito e del risparmio

 

 

                                                                                                                            Elio Lannutti (Adusbef)

Roma, 8.7.2015

07/09/2015

Documento n.10140

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