TRIPOLI, BEL SUOL D’AMORE! - ECCO IL TRATTATO “SEGRETO” FIRMATO DA SILVIO E GHEDDAFI

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TRIPOLI, BEL SUOL D’AMORE! - ECCO IL TRATTATO “SEGRETO” FIRMATO DA SILVIO E GHEDDAFI – CONFERMATO L’IMPEGNO ITALIANO A NON CONSENTIRE ATTACCHI MILITARI CONTRO LA LIBIA – RISPETTO DEI DIRITTI UMANI? CHISSENEFREGA… Umberto De Giovannangeli per "l'Unità" Ventitre articoli. Divisi in 3 parti. È il Trattato di amicizia e cooperazione tra l'Italia e la Libia. L'Unità ne ha avuto copia. Il «giallo» dell'Articolo 4 e altro ancora: il credito del Cavaliere al Colonnello. In cambio? Quell'Articolo 2. Quell'articolo 4. L'apertura totale di credito politico per provare ad avere un'apertura di credito finanziario che possa puntellare Telecom piuttosto che Unicredit. Stavolta ci sono le firme. Stavolta non sono indiscrezioni di parte. Quello che l'Unità riporta, che ha potuto visionare, è il «Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista». Ogni pagina del Trattato è firmata dalle due parti. A conclusione ci sono le firme, per la Repubblica Italiana, il Presidente del Consiglio dei Ministri, di Silvio Berlusconi, e per la Grande Gimahiria Araba Libica Popolare Socialista, di Muammar El Gheddafi, Leader della Rivoluzione.Il testo fa giustizia di indiscrezioni, letture di parte, di anticipazioni a metà, politicamente pilotate. L'Italia dà credito politico al regime del «Leader della Rivoluzione»; un regime che, in termini di rispetto dei diritti umani e civili, più che di aperture avrebbe bisogno di un severo, costante monitoraggio. Così non sarà. Recita l'Articolo 2, Capo I, dal titolo Uguaglianza sovrana: «Le Parti rispettano reciprocamente la loro uguaglianza sovrana, nonché tutti i diritti ad essa inerenti compreso, in particolare, il diritto alla libertà ed all'indipendenza politica. Esse rispettano altresì il diritto di ciascuna delle Parti di scegliere e sviluppare liberamente il proprio sistema politico, sociale, economico e culturale». Denuncia Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino: «Il Trattato Italia-Libia - dice a l'Unità - è una cartina di tornasole della coerenza e decisione con cui il governo italiano intende affrontare il pericolo per la pace e la sicurezza che nel mondo possono rappresentare i regimi illiberali». «Negli ultimi quarant'anni - aggiunge D'Elia - il regime di Gheddafi si è caratterizzato per la persecuzione di ogni forma forma di dissenso politico, per l'incarcerazione o la sparizione degli oppositori politici, per la pratica della tortura e della pena di morte. A questo regime il nostro Paese, non solo riconosce il diritto di "sviluppare liberamente il proprio sistema politico", si impegna anche a dare alimento con miliardi di dollari per i prossimi vent'anni». Un sostegno «al buio» che emerge anche dall'Articolo 4. Che recita: «Le Parti si astengono da qualunque forma di ingerenza diretta o indiretta negli affari interni o esterni che rientrino nella giurisdizione dell'altra Parte, attenendosi allo spirito di buon vicinato». Cosa sia questo «spirito», lo spiega bene il secondo capoverso dell'Articolo 4: «Nel rispetto dei principi della legalità internazionale, l'Italia non userà, né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà, né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l'Italia». In calce c'è la firma di Silvio Berlusconi.

28/10/2008

Documento n.7561

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