TRASPARENZA PA:COSA ASPETTA BRUNETTA A METTERE IN RETE LO STIPENDIO PER LO STAFF DEI NUMEROSI COLLABORATORI CHE ORA AFFOLLANO LA FUNZIONE PUBBLICA ?

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1 – CHE COSA ASPETTA BRUNETTA A METTERE IN RETE LO STIPENDIO PER LO STAFF DEI NUMEROSI COLLABORATORI CHE ADESSO AFFOLLANO GLI UFFICI DELLA FUNZIONE PUBBLICA E DELL’INNOVAZIONE? Nei corridoi degli uffici statali è la volta dei monatti, i tristi personaggi che sono incaricati di trasportare su un carro i fannulloni e gli assenteisti. Durante la peste di Milano del 1630 il loro arrivo era anticipato dal suono dei campanellini attaccati alla cintola o alle caviglie; adesso si annunciano attraverso la Rete e il sito online del ministro Brunetta che sbatte nell’home page l’Operazione Trasparenza. “La Rete” potrebbe essere il titolo del nuovo best-seller di Antonio Stella e Sergio Rizzo, i due giornalisti del “Corriere della Sera” che sguazzano dentro la materia. È un titolo che suona bene, come il primo successo “La Casta” e il secondo semi-flop “La Deriva”, ma forse dopo la lettura delle migliaia di pagine i due giornalisti inquisitori hanno già deciso che non vale la pena rompersi la testa su 250mila consulenti tirati in ballo per ragioni simboliche. L’economista, figlio dell’ambulante veneto, ha riempito di coriandoli le pagine dei giornali ed è diventato la piccola star del momento. D’altra parte – come ha spiegato ieri il Corriere in un’intervista-ritratto – da piccolo andava con suo padre a pescare i granchietti e le anguille da fare fritti. Adesso nella Rete telematica ha messo dentro di tutto e di più, e lo ha fatto in nome di quella trasparenza che ha creato scandalo per il ministro Visco, ma serve come le frecce di Robin Hood al movimentismo di Berlusconi. È un’operazione d’immagine, per molti versi curiosa e discutibile perchè nella Rete del mitico Brunetta (che in nome della trasparenza si rifiuta di dire il cognome della bella fidanzata bionda) sono cascati consulenti di lusso come Paolo Glisenti (165mila euro) e poveracci come Alain Elkann (7.500 euro) e Marco Lodoli (375 euro). Nei ministeri aspettano i monatti con i campanellini, ma intanto cercano di capire i criteri usati dal napoleonico ministro. E ci sono alcune domande che meriterebbero davvero una risposta. Perché ad esempio nell’elenco di 587 pagine dedicato ai consulenti dei vari dicasteri, le prime 17 sono dedicate ai consulenti del Cnipa, l’Ente che deve informatizzare la Pubblica Amministrazione e fino a poco tempo fa era guidato dal professore di sinistra Livio Zoffoli?, e perché centinaia di pagine vanno a spulciare i consulenti del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, quasi a dire che in quel Dipartimento deve arrivarci (come si sussurra) la moglie di Bruno Vespa, il magistrato Augusta Iannini per mettere un po’ di ordine? E ancora: che significa quella sventagliata di nomi per il ministero dei Beni Culturali se non una voglia di sputtanare Ciccioduro Rutelli? Sono domande curiose alle quali se ne aggiunge un’altra obbligatoria: che cosa aspetta il figlio dell’ambulante veneto a mettere sulla gondoletta di internet lo stipendio per lo staff dei numerosi collaboratori che adesso affollano gli uffici della Funzione Pubblica e dell’Innovazione? L’uomo è furbo e come ha scritto ieri sulla “Stampa” l’editorialista “convertito” al centrodestra, Luca Ricolfi, bisogna dargli una mano perché i monatti servono comunque a ripulire le stanze maleodoranti dello Stato. E inoltre è un genio che non ha paura di misurarsi con quell’altro genio fantasioso di Tremonti. Lo ha detto lui stesso nell’intervista al Corriere: “Giulio ha grandi visioni, io ho grandi visioni. Lui è geniale, io sono geniale. Il nostro è un rapporto tra due persone geniali”. Date una mano a Brunetta prima che la sua vanità lo faccia scoppiare.

16/06/2008

Documento n.7353

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