VELTRONI:L'OBAMA BIANCO DE NOANTRI,PRESO A MATTONATE DA CALTAGIRONE PER UN PIANO REAGOLATORE A MISURA DI COSTRUTTORE

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VELTRONI, L’OBAMA BIANCO DE’ NOANTRI, PRESO A MATTONATE DA CALTAGIRONE PRIMA DI LASCIARE IL CAMPIDOGLIO, ECCO UN PIANO REGOLATORE A MISURA DI TOTI LA REAZIONE DEL COSTRUTTORE È DURISSIMA E ARRIVA DALLE COLONNE DEL “MESSAGGERO” A Roma è scoppiata di nuovo la guerra del mattone, uno scontro furibondo che spacca il fronte dei poteri forti costruiti sulle fortune del mercato immobiliare. I protagonisti del conflitto sono tre: il sindaco WalterEgo Veltroni che ha deciso di indossare la veste dell’Obama bianco e ha fatto suo il grido di speranza: “yes, we can” del leader nero americano. Al suo fianco è schierato il secondo attore e protagonista: Pierluigi Toti, il costruttore romano 59enne che dopo la laurea in giurisprudenza ha preso le redini dell’impresa Lamaro, fondata dal padre Silvano. Il terzo interprete del western del mattone è Francesco Gaetano Caltagirone, il padre di azzurra e suocero di Pierfurby Casini, l’uomo che vale almeno 15 miliardi di euro. Oggetto della contesa è il Piano Regolatore di Roma sul quale dal 1962 si trascina un dibattito al quale Veltroni vorrebbe porre fine prima di andarsene a guidare da solo il Partito Democratico. La miccia che ha fatto scoppiare la bomba tra i palazzinari della Capitale riguarda tre varianti al Piano Regolatore che nelle prossime ore dovrebbero essere portate all’approvazione della Giunta. Le tre varianti non sono piccoli tratti di penna, ma milioni di metri cubi che WalterEgo vorrebbe affidare al Gruppo di Pierluigi Toti, lo stesso che ha firmato negli ultimi anni le opere più importanti della Capitale. Il Gruppo Lamaro di cui Toti e suo fratello Claudio tirano le fila, è lo stesso che ha costruito la Nuova Fiera di Roma, ha ristrutturato la Galleria di piazza Colonna, e ha regalato al sindaco il Globe Theatre di Villa Borghese. Il blitz delle tre varianti riguarda aree strategiche come la Bufalotta (dove Toti ha costruito l’Ikea e la Galleria commerciale “Porta di Roma”), la Magliana e l’Eur. Su queste due aree l’amico di Veltroni ha progetti grandiosi: alla Magliana si tratta di riqualificare il Centro direzionale dell’Alitalia e a questo proposito Toti ha creato una società con il Fondo d’investimento americano Peabody, controllato da JP Morgan e G. Walter O’Connor. Alla Magliana, il progetto è alla Zunino: faraonico, un quartiere residenziale architettato da Richard Meyer. All’Eur, invece, è in ballo il progetto delle due nuove Torri per il ministero delle Finanze, un’operazione da 200 milioni di euro che Toti vorrebbe realizzare insieme a Fintecna. Per Caltagirone l’approvazione delle tre varianti rappresenta un autentico colpo di mano che fa saltare gli equilibri raggiunti fino a ieri tra i re del mattone e privilegia in misura inaccettabile il suo avversario più robusto e ambizioso. La reazione del costruttore è durissima e arriva dalle colonne del suo giornale che oggi usa parole solenni di denuncia: “non si cambia un Piano Regolatore per inventare edilizia d’elite nell’ultimo giorno di vita del Consiglio comunale – scrive il “Messaggero” – altrimenti si dimostra che quel Piano diventa carta straccia ed è difficile sottrarsi al sospetto che pressioni esterne abbiano condizionato queste scelte”. Che cosa è accaduto per tentare un blitz di queste dimensioni? Questa domanda se la pone Caltagirone, suocero di Casini e padre padrone dell’edilizia romana. È una domanda pesante che ha però una risposta semplice: l’Obama bianco del Campidoglio sta per affrontare la sfida più difficile della sua vita e ha bisogno di tutte le munizioni. In questa situazione l’amico Toti con la sua potenza di fuoco e le spiccate simpatie a sinistra, rappresenta un tassello di potere fondamentale. Oggi come domani.

07/02/2008

Documento n.7123

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